Asti, 4/11/2015 – Il giudice Roberto Amerio ha accolto la richiesta dell'accusa, che aveva chiesto il massimo della pena nel processo di primo grado con rito abbreviato per l'omicidio e l’occultamento del cadavere di Elena Ceste. Prima della sentenza Michele Buoninconti aveva letto in circa venti minuti cinque pagine di una sua dichiarazione. Dopo aver ribadito più volte la sua innocenza e il convincimento che lei sia morta per una tragica fatalità, il marito di Elena Ceste - ha riferito il suo legale Enrico Scolari - si era rammaricato di non essersi rivolto al medico la sera prima della sua scomparsa e di non essere andato cercarla nel luogo dove poi è stata ritrovata morta. Buoninconti aveva difeso la memoria della moglie dicendo che quelli che lei frequentava erano solo amici e aveva concluso leggendo un passo della bibbia su Susanna e il giudizio di Daniele.
Il giudice ha stabilito un risarcimento di 300 mila euro per ciascuno dei figli di Elena Ceste, 180 mila euro per i genitori e la sorella e 50 mila per il cognato. Oltre ai familiari della donna, per la prima volta era stata ammessa come parte civile l’associazione dei familiari e amici delle persone scomparse Penelope onlus, alla quale è stato riconosciuto un risarcimento di 10 mila euro, come ha reso noto il presidente Antonio La Scala.
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