Roma, 30/1/2019 - "Risalgono a un periodo compreso tra il 90 e il 230 dopo Cristo" le ossa ritrovate a ottobre sotto la guardiania della Nunziatura Apostolica in via Po. Il quotidiano "Il Tempo" dà notizia della conclusione degli accertamenti scientifici sulle datazione affidati dalla procura a un istituto specializzato. "Apprendiamo ancora una volta la notizia dalla stampa - commenta a "Chi l'ha visto?" Pietro Orlandi - quando non ci è ancora stato fatto leggere nessun documento ufficiale". "La mia famiglia - continua - cerca Emanuela da 35 anni e siamo gli ultimi a essere informati. Leggo che le ossa che in un primo momento sono state attribuite a mia sorella avrebbero in realtà 2000 anni. Mi colpisce molto il fatto che nei primi giorni era stato detto che le ossa erano recenti". "Possibile - si chiede - che non si capisca subito se sono resti recenti o archeologici? Quando fu aperta la tomba di Enrico De Pedis e furono analizzate le ossa della cripta della Basilica di Sant’Apollinare furono scartate subito le ossa vecchie di 300 anni". "Come mai - si domanda ancora - stavolta hanno parlato di ossa recenti ed è stato fatto il nome di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori se sono ossa di epoca romana?". Piero Orlandi chiede ulteriori accertamenti: "Da uno dei reperti è stato estratto un Dna maschile, ma per me i dubbi restano sugli altri frammenti a cui non è stato possibile attribuire il sesso". "Mi aspetto - ha concluso - che qualcuno dia una spiegazione su come ossa di 2000 anni potessero trovarsi a 20-30 cm sotto il pavimento alcune di esse addirittura inglobate nel cemento". "Abbiamo sperato in una conclusione della vicenda, ma le ragazze non devono essere dimenticate", è stato il commento di Antonietta Gregori, in diretta durante la striscia quotidiana delle 11:30, che ha lamentato anche lei di non essere stata informata ufficialmente sull'esito delle analisi.