Bergamo, 20/6/2014 - Yara “aveva paura di un signore in macchina, che andava piano e la guardava male quando lei andava in palestra e tornava a casa percorrendo la via Morlotti” a Brembate di Sopra. Questa testimonianza fatta dal fratellino di Yara nel luglio del 2012 è citata dal gip Ezia Maccora nell'ordinanza di custodia cautelare che ha mantenuto Bossetti in carcere nonostante i rilievi che hanno indotto il magistrato a non convalidarne il fermo per il pericolo di reiterazione del reato. Ma chi era quell’uomo, che “aveva una barbettina come fosse appena tagliata” e una “macchina grigia lunga”? Dopo aver sottolineato le coincidenza con l’aspetto di Bossetti e la sua Volvo V40, il gip ha precisato che "su altre parti del racconto del minore vi sono imprecisioni. Ad esempio l’uomo viene descritto come cicciottello, aggettivo non corrispondente fisico attuale dell’indagato. Si tratta però di un teste di minore età la cui capacità di rappresentazione dei fatti non può essere equiparata a quella di un adulto quindi è ben possibile che qualche dettaglio non corrisponda del tutto alla fisionomia dell’attuale indagato". Per cui si rendono necessari “gli ulteriori approfondimenti investigativi “consentiranno di dare una adeguata collocazione probatoria a tali dichiarazioni anche al fine di meglio definire le aggravanti che possono essere riscontrate e contestate all'indagato”. Nell'ordinanza è riportata anche la testimonianza resa da sua madre il 16 giugno, in cui la donna smentisce di avere mai avuto rapporti con Giuseppe Guerinoni, ritenuto, invece il padre di Massimo Giuseppe sulla base del Dna. Ester Arzuffi ha negato “di avere avuto una relazione sentimentale e sessuale” con l’autista di Gorno: “Non sono mai stata quel tipo di donna, ci penso ma non ricordo assolutamente”, ribadendo che i gemelli Massimo e Laura sono invece figli di suo marito.
In una conferenza stampa sugli ultimi sviluppi delle indagini sull’omicidio il procuratore di Bergamo Francesco Dettori ha difeso il lavoro degli inquirenti:“Non ci sono state contraddizioni nel percorso investigativo basato su una linea operativa strettamente scientifica, dall'individuazione della madre del presunto autore fino all'individuazione della persona che conoscete”. Dettori ha inoltre definito “aride e stupide” le polemiche sui costi: “Per trovare la verità sul caso di una ragazza di 13 anni non si bada a spese” “Non avete idea di quanta fatica è stata fatta in un'indagine a elenchi, con nessun testimone e ben poche telecamere funzionanti. Nei primi mesi è stato un incubo”, ha detto il pm Letizia Ruggeri, spiegando le difficoltà incontrare fino al ritrovamento del corpo, la prima svolta nelle indagini: “E' stato di un grande aiuto, come è noto i cadaveri danno informazioni, sapere che sugli slip è stato localizzato questo Dna. A questo punto il Dna è stato il faro alla luce del quale proseguire le indagini”. Un’altra tappa importante è stata l’identificazione del padre genetico di “Ignoto 1”: “'Dopo aver riesumato il cadavere di Guerinoni, non abbiamo avuto più nessun dubbio sul fatto che fosse il padre del soggetto che stavamo cercando”, ha sottolineato Ruggeri rivelando che poi “è partita un'indagine pazzesca per ritrovare la madre”, anche “pedinando e intercettando i Guerinoni”. Quindi si è arrivati alla madre di “Ignoto
Il pm di Bergamo Letizia Ruggeri non ha escluso di chiedere per Massimo Giuseppe Bossetti il giudizio immediato, senza passare dall'udienza preliminare: “Devo valutare come procede questafase dell'indagine, ma non lo escludo”.
Il parroco di Brembate don Corinno, da sempre vicino alla famiglia Gambirasio, ha riferito oggi all’Ansa pensieri confidatigli dal padre di Yara in una telefonata: “In questi giorni dobbiamo pensare solo a pregare per la famiglia Bossetti, perché stanno soffrendo più di noi. La nostra Yara ora è in paradiso”, ha detto Fulvio Gambirasio aggiungendo che è tempo di pensare ai genitori e parenti dell’uomo fermato che “ora sono stati travolti dall'inchiesta”
[Video - Il caso nella puntata del 18 giugno 2014]
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