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Scomparso

Leonardo Paolini

Data pubblicazione:14/04/2010

Intorno alle 3 del mattino del primo marzo 2007 Leonardo Paolini, giovane teramano non ancora 23enne, è stato trovato morto nell’abitacolo della sua auto incendiata. Era figlio di Maurizio Paolini, impiegato di banca, e di Paola Giordano, insegnante di lettere in una scuola media; e aveva due fratelli più grandi, Lorenzo e Francesco. Un ragazzo buono e benvoluto, Leonardo Paolini, che tuttavia aveva cominciato a manifestare dei problemi verso i 16 anni, quando frequentava il locale liceo scientifico Einstein: del fumo inizialmente, per poi arrivare, di lì a non molto all’eroina. Aveva comunque continuato a studiare e, dopo la maturità, si era anche iscritto alla facoltà di scienze motorie dell’Università dell’Aquila. Ma in una drammatica sera aveva raccontato tutto ai suoi genitori e in lacrime aveva chiesto aiuto dichiarandosi pronto a iniziare un percorso di uscita dalla tossicodipendenza con l’aiuto di una comunità. E così era avvenuto. Nel 2006, dopo un anno, uscito dalla comunità sembrava rinato: aveva subito voluto riscriversi all’università, ma stavolta alla facoltà di fisioterapia. Cinque esami in pochi mesi e una nuova “ragazza” testimoniano della sua vitalità e della voglia di riscatto che lo animavano. La sera del 28 febbraio del 2007 era stato a cena a casa e poi aveva detto di voler andare nel bar della località Colleparco per festeggiare con altri il compleanno di un amico. Alle 22.30 era passato a prendere la ragazza con cui trascorse un paio d’ore e finalmente era andato al bar di cui aveva parlato con i suoi. Alle 1.45 salutò gli amici e circa un’ora e un quarto più tardi la drammatica scoperta del rogo della sua auto. Durante le indagini è stato appurato che l’incendio della macchina si è sviluppato dall’interno, vale a dire dall’abitacolo, in cui sono state rinvenute tracce di alcool. Segno evidente che qualcuno ha provveduto ad appiccare il fuoco per far sparire delle tracce. Un’apertura del cranio e del sangue di Leonardo Paolini fuori della macchina indicano che probabilmente il giovane dev’essere stato colpito all’esterno e poi sistemato dentro. Dalla fuliggine presente nei polmoni si deduce che al principio dell’incendio Leonardo Paolini era ancora vivo. Tre indagati nel mondo dello spaccio secondo le rivelazioni di un confidente ma, ad avviso del PM, un quadro probatorio non tale da supportare l’esercizio di un’azione penale. Di qui la richiesta di archiviazione e l’opposizione disperata della famiglia che chiede con l’aiuto del prof. Cusani un supplemento d’indagini per effettuare un controllo sull’attivazione delle celle della stazione radio-base relativa alla zona della morte del ragazzo. La qual cosa consentirebbe di accertare o escludere la presenza degli indagati sul luogo del delitto.