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Scomparso

Reggio Calabria: Come è morta Madalina Pavlov?

Data pubblicazione:21/12/2012

Madalina Pavlov, 21 anni, viveva a Reggio Calabria con la madre e la sorella. Dopo un anno di frequenza alla facoltà di lingue dell’Università di Messina, aveva deciso di passare all’ateneo della sua città per studiare giurisprudenza, essendo appassionata di criminologia, progettando anche di trasferirsi in Australia, a Sidney. Nel tempo libero dagli studi e dal lavoro in una pizzeria, era molto attiva nel volontariato. Venerdì 21 settembre ha lavorato fino alle 15. Poi ha incontrato l’ex fidanzato in un bar poco distante trattenendosi fino alle 17:45, quando lui è andato al lavoro dove è rimasto fino a tarda sera. Quindi ha chiamato un’amica che lavora a Napoli, dicendole che stava per realizzare il suo sogno di trasferirsi in Australia. Non ha ripreso servizio alla pizzeria, dove era attesa alle 19. Intorno alle 21 ha perso la vita precipitando da un palazzo in via Bruno Buozzi. L’impatto sarebbe avvenuto di schiena. Oltre che alla parte posteriore e alla base del cranio, sul corpo sono state rilevate lesioni anche al viso. Tra gli effetti personali nella borsa della ragazza, oltre al cellulare, al portafoglio e altri oggetti, sono stati repertati un foglietto quadrato con su scritto “via Bruno Buozzi” e una chiave che apre la porta d’accesso al terrazzo del palazzo. Ai parenti non risulta che Madalina Pavlov conoscesse qualche inquilino, né è chiaro come abbia fatto ad entrare. Nello stabile risiedono due funzionari di Stato e ci sono l’abitazione e lo studio di un ginecologo, del quale la ragazza non è risultata paziente alle verifiche degli inquirenti. Due appartamenti non sono abitati e non c’è portiere. Le prime indagini si sono indirizzate verso l’ipotesi del suicidio, ma la madre di Madalina Pavlov è convinta del contrario ed ha chiesto aiuto al pubblico di “Chi l’ha visto?”. Il medico legale consulente della famiglia, dr. Mario Previtera, ha dichiarato: “Qualcuno ha colpito al volto Madalina prima della sua caduta. Ci sono anche altri elementi che fanno pensare che non si sia trattato di un suicidio: la ragazza indossava soltanto uno stivale, l’altro è stato trovato in strada, poco distante, assieme a una calza”. Il legale della famiglia, avv. Giuseppina Iaria, ha lamentato che “le indagini vanno a rilento, i computer non sono stati ancora consegnati ai periti”. La sorella di Madalina Pavlov, Elena, ha riferito che il 21 settembre, quando l’aveva accompagnata al lavoro in una pizzeria del centro, lei le aveva chiesto di chiamare l’ambasciata dell’Australia per avere informarsi sul visto. Una collega di lavoro ha confermato che “quel giorno era serena come sempre”. Fabrizio Scotto, responsabile dell’ associazione Unitalsi Reggio Calabria, che si occupa dell’assistenza ai disabili, l’ha ricordata come “una ragazza solare e generosa, sempre molto attenta ai più bisognosi. Trasmetteva serenità, dolcezza. Voglia di vivere”.