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"Per una fonte SISDE mio figlio fu rapito e ucciso, il governo desecreti documenti utili", lettera della madre di José Garramon

Roma, 2/12/2016 -"Sono la mamma di un bambino uruguaiano di 12 anni, Josè Garramon, scomparso il pomeriggio del 20 dicembre del 1983 a Roma e trovato morto la sera dello stesso giorno nella pineta di Ostia, a venti chilometri di distanza da casa nostra". Inizia così la lettera aperta inviata al Presidente del Consiglio da Maria Laura Garramon, la madre del piccolo Josè, dodicenne figlio di un funzionario uruguayano dell'Onu. "Mio figlio - continua la lettera - è stato vittima di un sequestro di persona e di un omicidio, ma il suo rapitore non è mai stato identificato. Per la giustizia italiana la morte di Josè Garramon è stata soltanto un incidente stradale, l'investimento di un pedone da parte di un uomo che guidava un furgone, di nome Marco Accetti. Secondo una 'fonte fiduciaria' del Sisde, però, lo stesso Marco Accetti avrebbe prima ucciso Josè e poi simulato l'incidente stradale nella pineta".

"Ho appreso solo recentemente questa informazione - spiega la madre di José - da un documento riservato del Sisde datato 1997, acquisito poi dalla Questura di Roma con un'informativa firmata dal dirigente Nicola Calipari. Nello stesso documento del Sisde si afferma che Marco Accetti sarebbe responsabile della scomparsa di un altro bambino di dodici anni, avvenuta nel 1995 a Roma. Si chiamava Bruno Romano e non è mai stato trovato. Lo stesso uomo che è stato condannato per aver investito e ucciso mio figlio Josè, secondo questa 'fonte fiduciaria', avrebbe anche filmato gli abusi sessuali da lui commessi sul piccolo Bruno Romano".

"Ho motivo di ritenere - chiede dunque Maria Laura Garramon - che esistano altri documenti nella disponibilità del governo italiano contenenti informazioni importantissime su mio figlio Josè Garramon, su Bruno Romano e su Marco Accetti. Informazioni che devono essere portate con urgenza a conoscenza del Gip del Tribunale di Roma, che sta decidendo in questi giorni sull'archiviazione del procedimento a carico di ignoti per il sequestro di persona e l'omicidio di mio figlio Josè Garramon. Gli elementi contenuti in questi documenti potrebbero essere determinanti per consentire la riapertura dell'inchiesta".

"Pertanto - conclude - in quanto cittadina italo-urugaiana e madre di un bambino rapito e ucciso sul territorio italiano, io mi rivolgo a lei perché soltanto lei può autorizzare la desecretazione di ogni parte dei documenti riservati riguardanti il caso di mio figlio Josè Garramon, di Bruno Romano e di Marco Accetti che sono nella disponibilità del governo italiano. Le chiedo inoltre di rendere nota, almeno all'autorità giudiziaria, l'identità della 'fonte fiduciaria' citata nel documento del Sisde del 1997".

Josè Garramon con il Presidente Pertini