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Scomparso

Francesco e Salvatore Pappalardi

Edizione:2007/2008
Data pubblicazione:25/02/2008

Nel pomeriggio del 5 giugno sono usciti per giocare vicino alla casa del padre, al quale sono affidati. Entrambi non sono più rientrati.

  • 17 luglio 2006

    Durante la trasmissione e' stato trasmesso il video ripreso alle 17,53 del 5 giugno scorso dalle telecamere di sorveglianza di una banca di Gravina di Puglia. Nel breve filmato, diffuso in serata dalla Questura di Bari, si vede Francesco Pappalardi vestito con gli abiti e le scarpe che indossava al momento della scomparsa

  • 3 dicembre 2007

    Filippo Pappalardi è stato arrestato il 27 novembre 2007 con l'accusa di avere ucciso i suoi figli Francesco e Salvatore di 13 e 11 anni, scomparsi da Gravina il 5 giugno 2006, e di averne nascosto i corpi. L'arresto è stato eseguito da agenti della squadra mobile della Questura di Bari, diretta da Luigi Liguori, in base ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis. Filippo Pappalardi è accusato di sequestro di persona, duplice omicidio volontario, aggravato dal vincolo di parentela, e di occultamento di cadavere. La richiesta di misura cautelare è stata avanzata dal procuratore capo della Repubblica, Emilio Marzano, e dal pm inquirente Antonino Lupo che ritengono di aver raccolto una serie di indizi ritenuti ''gravi, precisi e concordanti'' a carico dell'uomo indagato. Il Tribunale del riesame dovrà ora decidere se rimettere in libertà o tenere in carcere l'uomo. La decisione è prevista per il 13 dicembre 2007. L'avvocato di Filippo Pappalardi ha chiesto l'annullamento della custodia cautelare.
    Il dott. Liguori ha dichiarato che si è arrivati a questa conclusione dopo avere vagliato tutti gli indizi e tutte le possibili piste: la madre (che nelle prime settimane si era pensato potesse avere sottratto i figli all'ex marito a cui erano stati affidati dal Tribunale), la Romania, dove si è ipotizzato potessero essere stati portati i bambini, la pedofilia, le sette sataniche e, appunto, il padre. Sembra che Filippo Pappalardi abbia reagito all'arresto dicendo agli inquirenti: "Trovate una prova che sia stato io ad ammazzare le mie creature. Finora non l'avete fatto. Voglio vedere se ne siete capaci". Nella conferenza stampa seguita all'arresto, il procuratore capo della Repubblica Marzano ha dichiarato "Siamo arrivati alla conclusione che sono morti e, in base agli elementi che noi abbiamo, per mano del padre", i cui rapporti con i figli non erano buoni. "Pappalardi era un personaggio iracondo, che sapeva anche essere violento. Era un padre padrone". Aveva altre volte rimproverato i figli e la sera del 5 giugno 2006 aveva loro proibito di allontanarsi.
    Quando li ha trovati, come sembra evincersi dalla testimonianza del ragazzino che dice di aver visto i due fratellini salire in macchina col padre quella sera, "gli ha voluto dare una lezione". Secondo il procuratore Marzano "il suo alibi è inesistente". Delle due ore di buco, "non soltanto non sa dire nulla, ma adduce elementi che lo contraddicono". Il fatto che manchino i corpi non impedisce di pensare che li abbia uccisi. Infatti "La giurisprudenza della Cassazione risalente nel tempo dice che quando ci sono elementi che inducono a credere che ci sia un omicidio, non c'è bisogno di trovare i corpi".

  • 25 febbraio 2008

    Nel pomeriggio del 25 febbraio, un bambino di 11 anni che stava giocando con degli amici è caduto in una cisterna di un vecchio stabile abbandonato nel centro di Gravina in Puglia, precipitando per 25 metri in un pozzo che dal tetto arriva sotto il livello stradale. I Vigili del Fuoco, calandosi nel pozzo, sono riusciti a recuperarlo e farlo trasportare in ospedale, dove gli sono state riscontrate diverse fratture. Durante le operazioni di recupero, i soccorritori si sono accorti che nella cisterna, completamente priva d'acqua, vi erano i resti umani di due bambini. Questo ha subito fatto pensare a Francesco e Salvatore Pappalardi. Il Questore di Bari, Vincenzo Maria Speranza, ha dichiarato che le condizioni dei due corpi lasciano senz'altro pensare che si tratti di loro. Anche gli indumenti trovati sembrano confermare l'ipotesi. Sono stati infatti intravisti una felpa arancione simile a quella che indossava Salvatore il giorno della scomparsa e un paio di pantaloni bianchi simili a quelli indossati da Francesco.
    Secondo il Questore "ci sono tutti gli elementi per poter dire, al momento, che si tratta dei due ragazzi". Anche il Comandante dei Vigili del Fuoco, dott. Giovanni Micunco, ha confermato che i resti umani trovati sono di "corpicini" e che gli indumenti che si vedono dall'alto sono simili a quelli indossati dai due fratellini. Giunta sul luogo, l'avvocato di Filippo Pappalardi (che dal 16 febbraio 2008 è stato trasferito nel carcere di Velletri (Roma), per evitare possibili ritorsioni da parte degli altri detenuti nel carcere di Bari), ha rivolto un saluto al suo assistito, augurandogli che possa trovare la forza di sopportare questo ulteriore dolore. L'avv. Angela Aliani ha poi dichiarato che la "situazione dei luoghi è tutta da rivedere e dev'essere oggetto di approfondite indagini". A suo avviso, inoltre, il fatto che il ritrovamento dei corpi sia avvevuto nel centro del paese rende difficile ipotizzare che il padre possa avervi portato i bambini senza essere visto. Maggiori risposte su cosa sia successo ai due bambini e su come siano morti saranno date dall'esame autoptico, a cui i corpi saranno sottoposti non appena recuperati.

  • 3 marzo 2008

    La Procura di Bari ha consegnato al giudice per le indagini preliminari, dott.ssa Giulia Romanazzi, il parere negativo sull'istanza di scarcerazione di Filippo Pappalardi, confermando l'impianto accusatorio nei confronti del padre dei due fratellini. Il difensore, l'avvocato Angela Aliani, ha affermato che l'accusa non ha prove fondate sulla colpevolezza del suo assistito e che non esistono, a suo avviso, esigenze cautelari tali da giustificarne la permanenza in carcere. La decisione finale spetterà, in ogni caso, al Gip che si pronuncerà entro pochi giorni. Intanto dai primi accertamenti fatti sui corpi, è emerso che le ferite riportate da Francesco, il più grande, sono sostanzialmente analoghe a quelle del bambino precipitato nella cisterna lunedì 25 febbraio 2008, mentre su Salvatore, il più piccolo, è stata riscontrata solo una lesione a un piede. Il prof. Francesco Introna, il medico legale che sta seguendo il caso, ha confermato la possibilità che i tempi di sopravvivenza di Salvatore, proprio a causa delle minori lesioni, siano stati più lunghi.
    Il bambino che ha dato l'allarme ha raccontato che, dopo avere tentato insieme agli altri amici di soccorrerlo utilizzando una scala trovata nei pressi, lui stesso ha provato a scendere nel pozzo, utilizzando le aperture presenti sulle pareti. Ma dopo pochi scalini ha dovuto fermarsi, perché stava smuovendo detriti che potevano colpire l'amico sul fondo. I due bambini allora hanno improvvisato un codice di comunicazione con i cellulari (due segnali luminosi = si, uno = no). Finalmente è stata avvisata la madre del bambino ferito e poco dopo sono arrivati i vigili del fuoco che lo hanno salvato. Il bambino ha aggiunto che conosceva Francesco e Salvatore e che forse anche loro andavano a giocare nel fabbricato diroccato di via Consolazione, conosciuto in paese come la "casa delle cento stanze", mostrando anche un pallone da pallavolo trovato all'interno e che secondo lui potrebbe essere stato loro. Nel corso dell'esame autoptico si cercherà di individuare eventuali residui di contenuto gastrico, per tentare di collocare nel tempo la caduta nella cisterna. Si è anche avanzata l'ipotesi che i fratellini possano esservi finiti in un giorno diverso da quello della scomparsa, il 5 giugno 2006.
    Due donne e un operatore ecologico di Gravina avevano infatti dichiarato di aver visto due bambini molto somiglianti a Francesco e Salvatore, ma non vestiti esattamente come loro, la mattina del 6 giugno, tra le 8,30 e le 9 in via Calderoni, quartiere Santa Lucia, sulla scalinata della Chiesetta di San Basilio, mentre mangiavano delle brioche e poi si allontanavano in direzione di via Montea. "Chi l'ha visto?" ha lanciato un appello a quanti possano confermare queste segnalazioni oppure possano contribuire a escludere che fossero Francesco e Salvatore. In merito al ritrovamento della batteria di un cellulare Motorola nella cisterna, poiché i fratelli Pappalardi non avevano con loro un telefonino, è stato fatto un altro appello a chi l'avesse persa o possa aiutare a capire come ci è finita.

  • 10 marzo 2008

    In attesa della decisione del giudice per le indagini preliminari sull'istanza di scarcerazione di Filippo Pappalardi, molti cittadini di Gravina si sono mobilitati a favore della sua liberazione. Nei giorni scorsi, infatti, un migliaio di persone ha firmato una petizione che è stata depositata in Procura e si è costituito un "comitato pro-Pappalardi", che il 9 marzo ha organizzato una fiaccolata a cui hanno partecipato anche i parenti di Filippo Pappalardi. Sembra che questi ultimi, arrivati davanti alla "casa delle cento stanze", non abbiano saputo trattenere la rabbia nei confronti della polizia che, secondo loro, ha cercato i colpevoli prima ancora delle presunte vittime. Sull'ipotesi che i due bambini siano morti successivamente al giorno della scomparsa, la pensionata che è una delle tre persone che avevano segnalato due bambini molto somiglianti a Ciccio e Tore la mattina del 6 giugno 2006, ha confermato a "Chi l'ha visto?" la sua convinzione che fossero loro.

  • 11 marzo 2008

    Cade per Filippo Pappalardi l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, dr.ssa Giulia Romanazzi, ha risposto alla richiesta di scarcerazione di Filippo Pappalardi modificando le accuse in abbandono di minore con conseguente morte, disponendone il trasferimento agli arresti domiciliari. Questo il testo del provvedimento:''Il giudice per le indagini preliminari, ravvisata la fattispecie delittuosa dell'abbandono di persone minori o incapaci seguito dall'evento morte, ex articolo 591 comma 3 codice penale, così riqualificata la originaria imputazione di duplice omicidio doloso aggravato; ritenuta la caducazione delle ipotesi delittuose di sequestro di persona ed occultamento di cadaveri; revoca la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di Pappalardi Filippo e ne ordina la immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa.
    Dispone l'applicazione della misura degli arresti domiciliari dello stesso Pappalardi presso il domicilio, con sede in Gravina, alla via (...), ordinando allo stesso di non allontanarsene senza l'autorizzazione del giudice che procede, con espresso divieto di colloqui fonici e visivi con persone diverse da familiari, conviventi, sanitari e difensori. Autorizza il trasferimento, senza scorta e senza ritardo, nel luogo di detenzione domiciliare (…)".

  • 24 luglio 2009

    Il gip del tribunale di Bari, Giulia Romanazzi, su richiesta del pubblico ministero che ha condotto le indagini, Antonino Lupo, ha disposto l’archiviazione nei confronti di Filippo Pappalardi, il papá di Ciccio e Tore, scomparsi da Gravina in Puglia il 5 giugno 2006 e i cui resti vennero trovati in fondo ad una vecchia cisterna il 25 febbraio 2008.
    Filippo Pappalardi non è responsabile della loro morte e il giudice ha ritenuto inammissibile l’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata da Rosa Carlucci, madre dei bambini, che ha sempre creduto che l’ex marito fosse responsabile della morte dei figli.
    Pochi giorni dopo la scomparsa dei fratellini, le indagini si concentrarono nell’ambiente familiare: la madre fu interrogata 13 volte, poi i sospetti si spostarono sul padre per le sue contraddizioni, per alcune intercettazioni e per le lacune nella descrizione dei suoi spostamenti la sera del 5 giugno che, secondo gli investigatori, lo incastravano. Intanto i due fratellini, 13 e 11 anni, erano precipitati la sera stessa della scomparsa e avevano fatto una morte orribile per il freddo, la fame, la sete.
    Ora, dopo tre anni, l’inchiesta è chiusa. Ma non per Filippo Pappalardi che è convinto che quella sera i suoi figli fossero in compagnia di altri ragazzini e che si potevano salvare. In una intervista esclusiva per “Bari Sera”, Donatella Lopez ha raccolto il suo sfogo: “Ma che giustizia! Non è stato fatto niente. Voglio giustizia. Non è questa la giustizia. Io sono finito in galera. Perché adesso in galera non va chi ha fallito le indagini? L’ho detto sempre che i miei figli si potevano salvare se avessero ascoltato i ragazzini che giocavano con loro quella sera. Non capisco, perché questo non sia stato fatto. Io dico che il poliziotto deve fare il suo mestiere: perché le indagini hanno preso un’altra strada? Il capo della Mobile deve essere ascoltato dal procuratore di Lecce. Su questa storia sono intervenuti tre pm. Voglio essere ascoltato e in mia presenza anche chi ha condotto le indagini. Adesso bisogna trovare chi stava insieme ai miei figli”
    Il legale di Pappalardi, avv. Angela Aliani, chiederá un risarcimento di 516mila euro per ingiusta detenzione e per i danni morali subiti.

    Cronolgia del caso Pappalardi:

    5 giugno 2006
    Francesco e Salvatore Pappalardi, 13 e 11 anni, scompaiono dalla casa paterna a Gravina in Puglia, in via Casale 123. I genitori, Filippo Pappalardi e Rosa Carlucci sono separati dal 1997.
    Filippo abita a Gravina con la sua nuova compagna Maria Ricupero, di origine barese, vedova, le due figlie di lei Carmela Stefano e Domenica Stefano, di 15 e 13 anni, ed una bimba, Giovanna, 3 anni, nata dalla loro unione.
    Rosa Carlucci vive a Santeramo in Colle (Bari) con Filomena, 16 anni, primogenita del suo matrimonio con Filippo, e con Nicola Nuzzolese, il suo compagno.
    Al momento della scomparsa, Francesco e Salvatore erano stati affidati al padre da circa 20 giorni per decisione del Tribunale per i minorenni di Bari. Lo stesso provvedimento affidava Filomena, che non voleva piú vivere con il padre, alla madre, con la quale conviveva giá da un anno.

    Alle 23.50 Filippo Pappalardi si reca presso il commissariato di Gravina per comunicare la scomparsa dei figli. Immediatamente si mobilitano le volanti del commissariato di Gravina e i carabinieri di Santeramo in Colle per le ricerche.

    6 giugno 2006
    Ricerche ininterrotte in cittá, nelle gravine, sulla murgia, nei boschi. Arrivano da tutta Italia squadre speciali: unitá cinofile specializzate nelle ricerche dei cadaveri, reparto a cavallo della polizia di stato, poliziotti del soccorso alpino di Moena. Sono impegnati anche  sommozzatori e speleologi. Vengono perlustrati pozzi e anfratti.
    Si seguono tutte le piste: quella familiare (ramo materno e ramo paterno) e quelle extrafamiliari: allontanamento volontario, pedofilia, romena, satanica. Tutte verificate e senza esito per le indagini.

    14 giugno 2006
    Per collaborare alle indagini arriva a Bari Carlo Bui dell’Unitá Analisi Crimine Violento della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato.


    3 luglio 2006
    Il pm Antonino Lupo parte, insieme a un funzionario della Questura di Bari, per verificare la “pista romena”, basata sull’ipotesi, avallata da Filippo Pappalardi, che una giovane donna romena, amica della mamma, possa aver aiutato Ciccio e Tore a raggiungere la Romania.

    Agosto 2006
    Il 22 agosto Filippo Pappalardi é iscritto nel registro degli indagati.
    Il racconto di tre ragazzini sembra dare una svolta alle indagini. Raccontano di aver giocato, la sera del 5 giugno, con Ciccio e Tore lanciandosi dei palloncini pieni d’acqua a piazza delle Quattro Fontane nell’arco di tempo 20,50 - 21,50. Uno di loro alle 21,30 vede Filippo Pappalardi che fa salire i figli sulla sua macchina, una Lancia Dedra blu. Il baby testimone, che riferirá questa circostanza a metá agosto, dice di essere stato rimproverato da Pappalardi perché, giocando con l’acqua, ha bagnato Ciccio.
    La presenza dei due fratellini in quella zona era stata comunicata alla polizia a fine luglio: una ragazza che li conosceva personalmente, affermava di averli incontrati la sera del 5 giugno, verso le 21, in compagnia di un ragazzino.

    7 settembre 2006
    A Filippo Pappalardi viene notificato un avviso di garanzia per sequestro di persona.

    Ottobre 2006
    Il sindaco di Gravina in Puglia, Rino Vendola, si reca a Bucarest, incontra il Ministro degli Interni romeno e sollecita le indagini. Ma la “pista romena” si rivelerá uno dei tanti tentativi inutili. “Uno dei tanti depistaggi di Pappalardi”, come diranno gli inquirenti.

    22 maggio 2007
    Interrogatorio di Filippo Pappalardi.
    Dalle sue risposte emergerebbe un buco di due ore nel suo “presunto” alibi del 5 giugno 2006. “L’ipotesi accusatoria non esce indebolita. l’indagine non é ancora finita”. Queste le parole del Procuratore capo della repubblica del Tribunale di Bari Emilio Marzano che ha ascoltato, insieme al sostituto Antonino Lupo, al capo della squadra mobile Luigi Liguori e ad altri funzionari di polizia, Filippo Pappalardi. Undici ore di interrogatorio. L’uomo é l’unico indagato dell’inchiesta.
    Pappalardi afferma che 3 persone lo avrebbero visto vagare per Gravina, alla ricerca dei figli, tra le 21,30 e le 23,30 del 5 giugno 2006. Viene messo a confronto con loro:

    - Un barista del il Roxy bar di Gravina che dirá di averlo visto quella sera, ma dopo l’orario indicato dall’uomo, ovvero dopo le 23,30.

    - La mamma di un amico di Ciccio e Tore che testimonia che Filippo Pappalardi é andato a casa sua, ma dopo mezzanotte, per chiedere se avesse visto i suoi figli.

    - Una persona che dice di non averlo visto la sera del 5 giugno, ma il giorno dopo.

    Maria Ricupero si avvale della facoltá di non rispondere.

    24 maggio 2007
    Gli inquirenti definiscono “ambiguo” il contenuto di alcune conversazioni intercettate e “probanti” alcune frasi dette da Pappalardi.

    Il quotidiano Bari Sera del 24/5/2007 in un articolo intitolato Pappalardi: "Se sanno dei bambini mi uccido"a firma Donatella Lopez scrive: "Se sanno dei bambini mi uccido". E' una frase probante per i magistrati che accusano Filippo Pappalardi di sequestro di persona. Nelle 12 ore di interrogatorio hanno preteso tanti chiarimenti. Ma l'avvocato del papà di Ciccio e Tore, Angela Aliani, ha subito smorzato l'entusiasmo degli inquirenti: "Lui voleva solo dire che se avesse avuto brutte notizie riguardo ai suoi figli si sarebbe ucciso. Tutto qui". La frase "probante", come altre carpite attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, potrebbe aver suggerito al capo della Procura, Emilio Marzano, le dichiarazioni rese a fine interrogatorio: "L'ipotesi accusatoria non esce indebolita. L'indagine non è ancora finita". Di parere opposto il legale dell'uomo: "Lui ha espresso ad alta voce il timore di ritrovare morti i suoi figli. Un dolore a cui nessun genitore potrebbe reggere". Insomma, da una parte c'è chi accusa e dall'altra chi si difende. Ed è per questo che da ambo i lati a fine interrogatorio è stata espressa piena soddisfazione e ulteriore serenità d'animo.

    8 ottobre 2007
    Il sostituto procuratore Antonino Lupo chiede una nuova proroga delle indagini preliminari, di altri 6 mesi, a carico di Filippo Pappalardi.

    13 ottobre 2007
    Filippo Pappalardi denuncia ai carabinieri di Altamura la sua ex moglie, Rosa Carlucci, per calunnia e diffamazione a mezzo stampa.

    16 ottobre 2007
    “A questo punto credo che i bambini siano morti. Umanamente mi posso augurare che siano vivi, ma dal punto di vista inquirente vi dico di credere che siano morti”. Lo dice il Procuratore della repubblica di Bari, Emilio Marzano.

    26 novembre 2007
    Il gip Giuseppe De Benedictis, su richiesta del pm Antonino Lupo e del Procuratore  Emilio Marzano, ordina la custodia cautelare in carcere per Filippo Pappalardi con l’accusa di avere ucciso i suoi figli Ciccio e Tore, presumibilmente per una “punizione” finita male. Le ipotesi di reato sono duplice omicidio aggravato da futili motivi e dai vincoli di parentela ed occultamento di cadavere.

    13 dicembre 2007
    I 3 giudici che compongono il Tribunale del Riesame respingono la richiesta di scarcerazione di Filippo Pappalardi, avanzata dal suo legale Angela Aliani e confermano il provvedimento del gip.
    L’indagato trascorre un periodo nel carcere di Bari, poi, il 16 febbraio 2008, viene trasferito nel penitenziario di Velletri (Roma).

    25 febbraio 2008
    I corpi di Ciccio e Tore vengono ritrovati in una cisterna sotterranea di un grande stabile abbandonato (la “casa delle cento stanze”), nel centro storico di Gravina, via Giovanni Consolazione.
    Il ritrovamento avviene per caso: Michele, un bambino di 12 anni, precipita nel pozzo che conduce alla cisterna e un suo amichetto dà l’allarme. I vigili del fuoco si calano nel pozzo per soccorrerlo ed uno di loro scorge i corpi dei poveri fratellini. Sono passati 20 mesi dal giorno della loro scomparsa. L’autopsia é affidata ai medici legali Francesco Introna e Vito Romano. Per ulteriori accertamenti arrivano da Roma professionisti dell’Ert e il Direttore Centrale della polizia scientifica, Alberto Intini.

    11 marzo 2008
    Filippo Pappalardi, su richiesta del suo difensore, avv. Angela Aliani, ottiene gli arresti domiciliari dopo oltre cento giorni trascorsi in carcere. Il provvedimento é del gip Giulia Romanazzi, che derubrica l’accusa di omicidio volontario e ipotizza invece il reato di “abbandono di minore o persona incapace seguito dall’evento morte”. Secondo questa nuova ipotesi Pappalardi non ha ucciso i suoi due figli, ma non ha detto tutta la veritá e potrebbe avere delle responsabilitá in quanto é accaduto.

    2 aprile 2008
    I medici legali depositano i risultati dell’autopsia. É confermato che non ci sono tracce di violenza sui fratellini, i segni e le lesioni sono compatibili con la precipitazione. Ciccio é morto per shock emorragico dopo circa tre- quattro ore dalla caduta.
    La morte di Tore si é verificata per piú concause (emorragia interna ed esterna, ipotermia, inanizione). É morto nel sonno, dopo un’agonia che si é protratta tra le 24 e le 36 ore, per fame, freddo, e per le ferite riportate.
    Sarebbero precipitati da un’altezza di 14 metri. In ogni caso sia l’autopsia, che i dati della polizia scientifica non trovano elementi a carico del padre.

    4 aprile 2008
    Filippo Pappalardi viene rimesso in libertá dopo oltre 120 giorni di detenzione.

    9 aprile 2008
    É il giorno dei funerali di Ciccio e Tore. Alle 16 il rito funebre é celebrato nella cattedrale da Monsignor Paciello, vescovo di Gravina. La cattedrale é piena di corone arrivate da tante regioni d’Italia.
    Sono migliaia le persone presenti, ci sono gli amichetti i compagni di scuola, a portare chi un fiore, chi un pensiero, chi un disegno e un saluto ai due fratellini.
    Quando le due piccole bare bianche escono dalla cattedrale, il silenzio è interrotto da un lungo, commosso applauso. Tanti palloncini bianchi volano verso il cielo quasi ad accompagnare l’ultimo viaggio dei due sfortunati bambini.

    15 ottobre 2008
    “ Non ci sono elementi sufficienti a sostenere l’accusa a dibattimento”. Il pubblico ministero Antonino Lupo chiede al Gip, Giulia Romanazzi, l’archiviazione del procedimento penale nei confronti di Filippo Pappalardi.

    11 dicembre 2008
    Udienza nel tribunale di Bari di fronte al Gip Giulia Romanazzi per discutere sull’ opposizione alla richiesta di archiviazione dell’indagine. In aula il legale di Filippo Pappalardi, avv. Angela Aliani, il pubblico ministero Antonino Lupo e Danilo Penna, avvocato della mamma dei due fratellini, Rosa Carlucci, che si è opposta alla richiesta di archiviazione. Il Gip ha accolto la richiesta di rinvio dell’avvocato Aliani per poter visionare un filmato e consultare altri atti dell’inchiesta. Anche l’avv. Penna ha chiesto un rinvio e di poter acquisire dei dvd degli interrogatori di Filippo Pappalardi.

    5 febbraio 2009
    Il Gip del tribunale di Bari, Giulia Romanazzi, si è riservato di decidere sull’opposizione alla richiesta di archiviazione nei confronti di Filippo Pappalardi. Durante l’udienza, durata circa due ore, il pm Antonino Lupo e l’avv. Angela Aliani hanno ribadito l’opportunitá di archiviare l’indagine a carico di Filippo Pappalardi perché “non vi sono elementi sufficienti a sostenere l’accusa in dibattimento”.
    Secondo l’avv. Danilo Penna, invece, ci sono le condizioni per processare l’indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia e abbandono di minori.
    Il legale di Rosa Carlucci ha inoltre insistito perché si accertino eventuali responsabilità dei proprietari della “casa delle cento stanze” dove furono trovati i cadaveri di Ciccio e Tore. Il Gip ha tre possibilitá: archiviare l’inchiesta, chiedere alla procura di effettuare nuove indagini, oppure ordinare al pm un nuovo capo d’imputazione.

    24 luglio 2009
    Il gip del tribunale di Bari, Giulia Romanazzi, su richiesta del pubblico ministero che ha condotto le indagini, Antonino Lupo, ha disposto l’archiviazione nei confronti di Filippo Pappalardi. L’uomo non è responsabile della loro morte e il giudice ha ritenuto inammissibile l’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata da Rosa Carlucci, madre dei bambini. L’inchiesta è chiusa. Ma non per Filippo Pappalardi che accusa chi ha diretto le indagini: “L’ho detto sempre che i miei figli si potevano salvare se avessero ascoltato i ragazzini che giocavano con loro quella sera. Non capisco, perché questo non sia stato fatto”.
    Il legale di Pappalardi, avv. Angela Aliani, ha annunciato una richiesta di risarcimento di 516mila euro per ingiusta detenzione e per i danni morali subiti.

  • 12 ottobre 2009

    Nel corso della puntata di Chi l’ha Visto del 12.10.2009, si è parlato nuovamente di Francesco e Salvatore. Nell’ambito di una pagina dedicata ai bambini testimoni di misteriose sparizioni di coetanei, sono state ricordate le contraddizioni nei racconti dei  tre amichetti che giocavano con loro la sera in cui sono scomparsi. In particolare la testimonianza di uno dei tre che avrebbe visto Pappalardi alle 21.30 di quella sera: testimonianza che contrasta con i risultati dell’autopsia e con le dichiarazioni del papà dei due bambini.  

  • 16 dicembre 2009

    Un'istanza per la riapertura dell' inchiesta sulla morte dei fratellini Francesco e Salvatore Pappalardi - i cui cadaveri furono ritrovati in una cisterna a Gravina in Puglia il 25 febbraio 2008, oltre 18 mesi dopo la scomparsa - e' stata presentata ieri alla procura della Repubblica di Bari dalla mamma, Rosa Carlucci. La donna - riporta il Corriere del mezzogiorno - era accompagnata dal suo legale. L'inchiesta sulla vicenda e' stata archiviata nel luglio scorso. Il ritrovamento dei corpi consenti' al padre dei ragazzini, Filippo (che fu recluso per quattro mesi), di dimostrare l' innocenza dalle accuse di aver sequestrato, ucciso e occultato i cadaveri. L'uomo ha avviato un'azione giudiziaria per ottenere dallo Stato un risarcimento dei danni (516 mila euro). Nell'istanza Rosa Carlucci sollecita la Procura a indagare su 'fatti nuovi', cioe' che la sera della scomparsa, e prima di precipitare nella cisterna dell'edificio diroccato, i fratellini non erano soli.

  • 21 dicembre 2009

    Si parla della possibile riapertura delle indagini sulla morte di Ciccio e Tore Pappalardi, nella puntata di "Chi l'ha visto?". E' quel che chiede in un'istanza alla procura di Bari la madre dei fratellini, che sollecita a indagare su 'fatti nuovi'. L'inchiesta sulla vicenda era stata archiviata nel luglio scorso."La sera della scomparsa, e prima di precipitare nella cisterna della casa delle cento stanze, i fratellini non erano soli", dice Rosa Carlucci, ospite in studio.

  • 11 febbraio 2011

    "Non presenteremo una nuova istanza: siamo fermi alla richiesta di riapertura delle indagini presentata a dicembre del 2009 alla Procura. Sarà la magistratura a valutare se ci sono le condizioni per farlo. Noi riteniamo di sì". Lo afferma all'Adnkronos l'avvocato Domenico Ciocia, legale di Rosa Carlucci, la madre dei fratellini di Gravina in Puglia, Francesco e Salvatore Pappalardi, ritrovati morti il 25 febbraio del 2008 nel pozzo di una cisterna di un antico palazzo abbandonato in via Consolazione al centro della cittadina barese, dopo che erano scomparsi dal giugno del 2006.. ''La signora vive a Santeramo in Colle ma è originaria di Gravina dove si reca frequentemente - spiega il legale - e ci sono molte persone che l'avvicinano e che le parlano della morte dei figli. In quelle occasioni raccoglie molte segnalazioni che però non superano mai la soglia del pettegolezzo e dell'anonimato per diventare una prova o una testimonianza. C'è un clima di paura a Gravina".

  • 30 novembre 2011

    Francesco e Salvatore Pappalardi precipitarono nella cisterna nella quale furono trovati morti 20 mesi dopo la scomparsa (5 giugno 2006) "durante una 'prova di coraggio' a cui furono sottoposti da altri cinque ragazzi, ora maggiorenni". Ne è convinta  la madre Rosa Carlucci che, sulla base degli elementi che ritiene di aver raccolto, ha chiesto oggi la riapertura delle indagini archiviate tempo fa dalla magistratura barese.

  • 21 febbraio 2012

    La Procura di Bari riapre le indagini sulla morte dei fratellini di Gravina in Puglia, morti il 5 giugno del 2006. Indagano la Procura ordinaria e quella dei minorenni sulla base dell'esposto presentato dalla madre di Salvatore e Francesco Pappalardi, 11 e 13 anni, Rosa Carlucci. Secondo la donna cinque ragazzini, all'epoca dei fatti minorenni, erano in compagnia dei figli e saprebbero di più su come morirono. Per il periodo della scomparsa gli amici dei due fratellini avrebbero taciuto sulla loro morte ma la donna nella denuncia accusa anche alcuni maggiorenni. Il ritrovamento dei corpi portò a scagionare il padre di Ciccio e Tore che nel frattempo era finito in carcere con l'accusa di aver sequestrato e ucciso i figli e di averne fatto sparire i corpi. Secondo Rosa Carlucci, i fratellini caddero verosimilmente nella cisterna mentre partecipavano, assieme ad altri cinque adolescenti ad una sorta di prova di coraggio nella casa poi soprannominata delle “cento stanze”. Gli amichetti di Ciccio e Tore, quindi, sempre stando all'esposto, avrebbero visto i due ragazzini precipitare nella cisterna ma avrebbero nascosto la verità.

  • 17 maggio 2012

    Il gip del tribunale per i minorenni di Bari si è riservato di decidere sulla richiesta di opposizione all'archiviazione dell'indagine bis sulla scomparsa e sulla morte a Gravina in Puglia (Bari) di Francesco e Salvatore Pappalardi. Alla richiesta di archiviare della procura si sono infatti opposti i legali della mamma e della sorella dei due ragazzini, che hanno chiesto a loro volta al giudice di respingere la richiesta del pm e di consentire la prosecuzione delle indagini. I legali degli opponenti, Gianluca Mongelli e Armando Amendolito, chiedono che il gip disponga un approfondimento istruttorio per accertare cosa accadeva realmente nel casolare delle 'cento stanze' in cui furono trovati il 25 febbraio 2008 i cadaveri. Questa nuova indagine riguarda cinque giovani all’ epoca minorenni, ed è nata da una denuncia della madre dei fratellini, Rosa Carlucci, secondo la quale alcuni amici dei suoi figli li avrebbero sottoposti ad una 'prova di coraggio' durante la quale sarebbero caduti nella cisterna. Rimasti senza via di uscita e senza che nessuno chiamasse soccorsi - morirono per le ferite riportate nella caduta e per fame.

  • 27 aprile 2016

    La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Filippo Pappalardi contro l'archiviazione dell'indagine sulla morte dei figli Francesco e Salvatore. Pappalardi si opponeva alla decisione del Tribunale per i Minorenni di Bari che aveva archiviato la denuncia in cui lui chiedeva di approfondire le dichiarazioni di un uomo di Gravina di Puglia. Il padre di Ciccio e Tore aveva chiesto che fossero risentiti i ragazzini, che sarebbero stati visti la sera della scomparsa con i suoi figli.

  • 5 giugno 2024

    Ciccio e Tore Pappalardi: “Vi ricorderemo come due fratellini uniti, coraggiosi, che con la sola forza dell'amore hanno provato ad aiutarsi l'uno con l'altro, senza pensarci due volte, senza paura, con la sola voglia di farcela. Dimostrandoci come un fratellino possa essere un eroe per l'altro. Due angeli che illumineranno il nostro cammino, sarete sempre presenti e vivi nei nostri ricordi. Siete i nostri angeli, ciao Ciccio e Tore”. Lettera della mamma Rosa Carlucci e della sorella Filomena, scomparsi a Gravina in Puglia (Bari) il 5 giugno 2006 e ritrovati senza vita il 25 febbraio 2008, in una cisterna del rudere della “Casa delle cento stanze”. Alla fine di marzo hanno presentato una istanza in procura per la riapertura delle indagini.