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Scomparso

Francesca Ferraguto

Data pubblicazione:09/06/2009

Francesca Ferraguto vive da due anni con il compagno ad Augusta, a poca distanza dalla casa dei genitori. Il 25 maggio la ragazza si è allontanata da casa su una Fiat Seicento bianca, targata BF504FS. I genitori allarmati perché non hanno più sue notizie dal 28 maggio, si sono rivolti ai carabinieri.

  • 9 luglio 2009

    L’autovettura usata da Francesca Ferraguto, una Fiat 600 bianca, è stata ritrovata dalla polizia nei pressi della stazione di Catania. Era aperta con le chiavi dentro: l’auto è stata posta sotto sequestro e gli inquirenti stanno indagando.

  • 14 settembre 2009

    Francesca Ferraguto è scomparsa il 25 maggio. Il 9 luglio viene trovata la sua auto, una Fiat Seicento bianca, vicino alla stazione di Catania. Nell’auto ci sono le chiavi inserite e anche la chiavi di casa. Secondo i genitori, Francesca non avrebbe mai lasciato a disposizione le chiavi di casa perché pericoloso per la famiglia e perché affezionatissima alla sorellina Noemi. E allora, chi ha lasciato l’auto di Francesca alla stazione di Catania? E dov’è Francesca? La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta, ma finora senza esito.

  • 21 settembre 2009

    Il giorno dopo la puntata del 14 settembre della trasmissione “Chi l’ha visto?”, la mamma di Francesca Ferraguto riceve una telefonata dalla sorella: un collega del marito, un’infermiere che lavora all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania, è sicuro di aver visto Francesca. La madre incontra di persona l’infermiere che conferma di aver visto e parlato con la giovane il 7 settembre: voleva un’iniezione per il mal di testa che le è stata sconsigliata. Anche un ragazzo che lavora nel bar di fronte all’ospedale è sicuro di averla vista. Ricordiamo che gli ultimi sms spediti dalla ragazza alla madre provengono, secondo i tabulati, dallo stesso quartiere di Catania, il San Cristoforo.

  • 27 ottobre 2009

    Si sono concluse in modo drammatico le ricerche di Francesca Ferraguto, la 21enne di Augusta scomparsa il 25 maggio scorso. I Carabinieri hanno sottoposto a fermo il convivente della ragazza, Gianfranco Bari, 35 anni, ritenuto il responsabile dell'omicidio. I carabinieri, dal momento della segnalazione, non avevano mai interrotto le ricerche. Della scomparsa si è occupato anche "Chi l'ha visto?" nelle puntate del 14 e 21 settembre 2009, ma nessuna notizia finora era mai pervenuta agli investigatori. Il 9 luglio gli inquirenti avevano trovato l'auto della giovane donna a Catania. Il che aveva fatto propendere per la tesi dell'allontanamento spontaneo. Poi, più nulla. Le indagini si erano però concentrate sull'ambiente in cui la ragazza viveva, e in particolare sul convivente, Gianfranco Bari, un operaio del posto. Ieri, i militari lo hanno condotto in caserma e lo hanno interrogato. L'uomo è apparso inizialmente titubante nel ricostruire gli ultimi momenti passati insieme alla vittima, innescando il sospetto che potesse celare particolari che in qualche modo potessero danneggiarlo. L'incalzare delle domande alla fine è sfociato in una piena ammissione di responsabilità. L'omicidio è avvenuto dopo l'ennesima lite per gelosia. L'arrestato ha raccontato agli inquirenti di avere picchiata a sangue la compagna che sarebbe caduta a terra battendo violentemente la testa e sarebbe morta. Poi, con fredda lucidità, ha pensato di farne sparire le tracce e denunciarne la scomparsa. Con un flex, una sega elettrica in genere utilizzata per tagliare materiali duri come il marmo, ha sezionato il corpo in più parti, ha chiuso i pezzi  in dei sacchi di plastica da rifiuti, li ha caricati sulla sua auto e li ha sepolti in contrada Pezza Grande, in una buca, in un terreno attiguo all'abitazione rurale del padre. Quindi ha tentato di seminare una serie di indizi per depistare le indagini. L’uomo inizialmente agli inquirenti aveva raccontato che dopo la litigata aveva fatto una doccia e mentre era in bagno aveva sentito il rumore della porta di casa che si chiudeva con violenza: Francesca era andata via. L'uomo costruisce il suo alibi così: telefona dal suo cellulare a quello di Francesca lasciandole messaggi in segreteria telefonica e invitandola a ritornare. Nei giorni successivi, utilizzando il telefono cellulare della compagna che aveva con sé, invia alcuni sms sia al proprio telefonino che a quello della madre, e anche ad un sottufficiale dei carabinieri, suo conoscente, che si stava occupando delle ricerche della ragazza. Nel testo dei messaggini Bari, fingendosi Francesca, scrive di essersi allontanata da casa perché vuol stare sola. I messaggi giungono da parti diverse del territorio, avvalorando per gli investigatori - che avevano messo l'utenza sotto controllo - l'ipotesi di un allontanamento volontario. La svolta nelle indagini sull' omicidio della ragazza avviene quando l'assassino commette l'unico errore di questa vicenda: una sola volta pone la sim card della ragazza nel suo telefono personale per leggere alcuni messaggi. In quel momento gli investigatori hanno la certezza che l'uomo ha anche il telefono (trovato ieri sera nell'abitazione rurale dei genitori del fermato) e la sua sim. Nel tentativo di depistare gli investigatori, Bari inserisce la sim del telefono di Francesca in un altro suo vecchio apparecchio telefonico: sale su un treno diretto a Milano, ma prima che il convoglio si muova nasconde il cellulare acceso nell'imbottitura di un sedile e scende. Il telefono di Francesca parte da solo per Milano per poi tornare, alcuni giorni dopo, ormai spento, ad Augusta. I carabinieri presidiano le stazioni di Catania e Augusta ma in quel treno, dove Francesca non è mai salita non c'è ovviamente traccia della ragazza. Questi spostamenti virtuali della giovane lungo l'Italia vengono confermati da diverse segnalazioni di persone che affermano di aver visto e anche parlato con Francesca. Tutto questo sembra dare credito all'alibi di Bari. Ma il pm Manuela Cavallo è convinta che quella di Francesca non sia una sparizione volontaria e va dritta per la sua strada. Convoca per una nuova audizione l'operaio, che messo alle strette, incalzandolo in particolare sulla vicenda delle sim card, confessa.Sulla scorta delle indicazioni fornite dall'arrestato, i Carabinieri e i vigili del fuoco, il 26 ottobre, verso le 20, hanno scavato nel punto indicato dall'uomo, rinvenendo quello che ormai rimane del cadavere. I resti sono stati recuperati e saranno sottoposti all'esame del Dna da parte del Ris.

     

  • 30 ottobre 2009

    Gianfranco Bari, accusato di avere ucciso la fidanzata Francesca Ferraguto, 21 anni,  comparirà questa mattina dinanzi al giudice delle indagini preliminari Tiziana Carrubba per l'udienza di convalida dell'arresto. L'uomo ha confessato di aver ucciso l' ex convivente e di averne seppellito i resti nel terreno dei genitori.

  • 2 novembre 2009

    Gianfranco Bari ha confessato: la sera del 25 maggio, durante una violenta lite, Francesca Ferraguto ha sbattuto la testa ed è morta. Terrorizzato, ha sezionato il cadavere e lo ha sepolto. Ma questa è la sua verità. Ora si attendono gli esiti dell’autopsia per sapere se effettivamente Francesca è morta per un violento urto oppure no. Si tratta di omicidio volontario o è stato un incidente? Nell’attesa gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica dei depistaggi messi in atto da Gianfranco Bari fino alla confessione il 26 ottobre. L’uomo dice di aver sezionato e occultato il cadavere per paura di perdere l’affidamento dei figli, nati da un precedente matrimonio.

     

  • 16 marzo 2011

    Una condanna a venti anni di reclusione è stata emessa dal gup di Siracusa nei confronti di Gianfranco Bari, 35 anni, di Augusta (Siracusa) accusato di aver ammazzato e poi fatto a pezzi il cadavere della sua fidanzata. Dopo cinque mesi i carabinieri scoprirono i resti del suo corpo, tagliati con la sega elettrica e sepolti nella proprieta' del padre dell'imputato, in contrada Pezzagrande, ad Augusta. E' stato lo stesso fidanzato a confessare l'omicidio ai militari di Augusta, sostenendo che era stato mosso dalla gelosia. Nella sua requisitoria, il pm della Procura di Siracusa, Antonio Nicastro, aveva chiesto l'ergastolo. 

  • 6 febbraio 2012

    Ha ottenuto una riduzione della pena l'operaio di 28 anni di Augusta (Siracusa) che nel 2009 uccise e fece a pezzi la fidanzata Francesca Ferraguto, simulandone la scomparsa. I giudici della Corte di Appello di Catania hanno ridotto a 18 anni la pena di Gianfranco Bari, che in primo grado era stato condannato a 20 anni.