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Scomparso

Alberto Genta

Data pubblicazione:21/11/2003

Altare, un piccolo paese dell'entroterra Savonese, è al centro di un doppio intricato mistero. Dove i contrafforti delle Alpi Marittime si separano dall'Appennino Ligure è stato sepolto il corpo di un uomo. Sul certificato di morte è stato scritto che si tratta di Alberto Genta, 64 anni, detto lo spagnolo, scomparso da Altare il 7 maggio scorso. Un corpo ritenuto il suo era stato rinvenuto due mesi dopo questa scomparsa, lo scorso 3 luglio, nei pressi di Alassio (Savona), sul tetto di un cantiere navale ai piedi di un alto dirupo di 40 metri. La sorella maggiore di Alberto Genta e suo marito avevano dichiarato agli inquirenti di aver riconosciuto il cadavere. Ma dopo l'esame del DNA questa ipotesi sembra non aver trovato riscontri. Infatti, il DNA ricavato dai resti non è risultato compatibile con quello dei familiari dello scomparso. In paese i vicini di casa di Genta avrebbero sentito delle forti urla provenienti dall'appartamento prima che l'uomo scomparisse. La sua Alfa 33 è stata ritrovata, chiusa, nel parcheggio sottostante un supermercato a Cairo Montenotte, a circa 10 km da Altare. Le chiavi erano a terra, abbandonate sotto l'autovettura.

  • 27 settembre 2004

    Alberto Genta viveva ad Altare (Savona) in un locale modestissimo dove, però, sono stati trovati numerosi assegni postdatati e 2000 Euro in contanti. Genta, che era stato comproprietario di un bar e sembra che fosse intestatario di una grossa villa in Sardegna, qualche giorno prima della sua scomparsa avrebbe confidato ad un amico di avere per le mani un grosso affare. Le ultime telefonate accertate risalgono al pomeriggio del 7 maggio 2003, quando avrebbe chiamato il fratello e un amico. Un mese dopo il fratello e la sorella hanno sporto denuncia. Il 3 Luglio seguente è stato trovato il cadavere di un uomo, morto presumibilmente da due mesi, sul fondo di uno strapiombo ad Alassio (Savona). Riconosciuto dalla sorella, il cadavere è stato attribuito ad Alberto Genta. Ma il confronto del DNA, effettuato dalle forze dell'ordine su campioni organici trovati nell'abitazione di Genta, ha escluso che possa essere lui.
    La sorella maggiore, che lo ha accudito come una madre quando era bambino, spera di avere indicazioni utili al suo ritrovamento.

  • 24 marzo 2009

    E' stato rinviato a giudizio stamani (sarà processato in Corte d'Assise il prossimo 15 ottobre) Giancarlo D'Angelo, 55 anni, l'imprenditore valbormidese accusato di omicidio volontario e occultamento del cadavere di Alberto Genta, 64 anni, il faccendiere di Altare, conosciuto anche con il soprannome di 'Spagnolo' scomparso il 7 maggio 2003. Il cadavere dell'uomo non fu mai ritrovato. Dopo quattro udienze rinviate anche per errori di notifica, il rinvio a giudizio è stato disposto dal giudice per le udienze preliminari Gianfranco Arnaud. D'Angelo, difeso dagli avvocati Carlo Risso e Attilio Bonifacino, si è sempre detto estraneo alla vicenda. Secondo i pm Alberto Landolfi e Vincenzo Scolastico, invece avrebbe attirato in una trappola il faccendiere Genta, invitandolo a un incontro in una struttura abbandonata della Valbormida. Elementi d'accusa a suo carico sono alcune intercettazioni e il memoriale di una donna di 57 anni che frequentava Genta e che conosceva anche D'Angelo. La donna inviò una lettera ad un'altra persona proprio nel timore di essere uccisa. La sorella di Alberto Genta, Ivana, si era costituita parte civile nel processo contro D'Angelo.

  • 2 dicembre 2009

    Sarà una dottoressa del dipartimento di medicina legale dell'Università di Torino, ad  occuparsi delle perizie sul cadavere. L'incarico le è stato affidato stamani nell'udienza in Corte d'Assise a Savona per l'omicidio e la sparizione del cadavere di Alberto Genta soprannominato 'Lo spagnolo', che vede  sul banco degli imputati l'imprenditore Giancarlo D'Angelo.  L'udienza è stata aggiornata al 26 gennaio. Il medico infatti avrà 60 giorni di tempo per eseguire le proprie  perizie e cercare di capire se il cadavere appartenesse o meno al faccendiere. Il cadavere è ora seppellito al cimitero di Altare. Per la difesa, l'accusa e la parte civile, i precedenti esami del Dna non sarebbero attendibili. Per quella data inoltre saranno ascoltati in aula altri testimoni che dovranno chiarire i rapporti tra l'imprenditore imputato e 'lo Spagnolo'.

  • 10 maggio 2010

    E' stato riesumato oggi, al cimitero di Altare, il cadavere dell'uomo ritrovato nel luglio del 2003, sopra il tetto dei cantieri navali del porticciolo Luca Ferrari di Alassio poi sepolto nella parte nuova del camposanto della cittadina valbormidese. Dalle analisi di laboratorio si cercherà di capire se c'è un collegamento tra il corpo senza vita dell'uomo ritrovato ad Alassio e quello di Alberto Genta, il faccendiere di Altare scomparso nel maggio del 2003 dalla Valbormida. Ad occuparsi delle analisi biologiche sarà il medico legale Sarah Gino dell'istituto di medicina legale dell'Università di Torino. Per la scomparsa di Genta, detto lo 'Spagnolo', è in corso in Corte d'Assise a Savona che vede Giancarlo D'Angelo imputato di omicidio e occultamento di cadavere. La prossima udienza è fissata per il 18 maggio. Su richiesta del pm, Alberto Landolfi, nonostante le eccezioni sollevate dagli avvocati dinfensori, Carlo Risso e Attilio Bonifacino, verranno fatte ascoltare in aula anche le  intercettazioni telefoniche, disposte dalla procura di Acqui Terme nell'ambito di un'inchiesta sul furto di energia elettrica da cui era nata anche quella sullo sfruttamento della prostituzione, reato per il quale D'Angelo era stato condannato, risalenti sino al luglio 2005.

  • 22 marzo 2011

    Non fu l'ex imprenditore valbormidese Giancarlo D'Angelo, 58 anni, di Cairo Montenotte, ad uccidere e a far sparire il cadavere di Alberto Genta, detto 'lo Spagnolo', 64 anni, di Altare. La Corte d'Assise di Savona ha assolto - perché "il fatto non sussiste" - l'imputato, per il quale il pubblico ministero Vincenzo Scolastico aveva chiesto una condanna a 21 anni e 2 mesi di reclusione. La parte civile aveva chiesto un risarcimento danni di 100 mila euro per  famigliari della vittima. Dello 'Spagnolo' non si hanno piu' notizie dal maggio del 2003. Scomparve tra il 7 e l'8 maggio. Soddisfatti i difensori di D'Angelo, Carlo Risso e Attilio Bonifacino, che avevano chiesto l'assoluzione del loro assistito. La scomparsa dello 'Spagnolo' resta quindi un 'giallo' ancora da risolvere. Un delitto senza cadavere visto che anche i recenti esami del Dna hanno smentito che il cadavere che venne ritrovato nel luglio 2003 su un capannone di un cantiere navale nel porto di Alassio fosse quello di Alberto Genta.

  • 26 novembre 2013

    Il corpo carbonizzato trovato nella serata di ieri all'interno di un furgone andato a fuoco nella frazione Rocchetta è stato identificato come quello di Giancarlo D'Angelo, l’uomo che nel 2011 è stato assolto in primo grado dall’accusa di avere ucciso Alberto Genta, il cui corpo non è mai stato trovato. In stato di semi-libertà dopo alcune condanne per reati in materia fallimentare, di giorno lavorava in Valbormida e di sera doveva rientrare in cella. La procura di Savona ha disposto l’autopsia per chiarire per fugare ogni dubbio sulle cause della morte.