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Scomparso

Sofiya e Pascal: il giallo di Cornuda

Data pubblicazione:01/02/2018

Il 24 dicembre 2017 alle pendici del Monte Grappa, nei boschi all'altezza del terzo tornante, sulla strada che da Romano d'Ezzelino porta in cima alla montagna, è stato ritrovato il cadavere di Sofiya Melnik, 43 anni, originaria dell'Ucraina, scomparsa il 15 novembre da Cornuda (Treviso) dove viveva con il compagno, Daniel Pascal Albanese. Uscendo di casa, gli avrebbe detto di avere un appuntamento d’affari con due persone, delle quali l’uomo dice di ignorare l’identità. In seguito avrebbe aggiunto che sarebbe andata a cena con delle amiche di Treviso e che, se avesse bevuto troppo, non si sarebbe messa alla guida, rimanendo a dormire da una di loro. L'indomani, però, non è tornata a casa e si è scoperto che non si era mai incontrata con le amiche. Il suo ultimo messaggio risalirebbe alle 20 dello stesso giorno: "Non posso venire, esco con una mia amica che è in crisi". E’ stato inviato a un medico trevigiano di cui la donna si era innamorata da un paio di mesi, e per il quale – avrebbe confidato alle amiche – voleva lasciare Pascal troncando anche altre relazioni. E’ stato un geologo emiliano, che in quei giorni si era insospettito perché il cellulare della donna era risultato spento per troppe ore, ad andare dai Carabinieri di Cornuda a presentare la denuncia di scomparsa. Venerdì 17 novembre Pascal è stato convocato in caserma e nove giorni dopo, domenica 24 novembre, è stato ritrovato morto nella sua abitazione di Cornuda. Accanto al corpo, un biglietto con tre messaggi: uno indirizzato ai genitori, scritto in francese; uno per Sofiya (“ovunque tu sia, ti amero’ sempre”) e uno per la madre della donna. Cosa è accaduto a Pascal? Si è tolto la vita perché la sua compagna se n’è andata? O perché schiacciato dai sensi di colpa per averle fatto del male? Il cellulare della donna non è ancora stato ritrovato: qualche escursionista potrebbe averlo notato nel bosco? Se non fosse stata lei a mandare gli ultimi sms al medico, su quel telefono potrebbero esserci le impronte dell’assassino, o addirittura qualche traccia di DNA.