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Scomparso

Patrizia Rognoni

Sesso:F
Età:56 (al momento della scomparsa)
Corporatura:normale
Statura:170
Occhi:castani
Capelli:bianchi
Scomparso da:Castelveccana (Varese)
Data della scomparsa:16/09/2009
Data pubblicazione:28/09/2009

Patrizia Rognoni, 56 anni, gestisce un negozio a Lugano, in Svizzera. La sera di mercoledi 16 settembre 2009 è tornata a casa  dopo aver lasciato la figlia dal padre con cui avrebbe passato la notte. Il giorno dopo avrebbe dovuto andarla a riprendere a scuola, ma non si è vista. La scuola ha avvertito il padre e da quel momento sono partite le ricerche.

  • 30 settembre 2009

    Sono iniziante nel pomeriggio di oggi le ricerche nel lago Maggiore di Patrizia Rognoni, la 56enne svanita nel nulla da mercoledì 16 settembre da Castelveccana (Varese), proprio il giorno prima di presentarsi in tribunale per una doppia udienza legata alle conseguenze della separazione dal marito. I sommozzatori del Centro Subacquei dei Carabinieri di Genova, dopo le verifiche tecniche delle strumentazioni al porticciolo della frazione di Caldé, hanno cominciato a scandagliare i fondali con l'ausilio di Pluto, sofisticata apparecchiatura in grado di "vedere" fino a 300 metri di profondita': lungo poco meno di due metri e del peso di un quintale e mezzo, dispone di sonar e schermo tv, cinque motori, un braccio manipolatore.

     

  • 5 ottobre 2009

    Continuano ancora, ma senza risultato, le ricerche di Patrizia Rognoni. Le ultime sue tracce restano la macchina parcheggiata fuori della sua villetta e la sua borsa con gli effetti personali lasciata a casa. Esatte le segnalazioni arrivate alla nostra trasmissione che la individuavano nella zona di Lugano, ma purtroppo si riferivano probabilmente alla sua attività  commerciale che Patrizia Rognoni ha continuato a svolgere a Lugano fino al giorno prima della sua scomparsa.

  • 22 febbraio 2010

    A 150 giorni dalla scomparsa Patrizia Rognoni non è ancora tornata a casa. Nuovi indizi aprono a nuovi scenari. Da tempo la donna frequentava i corsi di un sedicente esperto di ‘Psychetrofica’ e sembrava subirne molto l’influenza. Non solo. Patrizia Rognoni aveva un conto corrente cointestato con un’amica e una cassetta di sicurezza. Sembra che l’ammontare dei due depositi superasse di molto le centinaia di migliaia di euro. Il conto ora risulta svuotato. E l’amica conitestataria nega quello di cui esistono le prove: la ricevuta dell’apertura del conto intestato a lei e alla Rognoni.

  • 15 marzo 2013

    Il marito di Patrizia Rognoni, Roberto Corti, ha deciso uscire dal suo riserbo e di parlare a “Chi l’ha visto?”:
    "E' stato il classico colpo di fulmine con il quale io mi sono innamorato, penso anche mia moglie di me. Nel giro di un anno abbiamo deciso di sposarci. E' cambiato tutto per noi, è nata anche nostra figlia. Poi si è bloccato tutto. Si è fermato tutto”, ha esordito Corti, che ha smentito di averle rivolto le minacce verbalizzate dalla moglie nelle sue denunce, che lui ritiene frutto del “consiglio di qualcuno, come tante altre cose”. Corti ha ricordato così gli ultimi contatti con la moglie: “Mia figlia aveva ricevuto due telefonate dalla madre il giorno prima della scomparsa, con un numero non visibile, cosa che non mi risulta abbia mai fatto prima. La notte della scomparsa io avevo con me mia figlia perché avevamo l'affidamento congiunto. Io e mia figlia come al solito ci siamo coricati molto presto e ci siamo svegliati verso le 7 - 7:30 e poi l'ho accompagnata a scuola. Al ritorno lascio la mia macchina da un meccanico per riparazioni e mi reco a Domodossola ad acquistare del materiale. Al mio ritorno, quando salgo sul traghetto, erano presumibilmente le 14:30 -15, ricevo una telefonata di mia figlia che mi dice che la mamma non era andata a scuola a prenderla". Dopo avere confidato "il rimpianto di non averle lasciato fare quello che voleva", Corti ha escluso ogni sua responsabilità nella scomparsa della moglie ritenendo che gli inquirenti “probabilmente sono a conoscenza di altre cose” e pensano che lui “non c'entri niente”. Corti non ha escluso la possibilità che Patrizia Rognoni possa essere ancora viva, affermando di spera per la figlia che lo sia.

    Anche Enzo Iacchetti è tornato sul caso, dopo che i suoi forti appelli affidati a “Chi l’ha visto?” hanno portato alla nascita di numeroso comitato intorno agli amici Patrizia Rognoni per tenere alta l’attenzione sulle indagini. “Io avevo deciso di togliermi di mezzo dopo che ero stato chiamato a Roma dal Prefetto per le persone scomparse, che mi aveva pregato di non apparire più in televisione perché le indagini erano ad un ottimo punto della situazione e quindi ogni mia apparizione poteva creare confusione”, ha premesso Iachetti, che ha detto di avere aderito alla richiesta perché crede nella giustizia e nella magistratura. Non avendo ricevuto più alcuna notizia, Enzo Iachetti ha ritenuto di dover rinnovare il suo appello agli inquirenti: “Visto che mi avete contattato, visto che mi avete chiamato, visto che vi ho obbedito, visto che sono quello che tiene calmi tutti quanti su idee strane su ciò che è successo, ditemi qualcosa. Non so più niente. Né chi sta facendo le indagini, né se le indagini vanno avanti, né se il prefetto di Roma sulle persone scomparse si è reso conto di avermi detto e di avermi preso anche in giro. Io mi trovo ad avere a che fare con 1100 persone che mi dicono che non sto facendo più nulla. Decine di programmi, decine di gionalisti mi chiedono di intervenire su questa cosa, ma io non ho mai voluto dichiarare niente, perché niente so. Il mio solo compito è quello di riferire a mille e oltre iscritti al comitato, quello che sta accadendo su questo caso. Lo facciamo per amore per affetto per una nostra amica, nel mio caso compagna di classe e amica per il resto della mia e della sua vita, che in un attimo si è interrotta”.

  • 21 marzo 2012

    “Quando ho visto l’appello in tv sono rabbrividito, mi sono risentito con alcuni compagni di classe e alcuni professori". Parla a “Chi l’ha visto?” Enzo Iacchetti ex compagno di scuola e amico di Patrizia Rognoni, scomparsa da Castelveccana (Varese) il 16 settembre del 2009. "Insieme abbiamo deciso di costituire un comitato di amici e di professori di scuola per sapere la verità su Patrizia Rognoni. Senza "Chi l'ha visto?" della scomparsa di Patrizia non se neparlerebbe più già da un anno. Siccome Federica Sciarelli nella puntata scorsa ha detto ‘noi siamo la sua famiglia e ne vogliamo parlare ancora’, a me questa cosa ha toccato molto. Federica non sarai mai da sola, ci saremo anche noi e siamo in tanti ti giuro, perché vogliamo sapere la verità". Enzo Iacchetti, che ha conosciuto molto bene Patrizia Rognoni ed è stato sentito anche lui dagli inquirenti, è convinto che la donna non sarebbe mai andata via volontariamente lasciando da sola la sua bambina.

  • 28 marzo 2012

    Dopo le reazioni alla sua intervista del 14 marzo 2012, tra le quali quella di Enzo Iachetti ex compagno di scuola Patrizia Rognoni, il legale della donna scomparsa, avv. Corrado Viazzo, si è scusato e si è detto pronto a collaborare con gli amici della donna: “Mi rendo conto che era stata un'affermazione del tutto infelice e chiedo scusa se ho ferito i sentimenti delle persone che volevano bene alla signora Rognoni. Io quella sera non potevo vederla per impegni sopraggiunti e la signora Rognoni ha voluto comunque vedermi. Non volevo mettere in ridicolo l'attesa e chiedo scusa come è giusto che sia. Definirmi un avvocato da Zelig non tiene conto di quello che ho fatto per la signora Rognoni. Ben venga un comitato, anche se tardivo, sicuramente tutto il mio archivio di informazioni è a disposizione degli amici della signora Rognoni, il cui bene è sia il mio scopo, il suo e di tutti quelli che si occupano di questa vicenda”.

    La sera del 16 settembre del 2009, Patrizia Rognoni è andata dal suo avvocato a Luino per parlare del processo che si sarebbe celebrato il lunedì seguente. Avrebbe voluto chiudere la battaglia legale con il marito, ma non sapeva che anche lui a luglio le aveva inviato presso il suo avvocato un fax in cui si dichiarava “Voglio accettare la proposta del giudice" di eliminare tutte le denunce. I coniugi avevano tempo fino al 7 settembre per ritirare tutte le querele, come aveva stabilito il giudice Giorgetti. Ma il 29 di agosto Patrizia Rognoni ha scritto al suo legale “Non ho avuto nessun contatto con i legali di mio marito”. “Il fax è arrivato il giorno 24 luglio e non abbiamo più avuto occasione di incontrarci. In quel periodo non c'era. Era sempre lei che si faceva viva e in quel periodo non mi ha contattato. E noi dovevamo fare un incontro per verificare le possibilità di un accordo. Riconciliazione è un parola grossa”, ha spiegato l’avv. Viazzo. Lo stesso legale ha motivato l’invio della risposta all'avvocato del marito l' 8 di settembre dicendo che il 7 era un “termine indicativo dato dal giudice ma la volontà sarebbe stata espressa davanti al giudice nel corso dell'udienza. Abbiamo preso a confrontarci io e la signora Rognoni e sul piatto della bilancia c'erano molte situazioni. Il chiudere quella sola vicenda non avrebbe risolto niente perché sullo sfondo c'erano una serie di altre denunce”. L’avv. Viazzo ha anche ricordato che, per verificare informazioni fiscali sul conto del marito di Patrizia Rognoni, su sua richiesta aveva incontrato un ex dipendente dell’uomo che dopo il licenziamento aveva manifestato un forte rancore.

    Dopo l’incontro con il suo legale a Luino, lungo la strada per il ritorno a Castelveccana, la sera del 16 settembre 2009 Patrizia Rognoni telefonò alla figlia di 12 anni che quella notte doveva dormire con il padre. Il giorno dopo doveva andare a prenderla a scuola alle 13,30, ma non si presentò e la bimba rimase due ore ad aspettarla in lacrime. Il marito, Roberto Corti, al centro di pesanti sospetti anche per una violenta lite del 2004, culminata con minacce di morte e il medicamento al pronto soccorso di Patrizia Rognoni che lo denunciò, ha raccontato a “Chi l’ha visto?” la sua versione, dichiarando che non le avrebbe mai fatto del male. La sera del 16 settembre lui si trovava a casa con la figlia a Coveglio, a circa 13 km. Dopo aver messo la bambina a letto andò a dormire anche lui. Il giorno dopo accompagnò in auto la figlia a scuola a Luino e poi, con il suo furgone, si recò a Crodo (Verbania - Cusio - Ossola) per un appuntamento di lavoro. L’uomo stesso ha mostrato il furgone Iveco Duty rosso, riferendo che gli inquirenti hanno esaminato altri suoi veicoli ma non quello, facendo intendere di non avere ha nulla da nascondere.

    Gli inquirenti, dopo la puntata del 14 marzo, hanno ascoltato una testimone che ha detto di aver visto una Peugeot ferma con due uomini in attesa davanti al cancello di casa Rognoni, il giorno e l'ora della scomparsa.