Arezzo, 11/9/2020- L'ordine dei Frati Premostratensi ha espulso padre Gratien Alabi Kumbayo. L’ex sacerdote sta scontando nel carcere romano di Rebibbia la condanna definitiva a 25 anni per l'omicidio e l'occultamento del cadavere di Guerrina Piscaglia, scomparsa da Cà Raffaello il primo maggio 2014, il cui corpo non è mai stato ritrovato. Il provvedimento, ratificato dalla Santa Sede e notificato alla fine di febbraio all’interessato, risale al 12 agosto 2019 e si basa sull’art. 695 §1: “Un religioso deve essere dimesso dall'istituto per i delitti di cui nei cann. 1397, 1398 e 1395 a meno che, per i delitti di cui nel can. 1395, §2, il Superiore non ritenga che la dimissione non sia del tutto necessaria e che si possa sufficientemente provvedere in altro modo sia alla correzione del religioso e alla reintegrazione della giustizia, sia alla riparazione dello scandalo”.
Assistito dall’avvocato Riziero Angeletti, Alabi continua a proclamarsi innocente “ma senza argomenti convincenti”, scrive la Curia generalizia dei Premostratensi nel decreto di dimissione, e non ha finora offerto elementi utili per ottenere un processo di revisione.
Alabi non può più celebrare la Santa Messa e gli è stato revocato ogni tipo di incarico religioso. In atto l'iter del Vaticano per la riduzione allo stato laicale.
L'Ordine dei Premostratensi parteciperà alla causa promossa dai familiari di Guerrina Piscaglia per il risarcimento dei danni, per la quale il marito Mirco e il figlio Lorenzo hanno citato anche la Curia di Arezzo che aveva inviato Cà Raffaello il sacerdote. Secondo i legali della famiglia, avvocati Nicola Detti e Francesca Faggiotto, gli atti sono stati ricevuti dal vescovo di Arezzo monsignor Riccardo Fontana che ne ha informato il Vaticano.
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