Roma, 29/9/2015 – “Motivata dalla difesa dei diritti umani e dalla severa condanna contro la pedofilia emessa dal Papa durante il suo viaggio negli Stati Uniti, sento che mi devo rivolgere con tutte le mie forze al Pontefice affinché la scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori non rimanga impunita e affinché le indagini possano proseguire e, attraverso queste si conosca anche la verità sull' assassinio di mio figlio Josè perpetrato per mano di Marco Accetti, oggi reo confesso". Inizia così la lettera aperta – resa nota dall’Ansa - indirizzata a Papa Francesco e alla giustizia italiana da Maria Laura Bulanti Garramòn, la madre di José Garramon. “Il 30 settembre - si appella la madre del bambino -, cioè domani, scadono i termini che il giudice ha a disposizione per archiviare o continuare le indagini di colpevolezza nei confronti di Marco Fassoni Accetti nella causa che lo vede coinvolto per la sparizione di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due adolescenti misteriosamente scomparse e mai più ritrovate nel 1983". "Prego anche - aggiunge la donna - perché siano riaperte le indagini sul caso mai risolto della misteriosa scomparsa di Bruno Romano, il bambino che viveva a a pochi metri dalla casa di Marco Fassoni Accetti". "Come mamma di Josè Garramon - spiega la donna -, sono direttamente coinvolta nella ricerca della verità e della giustizia di questi casi irrisolti. Esistono molte evidenze che collegano la partecipazione di Marco Accetti, responsabile della morte di mio figlio di cui si è autoincolpato, e nella scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori". Fassoni Accetti ha sostenuto tra le altre dichiarazioni spontanee rese ai magistrati più di un anno fa che il rapimento del giovane José era legato a una rete di ecclesiastici pedofili e che non era solo al momento dell'uccisione. “Marco Accetti - scrive la donna - ha dichiarato davanti alla Questura di Roma che mentre moriva mio figlio Josè, Emanuela Orlandi si trovava sequestrata in un luogo vicino alla roulotte”. “Accetti - continua la madre di José - ha fornito inconfutabili prove della sua colpevolezza sia nelle sue dichiarazioni davanti alla Procura della Repubblica Italiana, sia davanti alla stampa. Fra queste, ha anche dichiarato che quando uccise Josè, mio figlio solamente dodicenne, era accompagnato da una donna. Quando fu catturato dai carabinieri, poche ore dopo aver ucciso mio figlio, era accompagnato da una donna ed entrambi avevano gli abiti abbondantemente macchiati di sangue”. “Questa donna – conclude Maria Laura Bulanti - è identificata nei documenti processuali come Patrizia de Benedetti. Sarebbe una ingiustizia che il Giudice archiviasse gli attuali casi, senza interrogarla. Solamente lei potrebbe rivelare gli interrogativi che ancora sono sospesi sulle vere cause di morte di Josè e, di conseguenza, il legame con la scomparsa di Emanuela e Mirella".
[Video - Il caso Nella puntata del 14 maggio 2014]
Patrizia De Benedetti il 30 settembre ha inviato a "Chi l'ha visto?" questa rettifica che viene pubblicata integralmente:
"Spettabile Redazione di “Chi l’ha visto?”,
in merito all’ ANSA che avete pubblicato ieri 29 settembre 2015 sul vostro sito, dove si notizia di una lettera aperta della signora Maria Laura Bulanti, madre del piccolo Josè Garramon, inviata a Papa Francesco, si leggono queste dichiarazioni della stessa:
“(…) ha anche dichiarato [Marco Accetti] che quando uccise José, mio figlio solamente dodicenne, era accompagnato da una donna. Quando fu catturato, poche ore dopo aver ucciso mio figlio, era accompagnato da una donna ed entrambi avevano gli abiti abbondantemente macchiati di sangue”. “Questa donna – conclude Maria Laura Bulanti- è identificata nei documenti processuali come Patrizia de Benedetti. Sarebbe una ingiustizia che il Giudice archiviasse gli attuali casi, senza interrogarla. Solamente lei potrebbe rivelare gli interrogativi che ancora sono sospesi sulle vere cause di morte di José e, di conseguenza, il legame con la scomparsa di Emanuela e Mirella”.
SI FA PRESENTE che la signora Maria Laura Bulanti Garramon è stata più volte segnalata in Procura, davanti ai magistrati dr.Giancarlo Capaldo e d.ssa Simona Maisto, per diffamazione aggravata, calunnie e cyberStalking, e i Giudici hanno preso atto di questo.
SI FA PRESENTE, al contrario di quanto sostiene la signora Bulanti Garramon, che la signora Patrizia De Benedetti è già stata ascoltata più volte in questi ultimi due anni in Procura come “persona informata sui fatti” e con dichiarazioni spontanee.
SI FA PRESENTE delle FALSITA’ continue che la signora Maria Laura Bulanti Garramon imperterrita diffonde pubblicamente da DUE ANNI ai danni della reputazione della signora Patrizia De Benedetti.
SI FA PRESENTE a rettifica delle false dichiarazioni della Bulanti Garramon, che :
- Marco Accetti la sera del 20 dicembre 1983, era solo alla guida del suo furgone al momento dell’investimento del piccolo José, e NON RISULTA assolutamente che fosse accompagnato da chicchessia donna, tantomeno accompagnato dalla signora Patrizia De Benedetti che in quell’istante era in tutt’altra parte in compagnia di altre persone;
- il Marco Accetti NON fu “catturato” come sostiene falsamente la signora Maria Laura Bulanti Garramon, poiché non ci fu nessuna “caccia all’uomo” da parte dei carabinieri. L’Accetti venne invece arrestato GRAZIE a Patrizia De Benedetti che essendo totalmente all’ OSCURO dell’investimento mortale della sera precedente, dichiarò SPONTANEAMENTE ai carabinieri, la mattina del 21 dicembre 1983, la presenza in Pineta del furgone accidentato dell’Accetti, e questo ben risulta sui verbali del tempo;
- È totalmente FALSO il fatto che gli abiti di Patrizia De Benedetti fossero “abbondantemente macchiati di sangue” (???) come sostiene calunniosamente la signora Maria Laura Bulanti Garramon, ciò è una totale INVENZIONE della fantasia malata della Bulanti Garramon;
- la signora Patrizia De Benedetti non ha NULLA da rivelare sugli “interrogativi che ancora sono sospesi sulle vere cause di morte di José” che la signora Maria Laura Bulante Garramon sostiene, poiché l’unica vera verità che la signora De Benedetti sa, è che il piccolo Josè E’ STATO INVOLONTARIAMENTE INVESTITO, in una notte buia e piovosa, in una via senza illuminazione mentre vestito di SCURO incautamente attraversava di corsa la strada, da un furgone alla cui guida c’era solo e unicamente Marco Accetti;
- la signora Patrizia De Benedetti in tutta questa faccenda, fu solo TESTIMONE oculare dell’arresto di Marco Accetti avvenuto la mattina del 21 dicembre 1983, per investimento colposo in morte di un PEDONE.
La signora Maria Laura Bulanti Garramon dovrebbe riflettere invece su quante volte suo figlio TREDICENNE (Josè quando morì aveva 12 anni e 11 mesi!!!) attuò marachelle adolescenziali o capricci in famiglia…
La signora Maria Laura Bulanti Garramon invece di diffamarla infangandone il nome, dovrebbe altresì RINGRAZIARE mille volte la signora Patrizia De Benedetti, poiché grazie a lei dopo solo 12 ore dall’ incidente, fu arrestato il pirata della strada che investì suo figlio.
SI CHIEDE FORMALMENTE a codesta Redazione, l’oscuramente del nome “Patrizia De Benedetti” su qualsiasi notizia o documento che la redazione “Chi l’ha visto” ha pubblicato o intende pubblicare.
SI CHIEDE la RETTIFICA su tutte le notizie FALSE e TENDENZIOSE che la Bulanti Garramon diffonde sulla signora Patrizia De Benedetti.
Grazie.
Patrizia De Benedetti"