Salerno, 3/6/2011 - La procura di Salerno ha chiesto il rinvio a giudizio per Danilo Restivo, unico indagato per l'omicidio di Elisa Claps. Restivo è accusato di omicidio volontario pluriaggravato. Le numerose perizie effettuate da consulenti e le testimonianze sono stati determinanti elementi di prova. Non è stata ancora fissata la data dell'udienza davanti al gup. La procura di Salerno - i pm Luigi D'Alessio e Rosa Volpe - hanno sentito testimoni, hanno affidato a periti innumerevoli consulenze che hanno ricostruito, nei dettagli, quanto successo quel giorno: 76 faldoni che raccontano la tragica storia di Elisa.
Intanto alla terza giornata di audizioni in videoconferenza dal tribunale di Potenza per il processo inglese, a Winchester, nei confronti di Danilo Restivo, imputato per l'omicidio di Heather Barnett. Il primo ad essere sentito è stato Michele Albano, il medico di turno, quella domenica mattina del '93, al Pronto soccorso dell'ospedale San Carlo di Potenza. Albano ha spiegato ai magistrati inglesi di aver medicato Restivo intorno alle ore 13.30 e di avergli applicato un punto di sutura sul dorso della mano sinistra (tra il pollice e l'indice) per un taglio di circa un centimetro, "che - ha specificato il medico - non sanguinava''. Albano ha aggiunto che si trattava ''di una ferita da taglio, procurata probabilmente da un oggetto tagliente''. Alle domande dei giudici sulla causa del taglio, il medico ha risposto che "può essere stato un coltello, una lamiera, come affermò Restivo, o - ha aggiunto Albano - un qualsiasi altro oggetto tagliente, ma parliamo sempre di probabilità''. Alla video-testimonianza del medico hanno assistito anche il fratello di Elisa, Gildo Claps, e l'avvocato della famiglia, Giuliana Scarpetta. Anche Michele Zaccagnino, che all'epoca dirigeva la sezione di Potenza della Polizia scientifica, che ha testimoniato in videoconferenza dal Palazzo di giustizia di Potenza sugli esami che furono fatti la prima volta nel cantiere della scale mobili il 5 ottobre, 23 giorni dopo la scomparsa di Elisa Claps. "Nei posti indicati da Restivo - ha detto Zaccagnino - non vi erano oggetti taglienti o lamiere, ma il cantiere, secondo quanto ricordo - ha aggiunto - non era sotto sequestro e quindi gli operai circolavano liberamente". Zaccagnino, inoltre, ha ricordato che gli accessi al cantiere delle scale mobili erano sbarrati solo la sera e nei giorni festivi, da assi di legno. Un’altra testimonianza resa ai giudici ingelsi in collegamento da Potenza è stata quella dell'ex ispettore di Polizia, Donato Pace, che il 13 settembre 1993 interrogò Danilo Restivo e ispezionò il cantiere delle scale mobili. Pace ha spiegato ai giudici che Restivo venne convocato in Questura, dove si presentò poco prima delle ore 19 del 13 settembre, poiché la sera del 12 settembre ''il ragazzo partì per Napoli per partecipare all'esame per l'ingresso al corso di Odontoiatria''. Restivo raccontò a Pace di essere inciampato in un'impalcatura del cantiere e di essere "ruzzolato" lungo la gradinata, ferendosi alla mano con un pezzo di lamiera. L'ex ispettore ha poi riferito di aver ispezionato il cantiere con Restivo alle ore 19 del 13 settembre 1993, ma di non aver trovato tracce di sangue né lamiere nei posti indicati dallo stesso Restivo, che all'epoca aveva 21 anni. Pace ha evidenziato ''di aver ispezionato il cantiere con altri agenti tra cui uno della Polizia scientifica ma - ha proseguito l'ex ispettore - le foto scattate quella sera furono inutilizzabili e quindi distrutte perché scattate senza flash''. Inoltre l'ispettore ha detto che ''nel cantiere non vi era acqua e le scale erano perfettamente asciutte e senza fango'', mentre alcuni testimoni hanno riferito che Restivo, tra le ore 12 e le ore 13 del 12 settembre 1993 aveva i pantaloni bagnati. Rispondendo alle domande dei giudici, che gli chiedevano come mai non avessero portato un flash nonostante l'orario del sopralluogo, Pace ha detto che ''si trattava di un servizio urgente improvvisato'', precisando subito che ''lo stato dei luoghi, quella sera, era identico a quello che appare poi nelle foto scattate il 5 ottobre 1993'', giorno del primo sopralluogo della Polizia scientifica, ''anche per il fatto che - ha proseguito - i lavori nel cantiere erano stati sospesi''.
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