Mario Calò, 64 anni, imprenditore edile, risiede a Tencarola (PD). Verso la fine di settembre dello scorso anno decide di andare a Szekszard, in Ungheria, dove possiede diversi appartamenti, tutti affittati. Parte in macchina con la sua compagna, Carmen Iamandi, 27 anni, rumena, con la quale convive da circa due anni. Intorno alla metà di ottobre Mario telefona ai figli per dire che sarebbe andato a Galati, in Romania, dove vivono i genitori di Carmen. La coppia, secondo la testimonianza di un loro amico ungherese, si allontana da Szekszard il 16 ottobre e, la stessa sera, passa il confine tra Ungheria e Romania a Nadlac. In frontiera Mario dichiara di essere diretto a Timisoara, anziché a Galati. Poi, dei due, si perdono le tracce.

Una telefonata giunta da Bucarest in trasmissione sostiene che una Opel Calibra targata Padova e sporca di fango, era posteggiata nella capitale rumena, in una strada non lontana dal Consolato italiano.

Mario Calò aveva iniziato la sua attività imprenditoriale in Ungheria nel 1994, dopo che in Italia gli era stata revocata la licenza di affittacamere in seguito ad alcuni episodi di violenza che hanno visto coinvolti i suoi inquilini, tutti extracomunitari. Prima acquista un appartamento a Budapest, poi le case a Szekszard. Sembra che l'uomo volesse allargare il proprio giro d'affari in Ungheria. Si parla di un suo interessamento al settore del legno e di uno show-room, al cui progetto si dice stesse lavorando con un imprenditore tedesco.