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Scomparso

Augustavio Carrara

Sesso:M
Età:56 (al momento della scomparsa)
Nazionalità:Italiana
Corporatura:normale
Statura:180
Occhi:azzurri
Capelli:grigi
Scomparso da:Bielorussia
Edizione:1996/1997
Data della scomparsa:01/05/1996
Data pubblicazione:19/11/1996

Augustavio Carrara, 56 anni, di Selvino (Bergamo), lavora come autotrasportatore. Il 30 aprile 1996 è partito per Mosca da dove sarebbe dovuto rientrare tra il 13 e il 17 maggio. Nel suo camion, un autoarticolato IVECO 190.38, trasportava un carico di calze San Pellegrino. Carrara aveva ricevuto l'ordine di carico dal Centro Tir di Bergamo, per il quale lavora abitualmente, e che aveva previsto per lui anche un carico di ritorno da Minsk, in Bielorussia. Dopo aver espletato le formalità doganali, l'uomo ha attraversato il valico Fernetti, superato la Slovenia, la Croazia e l’Ungheria, ed è entrato in Ucraina raggiungendo Gomel, in Bielorussia,  il 4 maggio. A pochi chilometri dalla città quello stesso giorno, intorno alle 18, è stato avvistato da un collega, che lo ha incrociato sulla strada e lo ha salutato con il segnale convenzionale dei camionisti, l'accensione intermittente dei fari. Da questo momento in poi di lui non si sono più avute notizie. Avrebbe dovuto consegnare la merce a Mosca entro 8-10 giorni dalla data di partenza ma il suo arrivo e l'avvenuto scarico della merce è stato prima confermato il 13 maggio con un fax dalla ditta russa ricevente e poi smentito dalla stessa quattro giorni più tardi. A questo punto è scattato l'allarme: sono stati allertati tutti i camionisti italiani che compiono abitualmente viaggi nell'Est europeo. Il 20 maggio il Tir di Carrara è stato avvistato a Gorodok, in Bielorussia, fermo nello spazio antistante una stazione di polizia. Il 24 maggio la polizia bielorussa ha comunicato di aver ritrovato il Tir di Carrara il 5 maggio, abbandonato, privo di targhe, in una piazzola di sosta in prossimità di Gorodok. Il camion era intatto e al suo interno erano ancora presenti, in perfetto ordine, i suoi effetti personali. Il cassone del rimorchio, apparentemente perfettamente sigillato, era vuoto. All'interno della cabina di guida è stato rinvenuto il dischetto del contachilometri che registra, come la scatola nera per gli aerei, tutti gli spostamenti effettuati dal Tir. Facendolo decodificare da un esperto, la polizia bielorussa ha tentato una ricostruzione dell'itinerario effettuato dal camionista. Gli inquirenti ipotizzano che sia stato rapinato, e poi probabilmente ucciso, al confine tra la Russia e la Bielorussia o direttamente in territorio russo, da una banda di rapinatori russi specializzata in assalti ai Tir che agisce abitualmente nella zona di Smolensk.