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Agata Scuto: Arrestato ex convivente della mamma per omicidio




Catania, 17/1/2022 - Rosario Palermo, ex convivente della mamma di Agata Scuto, è arrestato dai Carabinieri di Acireale per omicidio e occultamento di cadavere. Il caso della ragazza scomparsa nel 2012 era venuto alla luce nel 2020 dopo le segnalazioni a “Chi l’ha visto?”. La procura di Catania, che aveva aperto una indagine su di lui, in un comunicato spiega che l’uomo "aveva instaurato un rapporto particolare con la ragazza", "fornito false notizie sui suoi spostamenti" e "cercato di inquinare le prove". Intercettato mentre parlava da solo in auto “spaventato dal suo possibile arresto, manifestava il proprio timore che il corpo di Agata Scuto venisse trovato in un casolare a Pachino e che si accertasse che la stessa era stata strangolata e bruciata, riflettendo sulla necessità, inoltre, di recarsi sul luogo per verificare cosa fosse rimasto del cadavere". Secondo la procura, il giorno della scomparsa di Agata Scuto, Palermo "non si era recato né a raccogliere lumache nella piana di Catania né a raccogliere origano sull'Etna, come dallo stesso sostenuto negli interrogatori". Non solo. Il sospetto degli inquirenti è che l'uomo "avrebbe cercato di inquinare le prove, non solo ottenendo da dei suoi conoscenti la conferma del suo falso alibi, ma addirittura predisponendo una complessa messa in scena per simulare delle tracce tali da giustificare la ragione per la quale il giorno della scomparsa di Agata si era gravemente ferito ad una gamba" sostenendo che era stato a causa di una caduta in montagna. "Al fine di inquinare le prove, l'indagato, durante le restrizioni alla libera circolazione dovute alla pandemia, spiega la Procura - avrebbe cercato di nascondere in una località sull'Etna un tondino di ferro intriso del suo sangue, tondino che avrebbe voluto fare ritrovare il giorno del suo arresto al fine di dimostrare il suo alibi e la sua innocenza".

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Il comunicato della procura di Catania:

"In data odierna, su delega di questa Procura distrettuale, i Carabinieri di Acireale hanno dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale di Catania, traendo in arresto PALERMO Rosario, nato ad Acireale il 04.03.1961, per il delitto di omicidio aggravato e di occultamento di cadavere in danno di Scuto Agata, avvenuto nel giugno del 2012.

Le indagini sono state avviate nel 2020 a seguito delle notizie acquisite in occasione della trasmissione del programma televisivo “Chi l'Ha Visto?" di RAI3, laddove una persona, all'epoca non identificata, aveva affermato che il corpo di Scuto Agata – una ragazza di ventidue anni affetta da epilessia e da una menomazione al braccio e alla gamba - era nascosto nella cantina della casa della madre.

Su delega di questo Ufficio, i Carabinieri di Acireale, avvalendosi anche di nuovi strumenti tecnologici, accertavano però che il corpo di Agata non si trovava né nella cantina né nel terreno circostante l'abitazione familiare.

Venivano, quindi, ricostruite meticolosamente le ultime ore di vita di Scuto Agata, anche mediante l'escussione di numerosi testimoni, e si provvedeva, altresì, a verificare gli spostamenti dei familiari della ragazza e di Palermo Rosario che, all'epoca, era il convivente della madre.

| sospetti si concentravano sul Palermo in ragione del rapporto particolare che egli aveva instaurato nell'ultimo periodo con la ragazza, la quale non usciva mai di casa da sola, né intratteneva rapporti con altre persone, e in ragione della falsità delle notizie fornite agli inquirenti dallo stesso Palermo circa i suoi spostamenti il giorno della scomparsa di Agata. Segnatamente si accertava che Palermo Rosario il giorno della scomparsa di Agata non si era recato né a raccogliere lumache nella piana di Catania né a raccogliere origano sull'Etna, come dallo stesso sostenuto nel corso degli interrogatori resi.

Ulteriori e significativi elementi sono stati acquisiti nel corso delle attività tecniche compiute nei confronti dello stesso Palermo e di soggetti a lui vicini che, allo stato del procedimento e in assenza del contraddittorio tra le parti, costituiscono gravi indizi di colpevolezza circa la responsabilità dell'uomo per l'omicidio e l'occultamento del cadavere. Lo stesso, infatti, parlando da solo all'interno della propria autovettura, spaventato dal suo possibile arresto, manifestava il proprio timore che il corpo di Scuto Agata venisse trovato in un casolare a Pachino e che si accertasse che la stessa era stata strangolata e bruciata, riflettendo sulla necessità, inoltre, di recarsi sul luogo per verificare cosa fosse rimasto del cadavere.

Aggrava il quadro indiziario la circostanza che Palermo Rosario avrebbe cercato di inquinare le prove, non solo ottenendo da dei suoi conoscenti la conferma del suo falso alibi, ma addirittura predisponendo una complessa messa in scena per simulare delle tracce tali da giustificare la ragione per la quale il giorno della scomparsa di Agata si era gravemente ferito ad una gamba. In effetti, risulta dagli atti acquisiti che il giorno della scomparsa di Scuto Agata Palermo era rientrato a casa in tarda ora e gravemente ferito ad una gamba, a causa – a suo dire - di una caduta in montagna. Al fine di inquinare le prove, l'indagato - durante le restrizioni alla libera circolazione dovute alla pandemia - avrebbe cercato di nascondere in una località sull'Etna un tondino di ferro intriso del suo sangue, tondino che avrebbe voluto fare ritrovare il giorno del suo arresto al fine di dimostrare il suo alibi e la sua innocenza."