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Scomparso

Cristian Galati

Data pubblicazione:12/01/2009

Nella notte di Capodanno a Filadelfia, in Calabria, Cristian Galati è stato colpito con un martello e dato alle fiamme. Secondo i giovani che hanno confessato l’aggressione, il ragazzo doveva sparire: la sua colpa, aver bruciato l’auto di un piccolo boss della zona. Ma forse Cristian aveva scoperto qualche tassello di verità sulla fine del fratello, Valentino Galati, scomparso nel 2007 forse per aver intrecciato una relazione con la donna sbagliata.

  • 3 aprile 2009

    Cristian Galati è morto il 16 marzo 2009  all’ospedale Policlinico di Bari dove era ricoverato da Capodanno.

  • 17 febbraio 2010

    Due condanne rispettivamente a 16 anni ed a 30 anni di carcere, a carico di Pietro Mazzotta ed Emanuele Caruso, accusati dell'omicidio aggravato di Cristian Galati. I due giovani sono stati inoltre condannati a risarcire i danni alle parti civili, per un totale di 280.000 euro.  Il 3 marzo, infine, riprenderà in Corte d'assise, a Catanzaro, il processo a carico del terzo imputato per l'omicidio, il 32enne Santino Accetta. Secondo la Procura, Galati sarebbe stato ucciso per i suoi contrasti proprio con Accetta che riteneva Galati responsabile del danneggiamento della sua automobile.

  • 5 aprile 2011

    Una prima condanna a 16 anni di carcere ribaltata in assoluzione, ed una seconda condanna a 30 anni dimezzata. Così si è concluso il processo d'appello rispettivamente nei confronti di Pietro Mazzotta ed Emanuele Caruso, in primo grado ritenuti colpevoli dell'omicidio aggravato di Cristian Galati. La Corte d'assise d'appello di Catanzaro (presidente Fortunato Rosario Barone, consigliere Marco Petrini), ha emesso la propria sentenza modificando radicalmente la pronuncia del giudice dell'udienza preliminare di Lamezia Terme Barbara Borelli che, il 16 febbraio del 2010, al termine dei giudizi abbreviati, aveva inflitto 16 anni a Mazzotta, accusato di aver "collaborato" all'uccisione, e 30 anni a Caruso - che avrebbe materialmente bruciato vivo il coetano, e che in fase di indagini confessò di essere l'autore dell'atroce delitto -, condannandoli anche a risarcire i danni alle parti civili, cui sono state riconosciute provvisionali per un totale di 280.000 euro. Il sostituto procuratore generale Raffaela Sforza aveva chiesto di confermare le condanne. La Corte, invece, in parziale accoglimento delle richieste dei difensori dei due imputati - Franco Giampà e Arturo Bova per Mazzotta, e Francesco Gambardella per Caruso - ha assolto Mazzotta "per non aver commesso il fatto", ed ha escluso per Caruso l'aggravante della premeditazione, riconoscendo per lui le attenuanti generiche equivalenti alla seconda aggravante e dunque riducendo la pena a 15 anni di reclusione. La Procura potrà ora ricorrere in Cassazione, dopo il deposito delle motivazioni della sentenza, per il quale i giudici hanno chiesto 90 giorni di tempo. Il 17 maggio è attesa la sentenza per il terzo imputato accusato dell'omicidio, il 32enne Santino Accetta, per cui è in corso il processo dibattimentale davanti alla Corte d'assise. Secondo la pubblica accusa Galati sarebbe stato ucciso per i suoi contrasti proprio con Accetta.