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Natalina Orlandi: “Contro di me vittimizzazione secondaria”, nota con "Per Marta e per tutte" e "Tutela Donne"



Roma, 16/12/2025 - Natalina Orlandi: “Contro di me vittimizzazione secondaria”. Nota condivisa con gli avvocati Angela Speranza Russo ed Emilio Malaspina, fondatori di "Per Marta e per tutte - Ets" e dello Studio Legale "Tutela Donne", che affermano: "Le recenti ricostruzioni mediatiche riguardanti la famiglia Orlandi rappresentano l'ennesimo esempio di come il sistema dell'informazione possa trasformarsi da strumento di giustizia in fonte di ulteriore sofferenza per le vittime e i loro familiari. L'utilizzo di informazioni strettamente personali riferite da Natalina Orlandi agli inquirenti negli anni Ottanta - dichiarazioni rese in un contesto riservato e oggi prive di qualunque valenza investigativa - evidenzia un fenomeno sistemico che colpisce quotidianamente migliaia di vittime in tutta Italia”. “Quello che sta accadendo alla famiglia Orlandi - aggiungono - non è un caso isolato, ma l'emblema di una deriva mediatica che trasforma il dolore delle vittime in spettacolo, esponendo persone già vulnerabili a ulteriori traumi attraverso la divulgazione decontestualizzata di aspetti intimi, l'utilizzo di dichiarazioni riservate per finalità spettacolari, la creazione di narrazioni fantasiose prive di fondamento investigativo, l'esposizione a campagne di odio e giudizi sommari dell'opinione pubblica”. “Se oggi parliamo di Natalina Orlandi - continuano - è perché ieri è stato e domani potrebbe toccare a qualunque altra vittima di reato, di violenza, di scomparsa. Ogni persona che ha subito un trauma ha diritto alla stessa protezione dalla vittimizzazione secondaria, indipendentemente dalla notorietà del caso. La spettacolarizzazione del dolore non conosce distinzioni: colpisce la madre che ha perso un figlio in un incidente, la donna vittima di violenza domestica, i familiari di persone scomparse, le vittime di reati contro la persona. Tutte meritano che la loro dignità sia rispettata”. “Non si tratta solo di rispettare la famiglia Orlandi - il loro appello -, ma di costruire un sistema dell'informazione che tuteli ogni vittima dalla revittimizzazione mediatica”.

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