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Scomparso

Giuseppe Trivella

Edizione:2002/2003
Data pubblicazione:28/10/2002

Giuseppe viveva a Lesmo con la sua compagna e con la sua seconda figlia, una bambina di sette anni. L'uomo è direttore di produzione di un'azienda: "Attaccava alle sei e mezzo di mattina e finiva la sera. Era la nostra colonna portante", dicono di lui. Una vita apparentemente tranquilla, agiata, senza problemi in famiglia. "Era contento e soddisfatto di quel che faceva e dei suoi affetti".

Sabato 8 giugno Giuseppe è uscito dalla sua abitazione verso le 13:35; a bordo della sua auto, una Volvo Station Wagon, in pochi minuti ha raggiunto Peregallo, un piccolo paese della Brianza. Qui è passato per ritirare l'affitto semestrale del suo vecchio appartamento, pari a tremila euro in contanti. Successivamente avrebbe dovuto raggiungere Milano e Novara per degli appuntamenti di lavoro. Infine, alle quattro del pomeriggio, sarebbe dovuto rientrare a casa. Infatti quel giorno, ad Arcore, si svolgeva il saggio di danza della sua bambina, e lui voleva filmare quella prova. Però ai due appuntamenti di lavoro, a Novara e a Milano, non si è presentato. La sua auto, dotata di Telepas, fa registrare un passaggio sulla tangenziale est, presso la barriera di Agrate, alle 14:37. Il senso di marcia dell'automobile è inverso a quello previsto: invece di andare in direzione di Milano, ha attraversato il casello verso Vimercate, a poca distanza da Arcore e dalla sua abitazione. 

Da allora di Giuseppe e della sua auto si è persa ogni traccia.

  • 30 settembre 2002

    Il 4 agosto 2002 è stata ritrovata a Milano, nel grande piazzale sul retro della stazione di Lambrate, la Volvo SW Polar blu di Giuseppe Trivella. Era regolarmente parcheggiata e chiusa a chiave. La batteria era scarica. Dentro c'erano il suo maglione, la giacca che di solito usava, gli attrezzi di lavoro, i campionari e l'ombrello della figlia. Nel cruscotto dell'auto è stata trovata anche la carta d'identità (il passaporto lo aveva lasciato a casa). Dal giorno della sua scomparsa Giuseppe Trivella non ha effettuato nessun prelievo dai suoi conti correnti. Questi elementi, uniti a quanto emerso dal ritrovamento dell'auto, risultano in contrasto con l'ipotesi di una fuga. Così la misteriosa scomparsa fa immaginare agli inquirenti altri drammatici scenari. A bordo dell'auto sono state rilevate parecchie impronte digitali e molte tracce che fanno ipotizzare sia stata parcheggiata molti giorni dopo la scomparsa di Trivella. Sono molti gli automobilisti che utilizzano questa grande area di scambio vicino alla stazione di Lambrate: qualcuno ricorda di aver visto parcheggiata quest'auto?

  • 28 ottobre 2002

    L'ultima persona che Giuseppe Trivella aveva incontrato alle 13,40 dell'8 giugno, il giorno della sua scomparsa, era stato il suo inquilino, Francesco Legname. Messo alle strette dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Monza (Milano), il 21 ottobre scorso l'uomo ha confessato di avere ucciso Giuseppe Trivella. Nelle precedenti puntate 'Chi l'ha visto?' aveva più volte sottolineato che al suo ultimo appuntamento, con l'inquilino che da oltre un anno viveva nel suo vecchio appartamento di Peregallo, per riscuotere affitti arretrati per circa 3000 Euro, Trivella era stato visto entrare ma non c'era nessuno lo aveva visto uscire da quella casa. Il 14 giugno la moglie di Legname aveva dichiarato che Trivella, contrariamente al solito, quella volta non era salito a incassare l'affitto ma aveva chiesto a Legname di scendere, perchè lui aveva fretta. Dopodichè, ricevuta la somma, sarebbe andato via. Nella puntata del 30 giugno l'inviato della trasmissione è tornato a cercare i coniugi Legname scoprendo che la moglie era probabilmente tornata in Sicilia all'inizio dell'estate e che il marito era assente da una quindicina di giorni. Troppe stranezze intorno a quell'ultimo incontro e a quella casa. E poi nessuno aveva visto Trivella risalire sulla sua Volvo Polar station wagon il cui Telepass aveva fatto registrare alle 14,37 un passaggio sulla tangenziale est, presso la barriera di Agrate, un'ora dopo l'uscita di casa. Oggi si è venuto a sapere che il veicolo era transitato in direzione di Milano, non in senso opposto, come erroneamente comunicato in un primo tempo dalla società che gestisce l'autostrada. Quindi nessun mistero: per depistare le indagini, l'assassino aveva subito allontanato l'auto della vittima dal luogo dell'omicidio.
    Risulta che l'inquilino, dopo avere spinto giù per le scale Trivella, lo abbia trascinato svenuto all'interno della cantina. Qui, ben attento a non farsi vedere da nessuno, con fredda determinazione gli avrebbe sferrato diversi colpi di martello, uccidendolo. Poi, munito di guanti, avrebbe preso l'auto portadola alla stazione di Lambrate. Rientrato a casa con i mezzi pubblici, sarebbe ridisceso in cantina, rimanendoci fino alle 20 circa per disfarsi del corpo. Infine avrebbe caricato sulla sua auto diversi sacchetti, che avrebbe poi scaricato vicino ad alcuni cassonetti nella zona di San Donato, alla periferia di Milano, nei pressi della tangenziale.
    Utilizzando le carte bancomat e i codici trovati nel portafogli di Trivella, Legname avrebbe anche fatto diversi prelievi durante il mese di giugno nelle province di Bergamo, Brescia e Milano, sempre indossando guanti, per non lasciare impronte, nel caso una carta fosse stata trattenuta.
    Francesco Legname, 29 anni, padre di tre figli, è immigrato da anni a Milano, dove ha lavorato come operaio in diverse ditte. Proviene da Gela (Caltanissetta) e non ha precedenti penali.