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Scomparso

Lo sconosciuto di Livorno

Edizione:1998/1999
Data pubblicazione:19/01/1999

L'ufficio della Frontiera Marittima di Livorno ha chiesto la collaborazione di "Chi l'ha visto?" per cercare di risolvere il caso del cadavere di un uomo, ritrovato in mare il 19 luglio 1998, a circa 6 miglia dall'isola di Capraia (Livorno). Il ritrovamento è avvenuto dopo una segnalazione partita da una barca da diporto francese i cui passeggeri stavano facendo il giro dell'arcipelago toscano.

Si tratterebbe di un giovane, i cui tratti somatici e le caratteristiche fisiche farebbero pensare ad una persona del nord Italia o del nord Europa: altezza 1,80, corporatura robusta.

Gli esperti del settore di Polizia scientifica della Questura di Firenze hanno realizzato un identikit del volto dello sconosciuto: naso corto rivolto all'insù, una fossetta nella parte bassa del mento, capelli fra il biondo e il castano chiaro, occhi castani.

Le condizioni del corpo erano complessivamente buone in rapporto alla permanenza in acqua, non più di 7 o 10 giorni, anche perché mancava qualunque segno di eventuali aggressioni da parte della fauna marina.

Gli esami autoptici, eseguiti dalla sezione di medicina forense dell'Università di Pisa, hanno accertato che non ci sono tracce di violenza o di avvelenamento. Dunque la causa di morte più probabile sarebbe l'annegamento.

Gli elementi utili per l'identificazione non sono molti. Durante il collegamento in diretta con il Vice questore aggiunto Mario Acconci e l'ispettore Ilario Santori dell'ufficio Frontiera marittima sono stati mostrati:

- una fede nuziale all'anulare destro del peso di 27 gr., misura 27, con due scanalature lungo i bordi, con un'incisione interna "Caterina 24/10/92". La fede è stata prodotta in Italia da una ditta che però esporta in tutto il mondo.
- una scarpa n. 47 calzata al piede destro, con tomaia in pelle marrone e suola in gomma (particolarmente usata) caratterizzata da un logo stilizzato di colore rosso. All'interno della scarpa è stampato il numero 7085 che potrebbe contraddistinguere il lotto di fabbricazione e quindi potrebbe essere utile per poter risalire alla zona in cui le scarpe sono state vendute.
- un calzino.
- un orologio da polso Casio, modello G shock, con cassa bianca di plastica trasparente e cinturino metà bianco e metà grigio.

Dalle ricerche sulla data incisa sulla fede non è emerso nulla, e per quel che riguarda l'orologio, non avendo un numero di serie, si è potuto solo sapere che si tratterebbe di un modello utilizzato in particolare dai velisti.

Dai dati forniti dalla capitaneria di Porto di Livorno e dall'Enea di la Spezia, è stato possibile accertare che le correnti, peraltro abbastanza deboli, provenivano da ovest sud-ovest per cui si è potuto presumere che l'eventuale incidente potrebbe essere accaduto in Corsica.

  • 16 febbraio 1999

    Pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo, nello stesso tratto di mare, è stata ripescata una chiave attaccata a un galleggiante. La scritta sul portachiavi ha permesso di risalire ad un club di vela in Svizzera, nei pressi di Losanna. E, infatti, velisti del club elvetico hanno effettivamente fatto delle regate in quel periodo e in quel braccio di mare. Ma l'Interpol ha verificato che sono rientrati tutti e nessuno di loro risulta disperso. Nel corso della puntata del 19 gennaio 1999, subito dopo il filmato sul caso, una donna ha telefonato a "Chi l'ha visto?" dicendo che l'uomo trovato in mare si chiamava Sèrge Margheron, cittadino svizzero, residente a Losanna, marito di una sua amica di nome Caterina e scomparso dall'Isola d'Elba durante l'estate. Ma una verifica presso la Gendarmeria del Cantone ha permesso di sapere che Sérge Margheron, schedato e attualmente ricercato per rapina, sarebbe invece vivo, dal momento che sua madre lo avrebbe sentito telefonicamente dalla Guadalupa verso la fine del gennaio '98. Inoltre la moglie di Margheron si chiamerebbe Francoise e non Caterina. Una ricerca su questo nome, inciso sulla fede trovata all'anulare destro del cadavere, ha consentito di stabilire che i matrimoni con sposa di nome Caterina, celebrati il 24/10/92 in 5000 comuni italiani, sono stati una ventina circa. Nessuno degli sposi risulterebbe scomparso.

  • 14 marzo 2019

    Grazie alle ricerche del Commissario di Polizia in pensione Ilario Sartori, è stato possibile identificare finalmente l'uomo. Le impronte digitali hanno confermato che si tratta di un cittadino croato, nato nel 1964, partito all'inizio di luglio del 1998 dall’isola di Brac, sulla costa Dalmata. In base ad alcune sue lettere, che risultavano spedite dalla Sardegna, i familiari hanno ritenuto che si fosse recato in Africa, per non meglio precisati motivi umanitari.