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Scomparso

Il sequestro di Silvano Azzolini

Data pubblicazione:03/06/2009

Silvano Azzolini, 69 anni, originario di San Felice sul Panaro e residente a Selva Malvezzi di Molinella (Bologna), è separato con un figlio. Ex agente di Borsa, è stato sequestrato lunedì 1 maggio, alle 7 del mattino, mentre si recava nello studio di commercialisti dove collabora come consulente finanziario, a Villanova di Castenaso, alle porte di Bologna. Tre persone incappucciate arrivate con un furgone tipo Renault Traffic bianco con targa rubata l’hanno preso di peso in via Tosarelli e caricato sul furgone. Il mezzo è stato ripreso due volte da una telecamera: all’arrivo nel cortiletto che costeggia la via (verso le 6) e, circa un’ora dopo, quando è andato via. Lo stesso occhio elettronico ha ripreso il suv di Azzolini arrivare un’ora dopo il furgone e, poi, andare via dietro al Renault Traffic. Ad avvisare i vigili sono stati due testimoni: uno abita nella palazzina dove si trova la telecamera, l’altro alle spalle. Il primo ha assistito alla scena ed entrambi hanno sentito la voce di un rapitore: avrebbe detto «aiuta me» in un italiano stentato. Forse, è uno straniero. L’auto di Azzolini è stata abbandonata poco distante, in via Bentivogli, probabilmente perché i rapitori si sono accorti che era fornita di gps satellitare e quindi rintracciabile. Nell’azione non sembra siano state usate armi in modo evidente, una prova della alta qualità criminale di chi ha agito, in pieno giorno, con notevole sicurezza e determinazione.

L’uomo ha una compagna: una donna serba che non si sa se sia già stata rintracciata. I familiari e gli amici, invece, stanno collaborando. È anche grazie a loro che si sta ricostruendo la fitta rete di affari che il consulente in pensione (finito indagato in passato per truffa) ha messo in piedi negli ultimi anni: intermediazioni immobiliari come l’affitto di capannoni per attività artigianali, attività finanziarie e commerciali, dalle schede telefoniche ai legnami. Di tutto. Allo stato non è emerso che sia in possesso di un patrimonio significativo tale da motivare un sequestro a scopo estorsivo, ma quella che i rapitori lo abbiano rapito per ottenere denaro direttamente da lui, senza chiedere riscatto a terzi, rimane l’ipotesi prevalente. Sui suoi conti correnti infatti ci sono somme esigue, ma si lavora anche all'ipotesi che il consulente possa avere delle disponibilità finanziarie all'estero. Le verifiche sono state affidate all'Interpol, mentre gli inquirenti stanno inventariando quanto in possesso dell'uomo. Il sessantanovenne infatti viaggiava spesso in Europa, soprattutto Germania, Svizzera e Serbia. Continuano intanto gli interrogatori dei conoscenti.

Sono state diffuse le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza del furgone affinché chiunque abbia dettagli utili all’inchiesta contatti i carabinieri o la polizia. Il mezzo utilizzato dai rapitori, di colore bianco, è con ogni probabilità un Renault modello Trafic o un Nissan  modello Primas star. Al mezzo utilizzato per il sequestro erano state applicate le targhe CF604KF (anteriore e posteriore), risultate poi rubate da un'autovettura, una Opel Corsa. Il furto era stato denunciato due giorni prima del sequestro, il 30 maggio a Imola (Bologna). L'autovettura era parcheggiata nel parcheggio adiacente alla scuola elementare via Molino Vecchio. Il furto è avvenuto il 29 maggio tra le 9 e le 21.

La Procura ha rinnovato l’appello a collaborare. “Chiunque abbia visto parli”, ha esortato il procuratore aggiunto Massimiliano Serpi, coordinatore della Dda che insieme a Valter Giovannini e Elisabetta Melotti indaga sul caso. Un appello è stato rivolto anche ai sequestratori affinché assicurino all’uomo le cure e i farmaci necessari: soffre gravemente di diabete e di cuore.

  • 5 giugno 2009

    I due uomini fermati per il sequestro e la morte di Silvano Azzolini lo conoscevano bene. Flavio Dell'Erba, imprenditore di 52 anni, del bolognese, è legato sentimentalmente alla commercialista al cui studio Azzolini si appoggiava. Anche Giuseppe Corcione, manovale di 34 anni, di Napoli, lo conosceva bene e aveva lavorato per lui (gli aveva ristrutturato dei capannoni insieme a Dell’Erba). L’ex agente di borsa, tra l'altro, alloggiava in una camera nella casa della figlia della commercialista. I due accusati del sequestro hanno spiegato agli inquirenti di aver creduto che l'uomo avesse un ingente patrimonio nascosto (su cui si sta investigando ma per ora non c’è alcun riscontro). Dell'Erba ha detto di aver saputo che il manovale aveva intenzione di fare qualcosa ma che non immaginava si trattasse di un sequestro. E comunque gli aveva prestato il suo furgone. Corcione ha invece detto agli inquirenti che era alla guida del furgone Nissan la mattina di lunedì e di essersi servito di alcuni manovali con cui lavorava. Sarebbero stati loro a caricare l’uomo sul mezzo mentre lui ha guidato fino a Tredozio, in provincia di Forlì, dove un paio di settimane fa aveva preso in affitto la casa dove doveva essere nascosto l'ostaggio. Quel giorno, ha sempre raccontato Corcione, ha accompagnato i suoi complici e la vittima in quella casa e poi si è allontanato. Solo dopo avrebbe saputo che l’uomo era morto e che il suo corpo era stato nascosto in un bosco poco distante dall'abitazione. Entrambi gli arrestati sono accusati di concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione con morte della vittima.
    Nelle prossime ore gli inquirenti sono convinti di poter individuare i complici stranieri. Non è ancora chiaro come sia morto il consulente: solo l'autopsia chiarirà le cause.

     

  • 6 giugno 2009

    Nell’ambito delle indagini condotte dai Carabinieri di Bologna sul sequestro e l’omicidio del consulente finanziario Silvano Azzolini, il cui cadavere è stato rinvenuto ieri tra i boschi dell’Appennino forlivese,è stato fermato,in attesa di accertare eventuali responsabilità sull’omicidio,un uomo di origine moldava di circa 30 anni.

  • 8 giugno 2009

    Rimane ancora qualche elemento di mistero nella vicenda che ha portato al sequestro e all'uccisione di Silvano Azzolini, l'ex agente di borsa rapito il 1 giugno da tre uomini incappucciati a Villanova di Castenaso (Bologna) e il cui cadavere è stato ritrovato sotterrato in un bosco dell'Appennino forlivese. Gli investigatori stanno cercando quattro borse che l'Azzolini - secondo quanto hanno confermato familiari ed amici dell'ex consulente finanziario - portava sempre con sé contenenti, probabilmente, documenti e tracce della sua, ancora cospicua, attività finanziaria. Intanto i magistrati della Dda di Bologna hanno identificato i due moldavi che insieme al connazionale Serghei Lemnaru, fermato il 6 giugno, avrebbero partecipato materialmente al sequestro. A carico dei due stranieri, forse in fuga fuori dall'Italia, è stato emanato un mandato di arresto internazionale.
    Rimane da chiarire la dinamica dell'uccisione. Per il sequestro e l'omicidio dell'uomo sono stati arrestati Flavio Dell'Erba, 52enne titolare di un'impresa di pulizie; Giuseppe Corcione, 34 anni, manovale napoletano residente a Faenza; e Serghei Lemnaru, moldavo 24enne clandestino in Italia.

  • 9 giugno 2009

    Si chiama Gheroghe Jacob, moldavo di 22 anni, il quarto sequestratore ricercato per il rapimento e l'omicidio del consulente finanziario Silvano Azzolini. Il giovane, regolare sul territorio nazionale e residente a Faenza (Ravenna), si è costituito ieri sera, presentandosi in Procura, a Bologna, accompagnato dal proprio avvocato di fiducia. Durante il lungo interrogatorio ha spiegato che lui a un certo punto non voleva più prendere parte al sequestro, ma è stato convinto all'ultimo momento spinto anche dal miraggio di dividere in parti uguali il favoloso tesoro che il gruppo pensava fosse in possesso della vittima. Il sequestro, ha aggiunto, era stato messo a punto un paio di mesi prima. Ora l'attenzione degli inquirenti è focalizzata su chi o coloro hanno fatto credere che l’ex agente di borsa avesse un tesoro, magari nascosto all'estero, di fatto convincendo il gruppo a rapirlo. Secondo l'accusa le menti di tutto sono l'artigiano napoletano Giuseppe Corcione e il bolognese Flavio
    Dell'Erba titolare di un'impresa di pulizie. Le indagini proseguono per rintracciare un quinto ricercato, già identificato, e confermare il coinvolgimento di altri complici.

     

  • 12 giugno 2009

    Sconcertante la ricostruzione del rapimento e dell'uccisione di Silvano Azzolini alla quale stanno lavorando i pm della Dda di Bologna dal 1 giugno, il giorno del sequestro dell'ex agente di Borsa. Le testimoniante e le ammissioni dei quattro arrestati - l'imprenditore edile Giuseppe Corcione, il titolare di un'impresa di pulizie Flavio Dell'Erba e i due moldavi Serghei Lemnaru e Jacob Gheroghe - sono state intrecciate con gli esiti dell'autopsia. Secondo i medici l'uomo di 69 anni, cardiopatico e diabetico, è morto a causa delle violente percosse ricevute dai sequestratori per farsi dire dove nascondeva un fantomatico tesoro. Anche le confessioni di tre dei quattro fermati, confermerebbero questa versione. L'ex agente finanziario, dopo essere stato rapito alle 7 del 1 giugno a Villanova di Castenaso (Bologna), è stato trasferito in una villetta presa in affitto dai malviventi a Tredozio, piccolo paese sull'Appenino forlivese. Lì è stato ammanettato ad una sedia e ripetutamente colpito alla testa e al volto.
    Secondo i pm Serpi, Melotti e Giovannini che conducono le indagini, a questo punto il capo d'imputazione potrebbe aggravarsi: da sequestro a scopo di estorsione con morte del sequestrato a omicidio volontario che comporterebbe una pena da trent'anni all'ergastolo.

     

  • 15 giugno 2011

    La Corte d'Assise di Bologna presieduta da Leonardo Grassi ha condannato a 30 anni di reclusione Sonia Ceroni, la fiscalista imputata per il concorso nell'omicidio di Silvano Azzolini, 69 anni, il consulente finanziario con cui divideva l'ufficio, sequestrato l'1 giugno 2009 a Villanova di Castenaso e poi ucciso a botte nella stessa giornata in una casa-prigione a Tredozio, sull'Appennino forlivese, per farsi indicare il luogo dove era custodito un 'tesoro', in realta' inesistente. Condanna all'ergastolo, invece, per un moldavo, Teodor Darie, latitante. La Corte ha accolto in pieno le richieste del Procuratore aggiunto Valter Giovannini. La fiscalista - come aveva chiesto l'accusa - è stata condannata con la stessa formula con cui il Gup aveva già condannato in abbreviato Flavio Dell'Erba, amministratore di una ditta di pulizie e manutenzione, legato sentimentalmente alla donna: omicidio, non come dolo diretto, ma come morte conseguenza del sequestro. Il movente era stato individuato da Giovannini, nella sua requisitoria alla scorsa udienza, nell'avidità. Il Procuratore aggiunto aveva considerato attendibili le dichiarazioni di Giuseppe Corcione, piccolo imprenditore edile, e di un moldavo, pure loro condannati in abbreviato e che avevano chiamato in causa la fiscalista. Per Darie, su cui pende un mandato di cattura internazionale, Giovannini aveva chiesto l'ergastolo, considerandolo partecipe "all'azione materiale a Tredozio, quando venne ucciso a botte Azzolini". Il magistrato dopo la lettura della sentenza, che non ha voluto commentare, ha stretto la mano ai difensori e agli avvocati di parte civile. La fiscalista, che in mattinata aveva assistito alle repliche, non era in aula al momento della sentenza. C'erano alcuni suoi amici che hanno assistito in silenzio alla lettura. Con il rito abbreviato, sono già stati condannati a 20 anni Dell'Erba e Corcione e Jorghe Jacob e Serghei Lemnaru, entrambi moldavi.

  • 30 novembre 2011

    La Corte d'Assise d'Appello di Bologna ha sostanzialmente confermato le condanne del rito abbreviato davanti al Gup a carico dei degli uomini che l'1 giugno 2009 sequestrarono a Villanova di Castenaso (Bologna) Silvano Azzolini, 69 anni, il consulente finanziario poi ucciso a botte nella stessa giornata in una casa-prigione a Tredozio, sull'Appennino forlivese, per farsi indicare il luogo dove era custodito un 'tesoro', in realtà inesistente. I giudici hanno confermato 20 anni ciascuno per Flavio Dell'Erba, 53 anni, per il moldavo di 24 Serghei Lemnaru, per Giuseppe Corcione, 35enne piccolo imprenditore edile. Ridotta la pena da 20 a 18 anni per Jorghe Jacob, 22, moldavo e regolare in Italia, residente a Faenza (Ravenna), che dopo il fatto era scappato in Moldavia, ma poi aveva deciso di consegnarsi alle autorità italiane.