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Denise: Maria Angioni a processo, “leale collaborazione con pm”

Sassari, 30/7/2021 - "Per spirito di leale collaborazione con la Procura della Repubblica di Marsala ho chiesto di essere sottoposta a un nuovo interrogatorio, in data successiva ai giorni in cui avrò avuto la materiale disponibilità degli atti del corposo fascicolo relativo al processo per il sequestro di Denise Pipitone, e diversi altri fascicoli rilevanti; la Procura ha fissato date che non mi avrebbero permesso di rendere dichiarazioni suffragate dagli atti, ho chiesto un rinvio, e come immediata reazione la Procura ha scelto di esercitare l'azione penale nei miei confronti". Lo ha scritto sul suo profilo Facebook Maria Angioni, ex pm che indagò sul rapimento della bambina, in riferimento al giudizio immediato per false dichiarazioni al pm disposto dalla procura di Marsala, nell'ambito della nuova indagine sul sequestro di Denise Pipitone.

"Ho tempo a questo punto fino alla chiusura del dibattimento - ha aggiunto Angioni - per eventualmente precisare e spiegare le mie dichiarazioni, con consapevole e ragionata valutazione degli atti. Interrogatori al buio niente da fare, mi dispiace, non ho iniziato e portato avanti tutta questa cosa per perdere tempo, e sprecare importanti occasioni per ristabilire verità utili. Non ho certo paura". Intervenendo nei commenti al suo post, Angioni ha aggiunto: "I Pm di Marsala saranno sicuramente convinti delle buone ragioni dell'accusa, io d'altra parte ho il diritto non solo di difendermi, ma anche di portare ogni situazione problematica, nell'ambito dei fatti che mi sono stati contestati, davanti al giudice, in un processo pubblico”. “All'epoca delle indagini per il sequestro di Denise Pipitone – ha commentato ancora - ho incontrato tanti problemi, e ritengo che sia inutile e dannoso andare avanti nel tentativo di capire cosa avvenne alla bambina, se prima non si viene a capo di quei problemi".

Il magistrato, ora giudice del lavoro a Sassari, era stata sentita come testimone dopo le sue dichiarazioni su tentativi di depistaggio, connivenze e gravissime falle nell'inchiesta. In seguito a mancati riscontri, era stata convocata come indagata per false dichiarazioni a pubblico ministero. All'inizio di luglio Angioni aveva reso noto di avere "depositato due denunce per reati gravi, in relazione a tutto quanto avvenuto circa la mia posizione processuale".



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