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Scomparso

Perché nessuno è riuscito a salvare Paola, segregata e morta di stenti in casa?

Data pubblicazione:10/01/2018

Il 6 gennaio a Polignano a Mare (Bari) gli operatori del 118 chiamati dai genitori di Paola Manchisi, 31 anni, l'hanno trovata priva di vita sul pavimento della cucina, svestita, tra sporcizia ed escrementi. Pesava 30 kg. "Una ragazza chiusa in casa da anni, scomparsa da viva. Il pm Carmela Bruna Manganelli della procura di Bari ha indagato i genitori per abbandono di incapace aggravato dalla morte, incaricando dell’autopsia il medico legale Antonio De Donno.

Questa è una sconfitta di tutti", ha detto Federica Sciarelli introducendo il caso nella puntata del 10 gennaio. Ad agosto una ex compagna di scuola aveva infatti contattato la redazione di "Chi l'ha visto?", chiedendo aiuto per l’amica che non vedeva da circa 11 anni. A "Chi l'ha visto?" i vicini avevano confermato la situazione, ma all'inviato del programma i genitori della giovane donna hanno negato ogni problema: "Paola sta bene, non ha bisogno di niente. Non c'è nessuna difficoltà", ha detto la madre, spiegando che quella di non uscire di casa era una scelta della figlia. La stessa Paola, al telefono con una cugina, ha declinato l'invito: "Non voglio uscire". A parte i genitori, negli ultimi anni nessun altro ha visto la donna.

Una decina di anni fa il primo intervento dei servizi sociali, con la bonifica da blatte e topi della rimessa attigua all’abitazione. Nell'ottobre scorso i servizi hanno chiesto un colloquio con i genitori, che hanno però rifiutato ogni aiuto, minacciando azioni legali contro gli stessi assistenti sociali. Questi ultimi il 13 dicembre sono riusciti a parlare con Paola al telefono, senza ottenere risultati. Nel frattempo hanno informato il Servizio di Igiene Mentale, ma prima che potesse essere deciso un TSO oppure un accesso coatto in casa per verificare le sue condizioni di vita, Paola è morta. Poteva essere salvata? Perché i genitori hanno rifiutato qualsiasi aiuto? "Morire in queste condizioni è una vergogna nazionale, impossibile che non si possa sfondare la porta. Esiste il reato di maltrattamento in famiglia, la denuncia può farla anche un vicino", ha commentato il presidente dell'Associazione Penelope, avvocato Antonio La Scala, in studio a "Chi l'ha visto?".