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Scomparso

Silvana Pica

Sesso:F
Età:57 (al momento della scomparsa)
Corporatura:esile
Statura:180
Occhi:verdi
Capelli:biondi
Abbigliamento:Bomber nero con collo di pelliccia, pantaloni neri e scarpe nere. Ha in testa un cerchietto tartarugato, al polso un orologio grande, rettangolare, ornato di brillantini e al dito un anello vistoso, scuro, con brillantini. Porta occhiali rettangolari da vista con montatura scura in plastica. Ha un trolley nero con al centro ricami di vari colori.
Segni particolari:Cammina leggermente curva sul lato destro.
Scomparso da:Pescara
Data della scomparsa:17/01/2012
Data pubblicazione:03/02/2012

Silvana Pica, 57 anni, vive a Pescara, in un appartamento che condivide con due donne, parla fluentemente inglese e francese e lavora come traduttrice simultanea per la Provincia. E' stata vista l'ultima volta martedì 17 gennaio, quando ha fatto visita per pochi minuti alla ex suocera, alla quale è molto legata. Aveva le labbra gonfie, come per una reazione allergica o come se avesse ricevuto un colpo. Le coinquiline non hanno saputo dare notizie sul suo allontanamento. Entrato in casa della donna per un sopralluogo con i carabinieri, il figlio ha trovato nella sua camera in disordine le sigarette che fuma (marca More, al mentolo, di colore marrone, lunghe e sottili) e i farmaci necessari per la sua terapia.  Non guida e non possiede un'auto.

  • 15 febbraio 2012

    La porta della camera di Silvana Pica non era chiusa. Le chiavi erano inserite nella toppa, dall’interno. Nella stanza “Chi l’ha visto?” ha trovato una guida per lavorare in Francia, con molte sottolineature fatte con un evidenziatore. Una delle due coinquiline romene ha riferito di aver visto la donna alle 15 del 17 gennaio. Le avrebbe confidato che aspettava con apprensione il 19 gennaio, data in cui il figlio avrebbe dovuto sostenere un esame all’università. Anche lei ha notato che Silvana Pica aveva il labbro inferiore molto gonfio, come per un’allergia. La ex suocera di Silvana Pica ha raccontato che nella sua breve visita, alle 18 dello stesso giorno, lei le aveva chiesto poter restare a dormire, cosa che non era possibile.

  • 29 febbraio 2012

    Due giorni dopo la scomparsa, il figlio di Silvana Pica, con il quale aveva riallacciato da pochi mesi un rapporto dopo anni di lontananza, avrebbe sostenuto uno degli ultimi esami universitari prima della laurea. Un appuntamento la donna attendeva e che non avrebbe certamente mancato. Era un periodo felice, per lei, e per questo il cognato ritiene che il suo non sia stato un allontanamento volontario: “Era una donna felice e appagata e a questo punto bisogna indirizzarsi verso una modalità di ricerca completamente diversa. I carabinieri dovrebbero aprire un fascicolo per verificare che dietro questo allontanamento non ci sia qualcosa di più grave”. Anche chi l’ha frequentata durante le festività natalizie, la ricorda serena e socievole. Sarebbe apparsa invece più preoccupata dopo capodanno, ma nessuno sa spiegarne le eventuali ragioni. Il 19 gennaio era prevista un’udienza della causa civile con l’ex marito. Il legale che da molti anni cura i suoi interessi nel procedimento ritiene improbabile un allontanamento improvviso.

  • 7 marzo 2012

    Né la suocera né la coinquilina, che hanno visto Silvana Pica il giorno della sua sparizione, hanno riferito di un gonfiore anche alla lingua o di uno strano modo di parlare. Per questo secondo i testimoni la tumefazione potrebbe avere un’origine traumatica e non allergica. Alle 18 la donna potrebbe essere tornata a casa sua, dall’altra parte della città. Le sue chiavi sono state ritrovate all’interno della camera. I familiari ipotizzano che quel giorno Silvana Pica cercasse di fuggire da qualcosa di indesiderato o pericoloso. “Alle ore 18 questa donna esce con il suo trolley da casa di mia madre e sparisce nel nulla? Nessuno la vede? Per me poteva aver avuto un appuntamento indesiderato, dal quale era scappata chiedendo ospitalità a casa di mia madre”, ritiene l’ex cognato. A ottobre Silvana Pica si era riavvicinata al figlio ed era iniziato per lei un periodo di serenità, culminato in un Natale celebrato con lui per la prima volta dopo molti anni.

  • 13 marzo 2012

    I carabinieri di Pescara hanno consegnato al pm Valentina D’Agostino una memoria scritta dal figlio di Silvana Pica. Il giovane chiede alla Procura di aprire un fascicolo per sequestro di persona o omicidio.

  • 14 marzo 2012

    L’ex  cognato di Silvana Pica si è appellato ai suoi concittadini pescaresi per informazioni utili: “Le strade a quell’ora sono piene di gente. C’è shopping, gente che rientra dal lavoro, gente che rientra con famiglie. Possibile che nessuno abbia visto questa persona che si distingueva per un’andatura particolare, per un’altezza considerevole e per il trolley nero che portava?”. Ha ipotizzato inoltre che la donna possa aver fatto un incontro indesiderato nel pomeriggio del 17 gennaio, prima di chiedere asilo a casa della ex suocera. Tornata a casa sua, avrebbe cenato e in seguito potrebbe essere stata chiamata da qualcuno o aver ricevuto una visita. Una commessa di una gioielleria del centro di Pescara ha detto che a fine dicembre 2011 Silvana Pica si era informata per l’acquisto di un orologio da regalare al figlio, riservandosi di tornare con lui per scegliere insieme il colore. Il figlio è intervenuto telefonicamente nel corso della trasmissione per raccontare gli esiti di un nuovo sopralluogo dei carabinieri a casa della madre nel corso del quale sono stati trovati documenti su un deposito bancario di 35.000 euro, carte di credito e il computer portatile. “Non ci sono elementi che ci portino a pensare che si tratti di un allontanamento volontario o di un suicidio – ha dichiarato -, proprio per il fatto che mia madre era in un momento particolarmente felice della sua vita, dovuto al riavvicinamento con me dopo molti anni di lontananza non dovuti alla nostra volontà. Per questo rivolgo un appello ai carabinieri e alla Procura di Pescara affinché seguano esplicitamente le piste dell’omicidio o del sequestro di persona”.

  • 16 marzo 2012

    Un peschereccio nella serata di ieri ha riportato a riva la borsa di Silvana Pica. Dentro c’erano il portafogli, con i documenti della donna, denaro e una trousse. La borsa è rimasta impigliata in una rete al largo della costa tra San Salvo e Termoli.

  • 21 marzo 2012

    I carabinieri di Pescara ipotizzano che, dopo aver fatto visita alla ex suocera Silvana Pica possa essere tornata a casa sua, dove avrebbe cenato, come lascerebbe pensare alcune stoviglie sporche. Nicola Palazzo, comandante del motopeschereccio "Cristal" di Termoli, ha descritto a “Chi l’ha visto?” la borsa di Silvana Pica ripescata dalla sua rete a strascico nel tratto di mare tra Vasto e San Salvo, 60 km a sud di Pescara, a una profondità compresa tra i 50 e i 60 metri: “La borsa era mezza aperta e dentro c’erano i documenti, il portafogli, un cellulare. Ho versato queste cose in una cassetta per farle asciugare, perché erano tutte piene di fango, e poi ho portato tutto in Capitaneria di Porto. Non sapevo che questa donna era scomparsa, pensavo che la borsa fosse stata rubata e buttata in mare. Però se fosse stato un furto, non ci sarebbero stati i soldi nel portafogli”. Il cellulare ritrovato in mare era il secondo in uso alla donna, mentre quello principale è stato trovata nella sua camera. La badante della ex suocera è certa, tuttavia, che la donna non avesse con sé la borsa quando è andata a farle visita. “Il ritrovamento così lontano della borsa fa sorgere maggiori sospetti”, ha dichiarato l’avvocato di Silvana Pica, che ha avuto mandato dal figlio Lorenzo di occuparsi della scomparsa della madre in sede penale. “La borsa indubbiamente non vola. O qualcuno l’ha gettata o è arrivata in mezzo al mare. Rimane un grosso punto interrogativo”.

    Tra i documenti della donna è stata rinvenuta una lettera indirizzata al figlio Lorenzo, datata Natale 2008, nella quale dimostrava di avere fin da allora un grande desiderio di riavvicinarsi a lui.

    Ospite nello studio, il cognato di Silvana Marcello Berghella ha dichiarato: “Io al gesto estremo non posso credere. Silvana appariva una persona serena, aveva ripreso vitalità e recuperato una bellezza estetica che era sfiorita negli anni. Ha lavorato per la Twenty Century Fox, ha lavorato a Roma, ha lavorato in America, è stata una persona sempre attiva e piena di vita. Non potrei puntare il dito su qualcuno per questa scomparsa. Iniziano però a maturarsi anche nella Procura delle possibilità che siano alternative al suicidio e ci potrebbero essere delle contraddizioni tra le persone sentite in questi giorni”.

  • 28 marzo 2012

    Nella borsa di Silvana Pica, recuperata in mare dalla rete di un peschereccio al largo tra Vasto e Termoli, ci sono il suo secondo telefonino, il passaporto, 55 euro e un orologio senza cinturino con le lancette ferme alle 5:45, non si sa di quale giorno. Il moschettone della tracolla della borsa è rotto e le cause di questa rottura potrebbero essere molteplici: per esempio una colluttazione o le operazioni di pesca. Claudio Manganiello, comandante della Capitaneria di Porto di Termoli, che ha effettuato ricerche di superficie per individuare ulteriori tracce, ha spiegato a "Chi l’ha visto?" che il ritrovamento della borsa è compatibile con il flusso delle correnti sottomarine della costa adriatica tra Abruzzo e Molise. La borsa avrebbe seguito una delle due possibili direzioni delle correnti, che divergono fra loro di circa trenta gradi: oltre a quello che scorre da nord a sud, c’è infatti un flusso costante verso i Balcani. Chiara Berghella, nipote di Silvana Pica, ha raccontato di aver visto la zia a Pescara sabato 14 marzo, mentre percorreva viale Marconi in direzione di casa sua e sembrava essere appena scesa da un autobus. "Mia zia andava sempre in giro con due borse: una a tracolla e il trolley - ha spiegato la ragazza -. Mi ricordo che prima di Natale era proprio felice. Lo notavo nei suoi occhi. L’ho vista tranquilla perché sapevo che si stava rivedendo con Lorenzo, il figlio". Domenica 15 gennaio la donna avrebbe dovuto pranzare con la suocera, ma ha disdetto telefonicamente l’appuntamento a causa di impegni di lavoro. Nei giorni successivi donna ha poi disertato il posto di lavoro senza avvisare. La coinquilina rumena ha riferito del loro ultimo incontro, alle 15 di martedì 17 gennaio, per una bolletta da pagare, quando Silvana aveva già il labbro gonfio che aveva poi allarmato la ex suocera tra le 17 e le 18. A più di due mesi dalla scomparsa non sarebbe ancora stata fatta dagli inquirenti una comparazione incrociata delle celle dei ripetitori telefonici agganciati dai due cellulari di Silvana Pica, per ricostruire il tragitto fatto il 17 gennaio all’uscita dalla casa della ex suocera. Una testimone, che preferisce non rivelare il suo nome, ha riferito ai carabinieri di aver visto Silvana Pica alle 20:30 proprio in prossimità dell’abitazione della ex suocera. Si sarebbe stata diretta verso corso Vittorio Emanuele, nella direzione opposta al mare, strada sulla quale passano molti autobus che la donna avrebbe potuto prendere per tornare a casa.

  • 2 aprile 2012

    Vincenzo Berghella, l’ex marito di Silvana Pica, in una conferenza stampa ha puntualizzato la sua posizione nella vertenza civile che da venti anni vede contrapposti gli ex coniugi. “Non mi risulta che il giorno 19/1/2012, udienza di precisazione delle conclusioni della causa per la divisione degli immobili di mia proprietà ma ricaduti nella comunione, dovessimo comparire in Tribunale io e la mia ex moglie Silvana Pica, ma solo gli avvocati”, ha detto Beghella in merito alla scadenza prevista due giorni dopo la scomparsa. “Ho trascorso il Natale 2011 con mio figlio Lorenzo e in quella circostanza ho appreso che la mia ex moglie era ospite di mia madre”, ha riferito inoltre il medico. Vincenzo Berghella ha infine spiegato di aver reso già a inizio febbraio una testimonianza ai carabinieri, dicendo di aver appreso della visita della scomparsa alle 20:30 circa del 17 gennaio da una telefonata della madre.

  • 16 gennaio 2013

    Il quotidiano “Il Centro” ha pubblicato la notizia che per la procura di Pescara l’ipotesi di reato, contro ignoti, è di sequestro di persona. La procura si appresterebbe a chiedere una proroga delle indagini di altri sei mesi.

  • 13 marzo 2013

    Gli esami effettuati dal RIS dei carabinieri di Roma hanno accertato che non appartiene a Silvana Pica la gamba ritrovata il 21 settembre 2012 sul litorale di Vieste (Foggia). Ha dato infatti esito negativo il confronto tra il profilo genetico ricavato dall’arto con quello della sorella della donna. Altre analisi degli stessi specialisti dei carabinieri hanno stabilito che sono di Silvana Pica i capelli inviati nel giugno dello scorso anno a un investigatore privato incaricato dalla famiglia, in una lettera anonima contenente anche dei bossoli. Sarebbero stati recuperati presumibilmente da una spazzola.