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Scomparso

Lo stupratore seriale di Roma

Data pubblicazione:03/07/2009

Una studentessa romana di 21 anni è stata violentata nella notte del 2 luglio nel garage di casa. Stava rientrando nella sua abitazione  intorno alle 3 di giovedì notte, dopo aver passato una serata con gli amici, quando è stata sorpresa alle spalle nel garage condominiale da un uomo con il volto coperto che la stuprata. La violenza è  avvenuta in via Sommer, in zona Tor Carbone, alla periferia sud di Roma, zona Ardeatina. La vittima, dopo aver parcheggiato l'auto è stata aggredita alle spalle da un uomo con il volto coperto da un passamontagna, che parlava italiano, che le ha puntato un coltello alla gola. L'episodio, secondo la polizia, avrebbe forti analogie con l'altro stupro avvenuto circa un mese fa alla Bufalotta, alla periferia nord di Roma, dove una donna, una giovane giornalista, fu abusata sempre nel garage della propria abitazione da un uomo con il volto coperto da un passamontagna, armato di coltello e che parlava italiano.

  • 7 luglio 2009

    Tre Dna coincidenti per tre diverse violenze sessuali. Anche gli ultimi accertamenti sui reperti isolati dopo l'ultimo stupro avvenuto nella notte tra il 2 ed il 3 luglio scorsi ai danni di una studentessa in un garage condominiale di via Sommer, nel quartiere Ardeatino a Roma, testimoniano che il dna e' lo stesso delle altre due violenze. I risultati completi dei test di laboratorio sono stati consegnati oggi ai pm Maria Cordova e Antonella Nespola, titolari degli accertamenti. In precedenza, lo stesso dna era stato riscontrato sui tamponi della donna stupratata il 5 aprile sempre all'Ardeatino e su quelli della giornalista violentata il 4 giugno alla Bufalotta. Un testimone ha descritto l'uomo che, il 26 maggio scorso, ha tentato l'aggressione in un garage di una traversa di via di Grotta Perfetta, dopo essersi infilato un sottocasco da motociclista tipo "mephisto": sui 35 anni, alto circa 1,75, stempiato, capelli scuri ai lati, viso paffuto, vestito con un paio di jeans, una felpa nera con cappuccio e un marsupio su una spalla. E correva in modo goffo.

  • 8 luglio 2009

    Tre Dna coincidenti per tre diverse violenze sessuali. Anche gli ultimi accertamenti sui reperti isolati dopo l'ultimo stupro avvenuto nella notte tra il 2 ed il 3 luglio scorsi ai danni di una studentessa in un garage condominiale di via Sommer, nel quartiere Ardeatino a Roma, testimoniano che il dna e' lo stesso delle altre due violenze. I risultati completi dei test di laboratorio sono stati consegnati oggi ai pm Maria Cordova e Antonella Nespola, titolari degli accertamenti. In precedenza, lo stesso dna era stato riscontrato sui tamponi della donna stupratata il 5 aprile sempre all'Ardeatino e su quelli della giornalista violentata il 4 giugno alla Bufalotta. Un testimone ha descritto l'uomo che, il 26 maggio scorso, ha tentato  l'aggressione in un garage di una traversa di via di Grotta Perfetta, dopo essersi infilato un sottocasco da motociclista tipo "mephisto": sui 35 anni, alto circa 1,75, stempiato, capelli scuri ai lati, viso paffuto, vestito con un paio di jeans, una felpa nera con cappuccio e un marsupio su una spalla. E correva in modo goffo. Un’amica del testimone, che abita nello stesso quartiere, indica alcune caratteristiche delle vittime: ragazze magre, atletiche, con un fisico androgino.

     

  • 10 luglio 2009

    È stato fermato il presunto stupratore seriale: trentatre anni, laureando in Legge, contabile in una ditta della capitale. Sarebbe lui lo stupratore seriale che ha colpito almeno tre volte alla periferia di Roma. È stato fermato stamane nell'ufficio in cui lavora nella zona di Cinecittà. Il suo Dna è compatibile con quello rilevato dalle tracce organiche che avevano macchiato gli abiti delle ultime tre vittime. Nel corso di una perquisizione in casa sua sarebbe stato trovato il coltello col quale avrebbe minacciato le vittime. Gli agenti hanno trovato nell'appartamento anche molto materiale pornografico. L'uomo ha un precedente per violenza sessuale. La polizia è risalita a lui risentendo le vittime di aggressioni avvenute con le stesse modalità degli ultimi tre stupri.

  • 11 luglio 2009

    ''State sbagliando, avete preso un abbaglio'': cosi' Luca Bianchini, 33 anni, sospettato di essere l'autore delle violenze sessuali avvenute a Roma negli ultimi mesi ha risposto agli agenti della squadra mobile che questa mattina lo hanno fermato mentre si trovava nel suo ufficio di Cinecittà, quartiere periferico della capitale. Gli agenti lo hanno identificato incrociando alcune testimonianze e numeri parziali di due auto grigie, una vecchia Ford Fiesta e una Lancia Musa. A incastrarlo è stato il suo Dna, che è risultato lo stesso di quello dello stupratore che ha aggredito due donne a Tor Carbone, una il 5 aprile e la studentessa 20enne il 2 luglio, e la giornalista 34enne alla Bufalotta, nella notte tra il 3 e 4 giugno. Di giorno Bianchini aveva una vita tranquilla, impiegato modello come ragioniere contabile in un'azienda privata, una famiglia normale ed una fidanzata. Impegnato politicamente, coordinatore da circa un anno del circolo del Pd del Torrino, una zona periferica molto vicina al quartiere Ardeatino dove vivono i genitori e dove sono stati commessi almeno due stupri. La notte però si trasformava in uno stupratore che agganciava le sue vittime casualmente e dopo aver studiato meticolosamente il territorio dove vivevano. "Non ha lasciato tracce virtuali o elettroniche e agiva da solo" - ha detto Vittorio Rizzi, capo della Squadra Mobile romana, nel corso di una conferenza stampa -." Per questo abbiamo compiuto un lavoro meticoloso stimolando una rete di collaborazione che è partita dai condomini, dagli amministratori degli stabili e i residenti. Svolgeva una vita tranquilla, ma di notte cambiava e indossava il passamontagna". Gli investigatori della Mobile oltre ad avere la certezza che Luca Bianchini è autore dei tre stupri, due nel quartiere Ardeatino e uno nella zona della Bufalotta, ipotizzano che sia responsabile anche di una quindicina di episodi avvenuti dal '97 ad oggi in diverse zone della città, tra aggressioni e tentati stupri. "Sceglieva le sue vittime - ha precisato ancora il capo della Squadra Mobile romana, Rizzi - sulla base di un lavoro sul territorio. Non ci sono al momento elementi per dire che le vittime fossero predesignate". Luca Bianchini non è molto alto ed è abbastanza robusto, ha il pizzetto ed è stempiato. Gli investigatori sono risaliti a lui grazie alla targa di una sua autovettura che era stata segnalata da alcune vittime delle aggressioni. L'uomo aggrediva le donne sempre mentre stavano rientrando con l'auto nel garage condominiale. Passava dopo l'autovettura bloccando la fotocellula del cancello e poi aggrediva le vittime dicendo: "Non ti preoccupare dammi le chiavi e l'autovettura". Bastava però solo l'urlo della donna per metterlo in fuga e proprio per questo molte delle vittime non hanno sospettato che potesse trattarsi di un tentativo di stupro. Alcune volte si è presentato con un taglierino, altre con una pistola oppure con un coltello. Nella sua abitazione a Cinecittà , la polizia ha rinvenuto molto materiale non solo porno, (titoli come ''Ti stuprero''' e ''Stupri dal vero''), ma anche testi di criminologia sui criminali seriali. 

    Nel 1996 Luca Bianchini aveva tentato di stuprare la vicina. Ma il Gip lo scagionò: ''Al momento del fatto era incapace di intendere e di volere''. Era il pomeriggio del 28 maggio quando Luca Bianchini, allora ventenne, armato di un coltello da cucina, tentò di violentare una donna di 49 anni, sua vicina di casa a Centocelle che era nell'abitazione con il figlio, un bambino di dieci anni. Era entrato con un pretesto: aveva chiesto alla donna se per caso sul suo terrazzo fosse finita una sua maglietta. Poi il tentativo di stupro, una violenta colluttazione nella quale Luca Bianchini si ferì alla gamba. Decisivo per mettere in fuga il maniaco fu il figlio di dieci anni della donna: alle grida della madre accorse, si buttò addosso a Luca Bianchini e cominciò a rargli i capelli, distraendolo e consentendo alla madre di divincolarsi e di correre a chiedere aiuto ai vicini. Il giovane si rifugiò nel suo appartamento ma poco dopo fu arrestato dagli agenti del commissariato di polizia Centocelle. Durante l'udienza preliminare, sulla base di una perizia medico legale, il gip Antonio Trivellini lo ritenne incapace di intendere e di volere al momento del fatto. Quasi una premonizione quella dell'avvocato della donna Francesco Caroleo Grimaldi che disse: ''In sostanza si è stabilito che un ragazzo assolutamente normale può aggredire una donna oggetto delle sue fantasie erotiche e rimanere impunito in quanto la scienza ufficiale giustifica tutto con la teoria del raptus''. Su un biglietto ritrovato in casa sua, Bianchini esprimeva il desiderio di ''guarire definitivamente dalla malattia il prima possibile, essere sereno e libero la sera quando torno a casa e "avere tanti rapporti con donne grandi e stare tranquilllo senza impulsi". 
    La Questura di Roma ha diffuso un video che mostra un tentativo di stupro da parte di Luca Bianchini. Le immagini, in bianco e nero, sono prese da una telecamera a circuito chiuso di un garage del quartiere Tor Carbone, periferia sud della capitale, nella zona dell'Ardeatino dove sono avvenute alcune violenze. Nel video, che risale al 26 maggio scorso, si vede una Fiat Panda che all'1.19 con a bordo una donna entra nel garage per parcheggiare. Ad un tratto dalle immagini si vede lo stupratore seriale che, correndo un po' piegato su se stesso si lancia in direzione dell'auto. Vestito con una camicia di jeans e dei pantaloni chiari il maniaco seriale si infila il mefisto e si avvicina alla Panda dal lato in cui la donna sta per scendere. Pochi istanti, forse per le urla della donna, poi lo stupratore seriale fugge via.

    [GUARDA IL VIDEO DEL TENTATIVO DI STUPRO SU RAINEWS24]

  • 14 luglio 2009

    Altre due donne, vittime di violenze sessuali riconducibili allo stupratore seriale di Roma, hanno riconosciuto in foto Luca Bianchini come il loro aggressore. Le due donne si aggiungono alle tre vittime degli abusi nei garage compiuti tra aprile e luglio nella Capitale. Per questi tre casi Bianchini è incastrato, secondo l'accusa, dal test del Dna. 

  • 15 luglio 2009

    Su delega dei magistrati romani che stanno indagando su Luca Bianchini, l'uomo accusato di aver commesso almeno tre stupri nella capitale, sono stati perquisiti la casa, l'ufficio dove lavorava e il circolo Pd di cui era segretario.Gli accertamenti, disposti dai pm Maria Cordova e Antonella Nespola, mirano alla ricerca, tra l'altro, degli slip che secondo l'accusa Bianchini presi alle  vittime, nonché del passamontagna indossato dall'autore degli stupri. Dall'abitazione sono stati prelevati il pc di Bianchini, abbigliamento vario, scarpe e medicinali. Il pc sarà affidato a un consulente per verificarne il contenuto; l'abbigliamento sarà analizzato dalla polizia scientifica alla ricerca di tracce riconducibili alle vittime degli stupri. Queste ultime, secondo quanto si è appreso, saranno anche chiamate a verificare se alcune scarpe da ginnastica trovate corrispondano a quelle che ricordano di aver visto indossate dal loro stupratore. I medicinali sono stati prelevati al fine di verificare le dichiarazioni di Bianchini che, davanti al gip, ha sostenuto di essere ''capace d'intendere e volere'', e riferendosi al suo ''disturbo psicotico'' del 1996 (che ne ha determinato il proscioglimento in un processo per tentato omicidio e tentata violenza sessuale) ha detto di averlo superato con una terapia farmacologica ormai conclusa.  

  • 20 luglio 2009

    I pm della capitale, Maria Cordova e Antonella Nespola, che indagano sugli stupri 'seriali' compiuti a Roma tra aprile e luglio scorso, e per i quali è in carcere con le accuse di violenza sessuale, sequestro di persona e porto di coltello, Luca Bianchini, il ragioniere di 33 anni, hanno affidato alla polizia scientifica una nuova consulenza tecnica. In particolare, secondo quanto si è appreso, gli esperti dovranno focalizzare la loro attenzione su una macchia di liquido seminale trovata su un paio di pantaloni sequestrati nei giorni scorsi allo stesso Bianchini. Inoltre giovedì prossimo, i pm conferiranno un nuovo incarico tecnico alla stessa polizia scientifica della capitale per il prelievo del Dna al giovane in carcere. Dalla procura, comunque, si fa presente che il nuovo esame non sarà effettuato perché non si è certi dei risultati sul Dna estrapolato da un tampone salivare di Bianchini il 10 luglio scorso; ma per dare un'ulteriore garanzia all'accusato. Si è appreso inoltre che l'avvocato Bruno Andreozzi, che difende Bianchini insieme con il collega Giorgio Olmi, ha ottenuto la copia di tutta l'attività d'indagine compiuta dai magistrati. Si attendono adesso i nuovi 'passi' della strategia difensiva. Dal carcere il presunto stupratore, attraverso il suo avvocato Giorgio Olmi, manda a dire: ''Questo esame mi scagionerà''. L'esame non si farà in sede di incidente probatorio come aveva chiesto la difesa, cioè dopo il deposito di tutti gli atti d'indagine. L'accusato potrà anche nominare un proprio consulente tecnico.

  • 30 luglio 2009

    Nuovi elementi di accusa contro Luca Bianchini. Oltre alla sovrapponibilità del Dna estratto dal tampone salivare bis con il codice estratto dal primo prelievo e da quello estrapolato dai reperti biologici trovati sulle vittime, ad accusare Luca Banchini, il presunto stupratore di Roma, sono alcune impronte digitali trovate su una striscia di scotch servita a imbavagliare la sua ultima vittima. E' quanto emerge dalle indagini coordinate dai pm della procura di Roma, Maria Cordova e Antonella Nespola. La circostanza non era stata resa nota in precedenza. L'impronta si riferisce allo stupro consumato ai danni di una studentessa nella zona di Tor Carbone a Roma nella notte tra il due e il tre luglio scorsi. Prima di violentare la ragazza Bianchini, secondo le accuse, aveva aggredito una poliziotta che era riuscita a liberarsi dell'uomo e dare l'allarme. Bianchini fu arrestato il 10 luglio scorso dalla squadra mobile di Roma.  

     

  • 31 luglio 2009

    Appartengono a due donne, al momento non identificate, le tracce biologiche trovate su un pantalone di Luca Bianchini, il ragioniere di 33 anni accusato di essere lo stupratore seriale di Roma. Lo ha stabilito il test del dna eseguito sulle tracce di liquido seminale. Dunque al momento non si esclude che il Dna possa appartenere a due vittime di stupri mai denunciati. Alla luce di questo risultato i pm Maria Cordova e Antonella Nespola, secondo, quanto si e' appreso, hanno deciso di recuperare gli atti relativi ad una trentina di stupri irrisolti. Gli inquirenti, in particolare, vogliono verificare quali tra questi presentano analogie con i tre episodi contestati a Bianchini, inchiodato anche dalla prova bis dell'accertamento genetico, ed effettuare comparazioni con i tamponi prelevati alle vittime per stabilire se ci sia o meno corrispondenza. In procura non viene trascurata l'ipotesi che le tracce scoperte sui pantaloni di Bianchini possano appartenere adonne che non hanno denunciato lo stupro. Intanto è al vaglio del gip l'istanza dei difensori del presunto stupratore seriale, Bruno Andreozzi e Giorgio Olmi, affinché il loro assistito sia sottoposto a visita medica. Si tratta di un esame propedeutico ad una consulenza di tipo psicologico per stabilire la capacità di intendere e di volere del proprio assistito. I pm hanno dato parere negativo ritenendo che l'indagato sia lucido.

     

  • 10 novembre 2009

    E' stato fissato al 25 gennaio prossimo il giudizio immediato, davanti alla VII sezione del tribunale di Roma, per Luca Bianchini, il ragioniere di 33 anni accusato di essere lo stupratore seriale che nei mesi scorsi ha terrorizzato la capitale. L'avvocato Bruno Andreozzi, uno dei legali del giovane, ha detto che ''è stato deciso di non chiedere alcun rito alternativo, perché riteniamo di poter discutere il merito della causa anche con l'ausilio di testimoni e di opportune documentazioni''. L'avvocato è ritornato con un comunicato anche sulle accuse fatte a Bianchini dal romeno Oltean Gavrila, condannato recentemente a 11 anni e 4 mesi per lo stupro avvenuto alla Caffarella il giorno di san Valentino. Gavrila ha cercato di coinvolgere Bianchini in questa vicenda. Nel documento dell'avvocato Andreozzi si legge: "Il 6 ottobre scorso molti giornali hanno pubblicato con ampio spazio una notizia che riguarda il signor Luca Bianchini da me rappresentato e difeso. Si sosteneva che il signor Gavrila durante lo svolgimento del processo a suo carico aveva affermato che il complice del reato a lui contestato fosse anche Luca Bianchini. Anzi aveva dichiarato che Bianchini lo aveva costretto a commettere lo stupro della Caffarella mentre altri riprendevano la scena. Mi risulta che nei giorni scorsi Gavrila interrogato dal pubblico ministero ha ritrattato nella maniera più completa l'accusa nei confronti di Bianchini riconoscendo che il coinvolgimento era una sua totale invenzione".

     

  • 25 gennaio 2010

    Si svolgerà a porte chiuse il processo a Luca Bianchini, il presunto stupratore seriale  accusato di tre violenze sessuali compiute tra aprile e luglio scorso a Roma. Lo ha deciso il presidente della VII Sezione del  Tribunale penale, Scivicco, accogliendo la richiesta in tal senso formulata dall'avvocato Teresa Manente che tutela gli interessi di due delle ragazze presunte vittime di violenza. Il presidente ha fatto quindi allontanare dall'aula i giornalisti che numerosi seguivano l'udienza. Il Comune di Roma sarà parte civile nel processo. In aula c'era anche una delle tre donne vittime dei presunti abusi, seduta accanto al suo legale, una fila dietro al banco occupato dall’indagato. Si tratta della ragazza aggredita il 3 luglio scorso in via Sommer, ultimo episodio contestato a Bianchini in questo processo, che  si è trovata faccia a faccia con il suo presunto aguzzino. La prossima udienza è stata fissata al 27 gennaio: il  Tribunale dovrà sciogliere la riserva su alcuni istanze avanzate dall'avvocato Bruno Andreozzi, difensore di Bianchini. ''Ho chiesto la possibilità di poter effettuare un sopralluogo nei tre garage dove sarebbero avvenute le aggressioni - ha detto  l'avvocato - nonché di la possibilità di tracciare, tramite due gestori di telefonia mobile, i due cellulari del mio assistito nei giorni e nelle ore in cui gli vengono addebitate  le violenze''. Su queste due istanze il tribunale si pronuncerà durante la prossima udienza. Analoga riserva scioglierà sulla ammissibilità di alcuni testimoni tra cui il questore di Roma Caruso. Tra quelli chiesti dalla difesa e quelli chiesti dall'accusa la lista testi è di 80 persone. In particolare la difesa dell’indagato si è opposta alla testimonianza di una donna, vittima di un tentativo di stupro addebitato all’imputato, legata e immobilizzata con lo scotch. Sul nastro adesivo venne trovata  l'unica impronta papillare attribuita a Bianchini. Il processo, anche per i termini della misura cautelare – l’uomo è in carcere dal luglio scorso - secondo le  intenzioni del Tribunale, che farà il calendario la prossima  udienza - dovrebbe concludersi entro il prossimo mese di maggio.

     

  • 27 gennaio 2010

    Trenta testimoni, su una lista di ottanta presentata la scorsa udienza, sono stati ammessi dalla Settima sezione del Tribunale penale di Roma, nel processo a Luca Bianchini, l'uomo accusato di essere lo stupratore seriale e accusato di aver violentato a Roma tre donne tra l'aprile e il luglio scorso nei quartieri Ardeatino e Bufalotta, aggredendole nei box condominiali. Diciassette sono i testimoni indicati dal pm Antonella Nespola; gli altri quelli citati dai legali dell'imputato, gli avvocati Bruno Andreozzi e Giorgio Olmi. Nella prossima udienza, fissata per venerdi', saranno ascoltati cinque agenti della squadra mobile che hanno svolto le indagini. Le loro dichiarazioni, come quelle degli altri testi tra cui quelle delle parti offese, e del capo della squadra mobile Vittorio Rizzi, saranno rese a porte chiuse, come stabilito dallo stesso collegio la scorsa udienza per salvaguardare la privacy delle vittime degli stupri.

  • 21 aprile 2010

    "No" ad una rinnovazione, seppur parziale della prova del dna. Lo hanno deciso i giudici della VII sezione del tribunale penale collegiale, presieduti da Aldo Scivicco, davanti ai quali si celebra il processo nei confronti di Luca Bianchini, l'uomo accusato di aver abusato di tre donne tra l'aprile e il luglio 2009 nei quartieri Ardeatina e Bufalotta in alcuni garage. In particolare, il collegio ha respinto la richiesta del legale dell'imputato, l'avvocato Bruno Andreozzi, che aveva chiesto di verificare che i campioni di dna prelevati dalle donne stuprate appartenessero affettivamente a loro. Non sono stati inoltre ammessi altri due testimoni, mentre il tribunale ha acquisito le cartelle cliniche di Bianchini relativi ai ricoveri tra il 1996 a e il 2007 al Cim, nonché la sentenza con cui fu dichiarato non punibile nel 1997 nell'ambito di un processo che lo vedeva dietro il banco degli imputati per un episodio di violenza sessuale. Nessuna disposizione da parte del collegio in merito ad un'eventuale perizia psichiatrica cui sottoporre Bianchini. Accertamento medico non richiesto formalmente da nessuna delle parti, ma in qualche modo 'suggerito' con il deposito di tale documentazione. Il processo è stato quindi aggiornato al 17 e poi al 19 maggio per la discussione e la sentenza.

     

  • 14 giugno 2010

    Una 'novita' processuale' è quella che ha illustrato l'avvocato Giorgio Olmi nel corso del suo intervento conclusivo al processo che mercoledì si concluderà con la sentenza. '' Luca Bianchini - ha detto Olmi - aveva due telefoni cellulari e dai tabulati telefonici abbiamo accertato che ha effettuato alcune chiamate da luoghi non compatibili nè vicini a dove furono commessi gli stupri che gli si contestano. Telefonò a un sensitivo da una cellula  telefonica distante 6-7 chilometri dal posto in cui in quel preciso momento si stava consumando lo stupro; e altre telefonate compiute sono incompatibili con le scene dei crimini''. L'altro difensore di Bianchini, l'avvocato Bruno Andreozzi, ha sollecitato l'effettuazione di ''una perizia per stabilire il posto preciso nel quale è stato utilizzato il cellulare, le distanze, i tempi di  percorrenza rispetto ai luoghi dove furono commessi gli stupri''. La parte più lunga dell'intervento dell'avvocato Olmi è stata focalizzata sul tema del Dna. ''Non ne mettiamo in discussione il valore scientifico - ha detto - ma segnaliamo l'esistenza di punti oscuri e il fatto che l'indagine non è stata condotta con il rigore scientifico necessario. La condotta processuale  dell'imputato è chiara. Chi ha qualcosa da nascondere non chiede come ha fatto lui che sia rifatta la prova; un colpevole andrebbe contro logica se ne chiedesse la ripetizione sapendo di essere responsabile di un reato. Non c'è certezza che ci fosse il suo Dna sulle scene dei crimini; perciò è indispensabile la ripetizione della prova''. Per l'avvocato Andreozzi, ''il procedimento e' nato male, preceduto e accompagnato da una campagna mediatica virulenta''. Oltre alle incongruenze segnalate dal collega di difesa, il penalista ha posto l'attenzione sul fatto che ''nelle numerose perquisizioni non e' mai stato trovato un coltello a serramanico o a scatto come quello descritto dalle aggredite; mai trovato un passamontagna uguale o simile a quello indicato dalle donne; mai trovati slip che sarebbero stati sottratti. Non sono stati trovati non perchè la polizia è sprovveduta, ma  perche' non c'erano. Noi non mettiamo in dubbio il dramma subito dalle donne, ma occorre esaminare bene le loro dichiarazioni; soprattutto perchè da quelle dichiarazioni gli investigatori ritengono essere giunti a Bianchini''. E quindi, segnalata, tra l'altro, la differenza tra la descrizione fornita dell' aggressore e la ''realta' fisica'' di Bianchini. La conclusione è stata quella di chiedere l'effettuazione di una perizia psichiatrica, come subordinata alla richiesta di assoluzione di Bianchini ''in quanto gli elementi raccolti non sono talmente indiscutibili da portare alla sua condanna''. Mercoledì, udienza per le repliche e sentenza.

  • 16 giugno 2010

    Luca Bianchini, il ragioniere di 34 anni accusato di essere lo stupratore seriale di Roma, è stato condannato a 17 anni di reclusione. Bianchini è accusato di tre violenze sessuali avvenute in box condominiali alla periferia della Capitale tra l'aprile e il luglio del 2009.