Caserta, 13/1/2010 - Giuseppe Cervice, il pizzaiolo originario di Pozzuoli ma residente a Castelvolturno, è stato condannato dalla prima sezione della corte di Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per omicidio volontario con esclusione della premeditazione. Il presidente Elvira Capecelatro con accanto il giudice a latere Maria Chiara Francica e i giudici popolari, ha letto il dispositivo di sentenza. L'imputato era assente. Cervice, dunque, stando alla decisione dei giudici di Santa Maria, ha ucciso la convivente Katiuscya Gabrielli, di 25 anni, la notte tra il 7 e l'8 settembre 1999 perché voleva lasciarlo portando con sé i figli. Il pizzaiolo avrebbe fatto poi sparire il corpo bruciandolo nel forno a legna utilizzato per cuocere pizze. A Cervice i giudici hanno tolto anche la patria potestà sui figli, nominado il nonno materno curatore dei loro beni. In aula erano presenti il pm Ilaria Sasso del Verme e il procuratore aggiunto Raffaella Capasso. Erano presenti anche i genitori di Katiuscya, Ciro e Immacolata, e il fratello della vittima, Vincenzo. "Ora metterò una corona di fiori fuori la pizzeria per ricordare Katia", ha detto Vincenzo Gabrielli. L'indagine sulla scomparsa della donna è durata 10 anni. Il processo, indiziario, si era aperto nell'ottobre del 2009, dopo numerose puntate di "Chi l'ha visto?" che ha mantenuto alta l'attenzione sul caso fin dal giorno della scomparsa della giovane donna