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Ceoban: Ergastolo revocato alla sorella, confermato per Esposito

Viterbo, 22/6/2012 - Nella serata di ieri è stata confermata dalla Corte d'Assise d'Appello di Roma, la condanna all'ergastolo inflitta dai giudici di primo grado a Paolo Esposito, 43 anni, accusato di aver ucciso e fatto sparire i corpi della sua convivente moldava Tatiana Ceoban, 36 anni, e della figlia tredicenne della donna, Elena. E' stato invece revocato il carcere a vita ad Ala Ceoban, sorella di Tatiana e zia di Elena, che aveva una relazione clandestina con Esposito. Secondo i giudici di primo grado, Ala Ceoban era stata parte attiva nel duplice omicidio, architettato dai due amanti per non avere più intralci alla loro relazione e per entrare in possesso della villetta alla periferia di Gradoli, in cui abitava Tatiana. Un altro movente fondamentale, secondo l'accusa, era l'affidamento della figlia, oggi di otto anni, nata durante la convivenza tra la donna ed Esposito. Ad avviso dei giudici d'appello Ala Ceoban non avrebbe partecipato attivamente al duplice omicidio, ma si sarebbe limitata a favorire il suo amante nell'organizzarlo e nel successivo occultamento dei cadaveri. Da qui la condanna a otto anni di carcere per favoreggiamento aggravato. Tatiana Ceoban e la figlia Elena sparirono nel nulla la mattina 30 maggio 2009. Per mesi, gli investigatori hanno cercato i loro cadaveri scandagliando il lago di Bolsena, scavando nel terreno circostante la villetta e perlustrando alcune zone del monte Amiata dove, come è risultato dalle celle dei loro telefonini, erano stati i due amanti nei giorni successivi alla scomparsa delle donne.

Subito dopo la lettura sentenza, i difensori di Esposito hanno annunciato ricorso in Cassazione. Il procuratore generale, che aveva chiesto la conferma dell'ergastolo anche per la donna, deciderà l'eventuale impugnazione dopo l'esame delle motivazioni della sentenza.

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