Palermo, 25/3/2011 - Riaperta l'istruzione dibattimentale al processo per il sequestro e l'omicidio del giornalista Mauro De Mauro, scomparso la sera del 16 settembre del 1970 da Palermo. Lo ha deciso questo pomeriggio il Presidente della Corte d'Assise di Palermo, Giancarlo Trizzino, dopo una breve Camera di consiglio. Si interrompe così la requisitoria del processo, che era giunto al termine. La decisione è stata presa dopo la produzione di appunti, note , notizie confidenziali e altri atti risalenti a quarant'anni fa, 415 pagine in tutto, del pm di Palermo Sergio Demontis. Si tratta di carte riemerse dagli archivi polverosi del vecchio Ufficio politico della Questura di Palermo e destinate al macero, riguardanti le prime indagini sul sequestro del giornalista de L'Ora. L'unico imputato è il capomafia Salvatore Riina, collegato videoconferenza con il suo legale Luca Cianferoni, e per la prima volta, l'avvocato Federica Coppi. Alla prossima udienza, il primo aprile, è stato citato l'estensore della nota, l'ufficiale della Digos dell'epoca "o in sue veci - come ha spiegato il Presidente della Corte d'Assise - l'ufficiale di polizia giudiziaria da lui stesso identificato, che ha materialmente rinvenuto il fascicolo depositato il 18 marzo scorso". Proprio oggi era prevista la seconda udienza dedicata alla requisitoria della Procura, iniziata la scorsa udienza dal Procuratore aggiunto Antonio Ingroia. Il pm Demontis ha chiesto di proseguire la discussione e non riaprire l'istruzione dibattimentale. L'altro legale di Riina, Giovanni Anania, presente in aula a Palermo, ha chiesto invece, un termine per leggere le carte, ma con Cianferoni e Coppi, è stato chiesto di sentire in aula l'estensore della nota. Per l'avvocato di parte civile Giuseppe Crescimanno si tratta di "scarti di archivio destinati al macero ma non ho elementi per dire se ci sono altri atti" e quindi si è rimesso alla decisione del Presidente della Corte d'Assise Giancarlo Trizzino. L'altro legale di parte civile, Cetty Pillitteri, non ha invece avanzato alcuna richiesta. Tra le carte polverose c'è anche una testimonianza dell'ex 007 Bruno Contrada, che oggi sta scontando una condanna a dieci anni per mafia. Contrada nel 1970-'71 condusse, insieme con il collega Boris Giuliano, ucciso da Cosa nostra il 21 luglio 1979, la prima fase dell'inchiesta sulla morte di De Mauro. Si tratta anche di appunti e relazioni di servizio dell'ex Digos di Palermo. Alcuni degli accertamenti furono delegati dal questore dell'epoca, Ferdinando Li Donni, all'ufficio politico. Adesso, a cinque anni dall'inizio del processo, e 41 dall'omicidio di De Mauro, c'è un nuovo stop.