Laureana di Borrello (Reggio Calabria), 23/7/2020 - La mattina del 6 maggio 2016 c’era una VW Golf grigio chiaro che aveva con ogni probabilità il compito di "intercettare, osservare e segnalare" gli spostamenti di Maria Chindamo verso la sua tenuta di Limbadi (Vibo Valentia), dove fu aggredita e portata via. L’auto aveva il tettuccio apribile, cerchi in lega, un’ammaccatura sul parafango anteriore sinistro, la targa poco decifrabile, e a bordo c’era solo il guidatore. Lo scrive sul proprio profilo Facebook l'avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia dell’imprenditrice scomparsa, che ha pubblicato anche i fotogrammi delle telecamere del distributore di Laureana, davanti alle quali l’auto “passò dieci volte” poco prima delle 7. “Appena riconosceva la Dacia Duster di Maria, - scrive il legale – “iniziava a seguirla a velocità sostenuta”, senza passare più davanti all’area di servizio.
“Si tratta, con evidenza, di un elemento di fondamentale importanza per la comprensione degli eventi ed è per questo che, pur consapevoli delle oggettive difficoltà, non ci arrendiamo nella ricerca della verità, chiedendo l'aiuto a chiunque sia a conoscenza di elementi utili, perché Maria e la sua famiglia meritano giustizia!”, l’appello del legale della famiglia Chindamo
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