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Scomparso

Davide Cervia

Scomparso da:Velletri (Roma)
Data della scomparsa:12/09/1990
Data pubblicazione:08/10/1996

Davide Cervia, nato a Sanremo (Imperia) nel 1959, sposato con Marisa, dalla quale ha avuto due figli, viveva con la famiglia a Velletri (Roma). La mattina del 12 settembre del 1990 è uscito di casa presto per recarsi alla Enertecnel Sud di Ariccia, l’azienda dove lavora come perito elettronico, a circa un quarto d'ora di auto. Alle 17, finito il turno, ha salutato i colleghi ed è salito sulla sua Volkswagen Golf bianca per tornare a casa, dove non è mai arrivato. Gli inquirenti hanno parlato subito di allontanamento volontario, anche quando, circa due mesi dopo, un vicino di casa ha dichiarato di aver visto alcuni uomini caricare a forza Davide Cervia su un’auto di colore verde scuro. Posizione mantenuta anche dopo la testimonianza dell’autista di un autobus, che il giorno della scomparsa fu costretto a effettuare una brusca frenata a causa di una Golf bianca e di un’auto verde che non avevano rispettato lo stop e gli avevano tagliato la strada a forte velocità, provenendo da via Colle dei Marmi, dove si trova casa Cervia. L’1 marzo 1991, una lettera anonima recapitata a “Chi l’ha visto?” ha permesso di ritrovare l’auto di Cervia, parcheggiata a Roma nei pressi della stazione Termini. Un ex commilitone del periodo in cui Cervia era arruolato nella Marina Militare, contattato dalla moglie, ha ipotizzato che la scomparsa sia da mettere in relazione con le conoscenze sulle armi elettroniche che lui aveva acquisito. Dopo il diploma di perito elettronico, nel 1978, all'età di 19 anni, si era arruolato come volontario entrando a far parte come sottufficiale degli addetti agli armamenti tecnologici della nave Maestrale. Nel 1980, inoltre, aveva frequentato il corso di specializzazione che lo aveva qualificato esperto in guerra elettronica con la sigla ETE/GE. Un precedente, ignoto fino a quel momento alla famiglia, sul quale è stata basata l’ipotesi del possibile movente di un rapimento alla vigilia della prima Guerra del Golfo, la prima guerra elettronica. Le lettere anonime che la famiglia di Davide Cervia ha ricevuto nei messi successivi alla sua scomparsa, sembrano portare in quella direzione. In una chi scrive indica Davide Cervia come vittima di un bombardamento a Baghdad. In un’altra si dice invece che è vivo, prigioniero in Libia o in Arabia Saudita. Il 5 aprile 2000 il caso è stato archiviato dalla magistratura come “sequestro di persona a opera di ignoti” per l’impossibilità di rintracciare i responsabili. I figli Erika e Daniele insieme alla madre Marisa la settembre del 2102 hanno citato a giudizio i ministeri della Difesa e della Giustizia davanti al Tribunale civile di Roma, chiedendo il risarcimento dei danni subìti “per la violazione di ciò che può definirsi il diritto alla verità”.

  • 21 novembre 2012

    “Stavo prendendo un caffè, ho sentito un botto incredibile…Mio marito è andato a vedere. C’era la finestra distrutta, sradicata, con le staffe con un pezzo di calcestruzzo sradicato dal muro. Ho pensato a una fuga di gas. Ma il fornello era ancora acceso, c’era la fiamma e la pentola bolliva. Per il gas era tutto a posto…allora non mi so spiegare cosa è successo”. Lina Gentile, suocera di Davide Cervia, parla della misteriosa esplosione nella loro casa di campagna. Davide Cervia, sottoufficiale della Marina Militare, esperto di “guerre elettroniche” è scomparso in circostanze misteriose il 12 settembre del 1990. A “Chi l’ha visto?” la moglie Marisa, la figlia Erika e il suocero, Alberto Gentile , chiedono la verità dopo 22 anni di silenzi, di segreti e depistaggi e una serie di intimidazioni subite.

  • 7 dicembre 2012

    Per una improvvisa indisponibilità del giudice Eugenio Curatola, della seconda sezione civile del tribunale di Roma, è slittata al 30 aprile 2013 l'inizio della causa intentata contro i ministeri della Marina Militare e della Giustizia dai familiari di Davide Cervia. Un sit-in, cui hanno preso parte familiari, amici e conoscenti di Cervia, si e' tenuto davanti l'ingresso di viale Giulio Cesare per "chiedere verità" sulla sorte di Cervia. "Ho paura che la gente dimentichi - ha detto la moglie Marisa Gentile - quanto avvenuto a mio marito deve avere una risposta". Alla base della citazione a giudizio dei due dicasteri i "ritardi - sottolineano i familiari - i depistaggi e le omissioni'' che hanno impedito di accertare la sorte del loro congiunto soprattutto alla luce del decreto di archiviazione del 5 aprile 2000 nella quale si parla di sequestro dell'esperto elettronico.

  • 22 maggio 2013

    Una testimonianza a “Chi l’ha visto?” indebolisce ulteriormente la tesi che Davide Cervia sia andato via volontariamente, peraltro ufficialmente smentita dai magistrati che chiusero dopo dieci anni le indagini con l’ipotesi che è stato rapito da ignoti. Il fotografo del matrimonio di Cervia, ha contattato il programma e ha raccontato un episodio accaduto qualche giorno prima della scomparsa. Cervia andò da lui per chiedergli di ricavare una gigantografia da uno degli scatti che lo ritraevano con la moglie il giorno delle nozze.
    Oltre al fotografo anche un ex militare in pensione si è fatto avanti per fare dichiarazioni importanti a “Chi l’ha visto?”, in modo non anonimo: Giovanni Cossu, di 82 anni, che stato un istruttore di Davide Cervia. nel periodo in cui ha frequentato la scuola sottufficiali della Marina Militare a Taranto. È stato uno dei massimi esperti di sistemi d’arma impiegati sulle navi da guerra italiane, che sono state venduti anche a paesi stranieri. Come il “Teseo Otomat”, sul quale si è preparato Cervia, che fu venduto in 1000 esemplari a Iraq e Libia. Cossu ritiene probabile che le competenze di Cervia siano il movente del suo rapimento. Per far comprendere il clima in cui vivevano i militari con queste specializzazioni, ha raccontato un episodio di cui egli stesso fu protagonista quando era in servizio e temette di essere rapito. I familiari di Cervia si sono sempre battuti perché questa pista, indicata anche da alcune lettere anonime, venisse presa in considerazione, incontrando enormi resistenze. Alla moglie Marisa sono occorsi 4 anni solo per dimostrare che la sua qualifica prima di lasciare la carriera militare era di specialista in guerra elettronica (ETE/GE), riuscendo infine a ottenere il foglio matricolare completo dopo un’occupazione del Ministero della Difesa durato alcune ore.

  • 10 febbraio 2015

    Erika e Daniele, che all’epoca della scomparsa del padre avevano 6 e 4 anni, in una lettera inviata attraverso i membri M5S del Copasir al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, chiedono che si adoperi perché l’avvocatura dello Stato ritiri la richiesta di applicazione della prescrizione nel procedimento civile in corso. Una richiesta, scrivono, “che ancora una volta negherebbe ai sottoscritti la possibilità di avere riconosciuti i diritti fondamentali della persona”. I figli di Cervia citano “depistaggi, omissioni e superficialità operate da parte di alcune istituzioni del nostro Paese” e ricordano di aver “intentato un procedimento civile, presso il Tribunale civile di Roma, basato sulla condotta negligente da parte dei Ministeri della Giustizia e della Difesa attraverso i loro dipendenti, i quali hanno determinato una gravissima lesione del nostro diritto alla verità, impedendo l'accertamento delle cause del rapimento di nostro padre”. Chiedono pertanto ad Orlando di “voler rivalutare e ritirare la richiesta avanzata dai Ministeri suddetti, attraverso l'Avvocatura dello Stato, di far applicare al Giudice del Tribunale civile di Roma, Dott.sa D'Ovidio, il principio della prescrizione, applicabile su richiesta delle parti”.

  • 23 gennaio 2018

    Il Ministero della Difesa condannato al risarcimento di 1 euro, come chiesto nel giudizio civile intentato dalla famiglia dell'ex sottufficiale scomparso nel 1990. Caduta l'ipotesi di prescrizione. La Marina Militare doveva fornire subito a familiari e inquirenti "ogni completa e dettagliata informazione".