Gela (Caltanissetta), 23/3/2011 - A due anni e quattro mesi dalla morte della figlia diciottenne, avvenuta per annegamento e archiviata dai carabinieri come suicidio, una donna di Gela, Rosa Foresti, chiede con una lettera alla magistratura e ai giornali la riapertura delle indagini perché a suo avviso ci sarebbero elementi che porterebbero a ipotizzare un caso di omicidio. La ragazza, Veronica Guida, il 4 novembre del 2008, era uscita di casa, a piedi, per fare una passeggiata. Dai tabulati delle celle telefoniche è stato accertato che la giovane da via Crispi, all'angolo di via Butera (dove abitava), aveva raggiunto il quartiere Macchitella. All'ora di pranzo aspettava che arrivasse una zia per darle un passaggio fino a casa. Ma sul luogo dell'appuntamento la zia non trovò Veronica. Scattarono l'allarme e le ricerche della ragazza, che da anni soffriva di depressione perché non si sentiva accettata a scuola e nella societa'. Questo particolare, a parere della madre, avrebbe indotto gli inquirenti a chiudere subito le indagini senza eseguire l'autopsia sul cadavere che presentava tagli sospetti al viso. Il 4 novembre, due pescatori dilettanti avvistarono il corpo di una donna galleggiare a ovest del porto. Era il cadavere di Veronica Guida, con addosso il telefonino cellulare. "Chi ha portato Veronica in pochissimi minuti, forse con una moto o una macchina, da Macchitella al porto, luoghi distanti almeno 3 km l'uno dall'altro", si chiede la madre che non riesce a rassegnarsi. "Veronica - dice ancora la donna - non avrebbe mai accettato passaggi da sconosciuti". E lancia un appello "a chi ha visto qualcosa, a chi sa e non parla, ai due pescatori che avvistarono il cadavere in mare, perché riferiscano ogni minimo dettaglio utile a fare emergere verità e giustizia"-