Roma, 20/6/2012 - L'Italia sarà uno dei primi Paesi europei a dotarsi di un database che permetta un rapido e automatico confronto fra i dati di persone scomparse e cadaveri sconosciuti. Se ne è parlato nel corso delle XV Giornate Medico Legali, che hanno preso il via ieri a Roma all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Ad approfondire il tema Cristina Cattaneo, associato di Medicina legale del dipartimento di Morfologia umana e scienze biomediche dell'università degli studi di Milano e direttore del Laboratorio di antropologia e odontaiatria forense (Labanof). L'identificazione di cadaveri sconosciuti - si evidenzia in una nota - costituisce un ambito cruciale in medicina legale per motivi etici, penalistici e civilistici. Nel mondo d'oggi, con l'allentamento dei legami familiari, la crescente immigrazione e lo sviluppo di disordini politici in diversi Paesi, il numero delle persone scomparse e, conseguentemente, dei cadaveri sconosciuti è destinato ad aumentare. Ma ancora nel 21° secolo pochissimi Paesi possiedono un database per il confronto dei dati su base nazionale delle persone scomparse e dei cadaveri sconosciuti. La presentazione della Cattaneo ha illustrato i dati epidemiologici e le problematiche relative al trattamento dei cadaveri sconosciuti e delle persone scomparse e come il Governo italiano stia tentando di risolvere tali questioni con l'introduzione di un nuovo database nazionale: nel 2007, dopo un decennio di pressioni esercitate da un lato dalle associazioni impegnate nella ricerca di persone scomparse, che attirarono l'attenzione sull'elevato numero di casi registrati ogni anno (24.000), dall'altro dai medici legali universitari che lamentavano l'incremento di cadaveri sconosciuti (i dati più recenti parlano di almeno 1.000 soggetti deceduti privi di esatte generalità), il Parlamento italiano ha affrontato il problema effettuando audizioni di esperti e quindi proponendo una legge per l'istituzione di un database nazionale per le persone scomparse e i cadaveri sconosciuti. La proposta di legge è stata radicalmente modificata a causa dell'instabilità della situazione politica e della crisi finanziaria, ma è ancora valida e dovrebbe essere presto approvata in via definitiva dal Senato. In pratica - prosegue la nota - il database Ri.Sc. (Ricerca Persone Scomparse) è stato creato nel 2010 con moduli digitali per la raccolta di dati ante mortem da parte di Polizia e Carabinieri per quanto riguarda le persone scomparse, e di dati post mortem rilevati dai medici legali sui resti umani. Entrambi i moduli contengono informazioni riguardanti il sesso, l'età, gli indumenti, i connotati e contrassegni, i dati clinici, dentari ed eventualmente genetici. Il sistema è attualmente in fase di collaudo. L'Italia è dunque uno dei primi Paesi europei a dotarsi di un database che permetta un rapido e automatico confronto fra i dati di persone scomparse e cadaveri sconosciuti. Se tale sistema riuscirà a superare diversi ostacoli burocratici (la definizione dei soggetti in grado di accedere il sistema, l'armonizzazione delle procedure fra medici legali, gli aggiornamenti del software) potrebbe costituire un primo passo per l'identificazione dei cadaveri sconosciuti ed essere esteso ad altri Paesi. Insieme all'attività di siti internet pubblici che divulgano i dati del profilo biologico di cadaveri sconosciuti, questa iniziativa potrà risolvere la problematica dei cadaveri sconosciuti anche per quanto riguarda coloro che non sono legalmente noti come persone scomparse.