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Omicidio Lidia Macchi: Assolto in appello Stefano Binda

Milano, 24/7/2019 - La Corte d'Assise d'Appello ha respinto la richiesta del sostituto pg Gemma Gualdi, che aveva proposto di confermare la condanna all'ergastolo inflitta a Stefano Binda, in primo grado a Varese, per l'omicidio di Lidia Macchi. I giudici hanno ordinato l'immediata scarcerazione del 51enne, che era stato arrestato il 15 gennaio 2016. "Credo che servisse un minimo di approfondimento in più. Forse è stata una sentenza affrettata. Andremo avanti, Lidia non ce la restituirà nessuno, nemmeno questi trent'anni senza di lei", ha detto all'Ansa Stefania Macchi, sorella della studentessa uccisa nel 1987. Al centro del processo la lettera anonima "In morte di un'amica", ricevuta il giorno dei funerali dalla famiglia Macchi, per gli inquirenti scritta dall'assassino. Anni dopo, testimonianze e perizie recepite dalla sentenza di primo grado avevano indicato l'autore in Binda, ex compagno di scuola della ragazza. Un nuovo teste, l'avvocato Piergiorgio Vittorini, ha rivelato che un suo cliente si sarebbe attribuito la paternità della lettera. "Il segreto mi sta lacerando l'anima, ho una famiglia, ho dei figli. Ho scritto io la lettera", la confidenza riferita dall'avvocato, che non ha rivelato il nome del cliente avvalendosi del segreto professionale.

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