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Scomparso

Carmen Wieser

Data pubblicazione:05/12/2000

Il 9 novembre 2000, alle tre e mezzo del pomeriggio, un cercatore di funghi trova in un fossato, a San Stino di Livenza, 40 chilometri a nord di Venezia, il cadavere di una ragazza. E' seminuda, la bocca chiusa da un nastro adesivo. Sul collo, i segni di uno strangolamento. Si tratta di Carmen Wieser, Trixi per gli amici, 19 anni, che viveva da sola in un appartamento a Sillian, in Austria. Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire l'ultima serata della ragazza. Il 5 novembre, data presunta della morte, secondo gli esami medico legali -, verso le undici, Carmen si reca con due amiche in un pub di San Candido, dove conosce Florian, 27 anni, commesso stagionale di un negozio di attrezzature sportive. Tra i due nasce un feeling, e la ragazza alle due e mezzo decide di non tornare con le amiche e di trascorrere la fine della nottata con Florian, a casa sua. Ma Carmen avrebbe successivamente cambiato idea, dopo un diverbio, e si sarebbe fatta accompagnare dal ragazzo a un incrocio nei pressi di un distributore di San Candido per fare l'autostop. Alle tre e un quarto la ragazza preme inavvertitamente un tasto del suo cellulare che si connette con la segreteria telefonica di una sua amica. Viene registrato, per circa tre minuti, un dialogo molto concitato nel quale si riconoscono le voci di Florian, di Carmen e di un altro uomo, non identificato. La ragazza grida tra le lacrime "Maiali, voglio tornare a casa". Florian sostiene che Carmen avrebbe pronunciato quelle parole contro i camionisti che non si fermavano a caricarla.

Florian è stato arrestato. Gli inquirenti sono convinti che è stato lui ad uccidere la ragazza, forse perché lei avrebbe rifiutato le sue avances. Con l'aiuto di un amico, visto che Florian non ha né macchina né patente, il giovane avrebbe portato il cadavere a San Stino di Livenza, a più di 200 chilometri da San Candido, per depistare le indagini inscenando un delitto ad opera di un maniaco. Questa zona non è molto distante (30 chilometri) dal ristorante di Jesolo dove Florian lavora d’estate.  Non si capisce perché il ragazzo avrebbe lasciato addosso a Carmen la sua felpa, con il marchio del negozio presso il quale lavora, "firmando" così l'omicidio.

Questa vicenda presenta inquietanti similitudini con il caso di una ragazza austriaca di 18 anni, Ulricke Reistenhofer, trovata morta, uccisa a colpi di pietra, il 10 agosto del 1998, a Casteldarne, in Val Pusteria, sul greto del fiume Rienza. Anche lei con gli slip abbassati, il corpo riverso in un fossato sul ciglio della strada. Le ultime tracce di Ulricke portano a un bar di Chienes, un paese a 50 chilometri di distanza da San Candido.

  • 26 settembre 2003

    Il 16 settembre scorso Frank Täder, incastrato dopo quattro anni di tormentate indagini per l'omicidio di Anna Kolarova, ha confessato di aver assassinato nel suo Tir anche Carmen Wieser. La ragazza, ha raccontato Täder, si era parata davanti al suo Tir per chiedere soccorso perché c'erano delle persone che la importunavano. Che il camion stesse andando in direzione opposta a quella di casa sua non le importava nulla perché voleva solo allontanarsi da lì. Come per la Kolarova, dopo averla strangolata in un piazzale all'uscita di una galleria alle porte di Brunico, ha portato con sé il cadavere. Prima fino a Milano e poi verso Venezia, per sedici ore, infine lo ha scaricato in quel fossato di San Stino di Livenza. Dopo queste ultime rivelazioni nessuno dubita più che il camionista possa nascondere altri tragici segreti.

    Il colpo di scena per il delitto Wieser è particolarmente clamoroso perché per quel crimine era detenuto da quasi tre anni Florian Sulzenbacher. Il processo contro di lui per l'assassinio della diciannovenne austriaca era addirittura alle battute finali e il giovane rischiava l'ergastolo. Due giorni dopo la confessione di Frank Täder, la Corte d'Assise di Bolzano si è riunita per rimettere Sulzenbacher in libertà.

    Anche "Chi l'ha visto?" ha avuto un ruolo in questa indagine. A metà del giugno scorso, dopo l'arresto di Frank Täder, la polizia di Rosenheim ha chiesto la collaborazione del programma. La redazione ha segnalato in particolare due omicidi irrisolti, quelli di Ulricke Reistenhofer e Carmen Wieser. In entrambi gli omicidi era infatti possibile scorgere il modus operandi dell'assassinio di Anna Kolarova.

    Le indagini, scattate subito, in collaborazione con i pubblici ministeri di Bolzano Guido Rispoli e Giancarlo Bramante, hanno dato i clamorosi risultati. La notte del delitto Wieser, il Tir assassino era nella zona di San Candido e la sera dopo era a San Stino di Livenza. Così, messo di fronte a questi indizi, il 16 settembre scorso Frank Täder ha ammesso quasi subito di aver ucciso Carmen Wieser. Dopo questa confessione gli inquirenti hanno continuato ad interrogarlo per altre dodici ore. Alla domanda del Procuratore Rispoli che se avesse ucciso altre donne, Täder avrebbe abbassato lo sguardo restando in silenzio per dieci secondi. Poi, con un filo di voce, avrebbe risposto "No".

  • 16 febbraio 2004

    Tornano i dubbi sull'omicidio di Carmen Wieser, che sembrava definitivamente chiarito con la confessione di Frank Täder. Nei giorni scorsi è pervenuta una perizia fonica dei Carabinieri di Roma che richiama in causa Sulzenbacher non solo per molestie sessuali e sequestro di persona, ma anche per complicità in omicidio. Si tratta della perizia sulle voci della telefonata partita accidentalmente dal cellulare di Carmen Wieser poco prima che fosse uccisa, registrata dalla segreteria telefonica di un'amica. La perizia dimostrerebbe che poco prima del delitto Täder e Sulzenbacher si sarebbero trovati insieme vicino alla vittima: "A questo punto non ne vale la pena", direbbe una voce attribuita a Täder nella registrazione dove lo stesso Florian Sulzenbacher si era riconosciuto. Prima ancora che arrivasse la perizia fonica, i Pubblici Ministeri di Bolzano nutrivano già qualche dubbio sul possibile accavallamento di due storie di violenza, soprattutto dopo che nel secondo interrogatorio Täder aveva aggiunto che a lui era parso di notare, nei pressi del parcheggio dove si sarebbe verificato l'omicidio, una vettura simile a quella vista precedentemente dove aveva fatto salire la Wieser sul suo Tir. Prima di concludere il processo contro Sulzenbacher, la Corte di Assise di Bolzano 11 febbraio scorso si è spostata a Monaco di Baviera (Germania) per interrogare Täder in carcere. Questi ha ribadito di non conoscere Sulzenbacher e ha detto di non essere in grado di riconoscere la sua voce nella registrazione, riservandosi di consultarsi con il suo avvocato.

  • 15 marzo 2004

    Il 12 marzo scorso si è concluso il processo di primo grado per l'assassinio di Carmen Wieser. Florian Sulzenbacher è stato assolto con formula piena dalle accuse di omicidio e occultamento di cadavere ed è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione per sequestro di persona e violenza sessuale, pena che corrisponde al tempo trascorso dall'imputato in detenzione preventiva. Gli è stato inoltre ingiunto di versare 80.000 Euro all'avvocato di parte civile, di corrispondere 8.000 Euro alla famiglia della vittima come risarcimento, e di accollarsi tutte le spese processuali. I giudici di primo grado si sono dunque convinti che Carmen Wieser è stata sequestrata da Sulzenbacher per un tentativo di violenza sessuale, ma che la ragazza è poi riuscita a fuggire, chiedendo aiuto a Frank Täder, che sarebbe diventato il suo assassino. Täder è stato considerato credibile anche quando ha escluso di conoscere Sulzenbacher e di averlo incrociato la notte del delitto. Il padre di Carmen Wieser, invece, continua a ritenere che nel momento della telefonata la figlia si trovava nel camion di Täder insieme a Sulzenbacher. Comunque non mancherebbero elementi di incertezza circa la reale collocazione temporale di alcuni eventi della notte dell'omicidio e dei giorni seguenti. Questo, insieme a qualche contraddizione nelle dichiarazioni di Täder, farebbe ritenere non completamente conclusa la vicenda.