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Scomparso

Mohamed Sow

Data pubblicazione:18/06/2001

Mohamed Sow, 28 anni, giovane cittadino senegalese da tre anni in Italia, è misteriosamente scomparso da Invorio, un piccolo paese della provincia di Novara, poco distante dal lago Maggiore. La mattina del 16 maggio 2001 Mohamed è uscito, come sempre, per andare a lavorare a Paruzzano, un paese distante circa dieci chilometri. Lavorava in una ditta di rubinetti da bagno, e questa per lui era l'unica fonte di sussistenza. Quel giorno stesso però Mohamed avrebbe deciso di licenziarsi, firmando una lettera che lo stesso datore di lavoro gli aveva già preparato. Una decisione importante, della quale stranamente il ragazzo non aveva parlato con nessuno. Qualcuno racconta di aver sentito litigare i due uomini, una circostanza smentita dal datore di lavoro. Un operaio dello stabilimento ha dichiarato di aver accompagnato Mohamed ad Invorio in macchina alle 18,30, lasciandolo a circa cento metri dalla sua abitazione. Non solo il giovane non è mai arrivato a casa, quello che è davvero incredibile è che nessuno lo ha visto passare. Eppure a quell'ora, nel paese, c'è sempre molta gente, e tutti lo conoscono perfettamente. Svanito nel nulla, dunque, con indosso la tuta da lavoro e senza il passaporto, che è rimasto a casa. Tra chi lo conosce, non c'è una sola persona che creda a un suo allontanamento volontario.

  • 8 gennaio 2002

    Le indagini condotte dalla procura di Verbania sulla scomparsa di Mohamed Sow hanno svelato una terribile verità. Il suo datore di lavoro, Domenico Rettura, aveva raccontato che il giovane aveva firmato spontaneamente una lettera di dimissioni. Ma con un approfondito esame tecnico si è scoperto che si trattava di un falso: il giorno dopo la scomparsa di Mohamed, Rettura si era infatti recato allo studio che teneva la contabilità della ditta con un foglio bianco firmato dal ragazzo senegalese, per farselo "completare" con una falsa lettera di dimissioni. I rilievi della polizia scientifica hanno successivamente portato a una drammatica scoperta. Nella fabbrica sono state trovate evidenti tracce di sangue: con la prova del Dna si è arrivati alla conclusione che si trattava proprio del sangue del povero Mohamed. "Quel 16 maggio - spiega Fabrizio Argentieri, sostituto procuratore del tribunale di Verbania - il ragazzo probabilmente è stato trattenuto con una scusa, ed è stato ucciso. Il suo corpo è stato poi occultato da qualche parte dove è molto difficile che venga trovato. La molla scatenante dell'omicidio sarebbe stata una discussione avvenuta perché Mohamed si era lamentato per dei soldi - poche decine di migliaia di lire - che non gli erano stati riconosciuti in busta paga". Domenico Rettura, e il suo dipendente Fedele Rocco - quello che aveva raccontato di aver accompagnato Mohamed ad Invorio il giorno della scomparsa - sono indagati per omicidio volontario. Il datore di lavoro e l'operaio hanno sempre respinto con decisione ogni accusa nei loro riguardi. Attualmente si trovano in libertà perché l'ordine di carcerazione del tribunale di Torino è sospeso in attesa che diventi esecutivo.

  • 12 luglio 2004

    Il 23 giugno scorso il Giudice per l'Udienza Preliminare ha disposto il rinvio a giudizio di Domenico Rettura e Fedele Rocco, attualmente latitanti, per il 7 ottobre prossimo presso Corte d'Assise di Novara. Il corpo di Mohamed Sow non è stato ancora ritrovato.

  • 21 febbraio 2005

    Dopo oltre tre mesi di udienze, la Corte d'Assise di Novara ha assolto Domenico Rettura e Rocco Fedele, accusati di omicidio volontario aggravato. La Corte ha anche revocato l'ordinanza di custodia cautelare a suo tempo emessa e alla quale i due erano sfuggiti rendendosi latitanti dal 2002. E' stato assolto dall'accusa di favoreggiamento anche un terzo imputato, Massimiliano Surace (Ansa).

  • 6 maggio 2009

    Il 6 marzo 2009 la Corte d’Appello di Torino ha ribaltato la sentenza della Corte d’Assise di Novara ed ha condannato a 16 anni di carcere Domenico Rettura e Rocco Fedele per omicidio preterintenzionale. A questa conclusione si e’ giunti grazie alle indagini condotte dal RIS di Parma.

  • 19 giugno 2010

    E' stata annullata dalla Cassazione la condanna per omicidio inflitta dalla Corte d'Appello ai due imprenditori processati per il giallo della scomparsa di Mohamed Sow. Sarà necessario un nuovo processo. A dare notizia della pronuncia della Suprema  Corte è l'avvocato Antonino Napoli, difensore degli imputati insieme al collega Alessandro Gamberini. Domenico Rettura e Rocco Fedele erano stati condannati a sedici anni per omicidio preterintenzionale. La tesi era che Sow fosse stato aggredito durante una discussione per delle somme di denaro non presenti nella busta paga. Il corpo, poi, venne nascosto. Rettura e Fedele, però, hanno sempre negato questa ricostruzione dei fatti.

  • 9 luglio 2014

    Sono stati assolti dalla Corte d'Assise d'appello Domenico Rettura e Rocco Fedele, originari di Taurianova (Reggio Calabria), i due imprenditori processati per la scomparsa di Mohamed Sow, l’operaio senegalese scomparso il 16 maggio 2001 da Invorio (Novara).I titolari della ditta di lucidatura metalli di Paruzzaro dove lavorava il senegalese erano accusati di omicidio preterintenzionale.

  • 25 agosto 2015

    La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della procura di Verbania contro la sentenza della Corte d'Assise d'appello di Torino che il 9 luglio 2014 ha assolto dall'accusa di omicidio i titolari della ditta in cui lavorava Mohamed Sow, Domenico Rettura e Rocco Fedele. Determinate per la Cassazione "il mancato accertamento del movente". Prescritto il reato di occultamento del cadavere.

  • 24 novembre 2021

    Sono di Mohamed Sow, l’operaio senegalese scomparso nel 2001, i resti trovati ad aprile nei boschi di Oleggio (Novara). Lo ha reso noto la procura di Verbania, spiegando che non sono indagabili i titolari della ditta per cui lavorava, già assolti dall’accusa di omicidio. L’identificazione grazie ai Laboratori di antropologia e odontologia forense dell'Università di Milano. "Il rinvenimento di resti di Sow - ha scritto in una nota il procuratore di Verbania Olimpia Bossi, procuratore capo di Verbania - se da un lato costituisce un significativo elemento di riscontro all'ipotesi iniziale di omicidio volontario dello stesso, non consente tutta la riapertura di una attività di indagine a carico delle persone già processate non essendo ammessa la revisione delle sentenze di assoluzione e non potendo l'imputato assolto o prosciolto con sentenza irrevocabile essere sottoposto a procedimento penale per il medesimo fatto, neppure diversamente qualificato o circostanziato. Al momento le risultanze processuali all'epoca acquisite - conclude - non consentono di ipotizzare altri sviluppi investigativi in ordine ad eventuali responsabilità di terze persone nelle commissione dei fatti che hanno portato alla morte di Sow".

  • 10 febbraio 2022

    Nessun colpevole per la morte del giovane senegalese venuto in Italia per cambiare la sua vita. I resti ritrovati dopo vent’anni tornati in patria grazie alla solidarietà dei comuni di Paruzzaro, Invorio e Oleggio Castello, di Penelope e de “La Scuola di Atene”.