Roma, 30/4/2019 - Dove sono gli organi e i tessuti che la dottoressa Critina Cattaneo, alla quale è stata affidata la nuova autopsia su Serena Mollicone, non ha potuto esaminare perché mancanti? Oltre a tentare di stabilire le cause della morte, una delle domande alle quali si cercava una risposta definitiva era se la ragazza subì violenza sessuale.
Nel corso della prima autopsia, il medico legale incaricato allora dalla procura di Cassino, la dottoressa Antonella Conticelli, scrisse che non rilevava tracce di liquido seminale. Ecco uno dei passaggi della relazione: “Dopo l’esame esterno si è proceduto ad un’estemporanea ricerca di liquido spermatico, dapprima con lampada di Wood su slip e tamponi, con esito negativo; si è, quindi, provveduto ad esaminare a microscopio, a fresco, uno striscio del primo tampone vaginale (quello repertato all’introito vaginale), anche in questo caso con esito negativo per la presenza di spermatozoi integri e vitali”.
Il medico spiegò anche chiaramente, e più volte, che alcune parti del corpo di Serena furono asportate: “A scopo cautelativo (nell’eventualità sorgesse necessità di ulteriori indagini) sono anche stati prelevati:
- Un campione di capelli, ivi compresi i bulbi (consegnati alla P. G. in sede di esame esterno) - un campione di peli pubici
- i genitali esterni e la vagina in toto
- L’utero e gli annessi in toto (…)”.
“Sono stati prelevati - aggiungeva la dottoressa Conticelli - frammenti dei principali organi per le indagini istologiche (oltre al timo in toto), a un frammento di cute del collo (sede posteriore) e all’ano in toto, sempre per le indagini istologiche”. Più volte, inoltre, il medico legale indicò che “tutti i reperti sono stati consegnati a personale di P. G.”.
Gli organi così prelavati per precauzione, dunque, sono stati asportati per prassi. Tuttavia risultano “spariti” perché, evidentemente, mal conservati.
Una fonte investigativa riferisce a "Chi l'ha visto?" che i reperti vennero poi affidati a un altro medico legale quando nelle indagini la Polizia subentrò ai Carabinieri. Solo anni dopo la procura constatò che quegli organi erano stati conservati male e, quindi, erano purtroppo divenuti inutilizzabili per ulteriori accertamenti.
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