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Scomparso

Denis Bergamini

Data pubblicazione:21/11/2005

Il 18 novembre 1989 moriva a 27 anni Donato “Denis” Bergamini, centrocampista del Cosenza Calcio, ufficialmente in seguito all’investimento di un camion al km 401 della statale 106 jonica. Dalle testimonianze e dalla ricostruzione del brigadiere dei carabinieri Francesco Barbuscio si giunse alla conclusione che Bergamini si era suicidato lanciandosi “repentinamente” sotto l`autoarticolato: con “un tuffo”, come disse la ex fidanzata, “attraversando la strada” raccontò invece il camionista. Il corpo del calciatore fu trovato a 59,50 metri di distanza dal punto di impatto, bocconi dinanzi al camion che col suo carico di mandarini pesava 13,5 tonnellate e procedeva a 30 Km all`ora (ma secondo il cronotachigrafo la velocità era di 40/45 km orari). La Pretura di Trebisacce prima e la Corte d`Appello di Catanzaro poi, confermarono la morte volontaria, sebbene le numerose e sostanziali incongruenze emersi dalla perizia tecnica redatta dal dr. Pasquale Coscarelli e dal referto dell`autopsia, richiesta fortemente dalla famiglia Berganini ed effettuata due mesi dopo la morte dal prof. Francesco Maria Avato.
Secondo il perito del Tribunale, Denis Bergamini era stato colpito dal camion solo un metro prima rispetto al punto dove venne trovato il corpo. “Le lesioni riscontrate da Bergamini sono essenzialmente addomino-perineali (...) – riporta l`autopsia -. L`assenza di lesioni al capo, al torace, agli arti superiori, alle ginocchia, alle gambe, ai piedi, (…) conduce a ritenere verosimile l`ipotesi di schiacciamento da parte di unico pneumatico del corpo disteso al suolo, disposto con il capo verso la mezzeria stradale (…) Tale disposizione individua, inoltre, l`applicazione del trauma sulla destra del corpo (…). Bergamini venne investito da automezzo pesante, dotato di un moto lento”. Per l’autopsia l'addome di Bergamini è quindi “esploso”, non c'è stato urto, abbattimento al suolo, propulsione né trascinamento del corpo. Il calciatore era supino quando la ruota del camion gli è passata sopra, lentamente, da destra, provocandone la morte. Tutto il resto del corpo è rimasto integro.
La ex fidanzata di Bergamini dichiarò che il pomeriggio del 18 novembre il calciatore lasciò il ritiro della sua squadra per andarla a prendere con la sua Maserati biturbo per poi allontanarsi da Cosenza e imboccare la statale 106 jonica, che conduce a Taranto. Secondo lei Bergamini avrebbe voluto lasciare il mondo del calcio e partire per le isole Hawaii, per l`Amazzonia o per le Azzorre dal porto pugliese. Ma, dopo un`ora di tragitto sulla statale 106, avrebbe parcheggiato l`auto in una piazzola sterrata all`altezza di Roseto Capo Spulico. Lì, dopo una lunga discussione, sarebbe sceso dalla Maserati, avrebbe raggiunto il ciglio della strada e al passaggio del camion si sarebbe gettato sotto le sue ruote. Nel corso delle indagini né la Maserati  né il camion furono sequestrati e controllati, gli abiti sparirono e le scarpe dopo alcuni mesi furono consegnate di nascosto ai genitori del calciatore da un magazziniere del Cosenza, prima di morire a sua volta in circostanze poco chiare in un incidente stradale a pochi chilometri da dove morì Bergamini. Le scarpe di camoscio marrone, l'orologio e la catenina che Bergamini aveva con sé la sera del 18 novembre 1989 non presentano graffi né abrasioni. Al momento dell`incidente pioveva e, sempre secondo la ricostruzione fatta dall`ex fidanzata, la  piazzola era sterrata e fangosa, ma le scarpe non ne presentano traccia. Nel 1994 la Procura aprì un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio, ma le intercettazioni disposte su alcuni testimoni, per una serie di disguidi, non vennero effettuate e le indagini si arenarono. Successivamente, anche grazie al lavoro di Carlo Petrini, ex calciatore che alla vicenda ha dedicato il libro "Il calciatore suicidato", è emerso che intorno a  Bergamini al Cosenza circolavano strani personaggi. "Chi l’ha visto?" ha rintracciato la Maserati biturbo che il calciatore aveva comprato su pressione di un dirigente del Cosenza Calcio e che era appartenuta a un uomo legato a un noto pregiudicato cosentino, scoprendo che al suo interno c’erano dei vani nascosti che potevano essere utilizzati per trasportare qualcosa, probabilmente all’insaputa dello stesso Bergamini. L'auto, seguendo in trasferta il pullman della squadra, che nella stagione 1989/1990 militava in serie B, percorreva migliaia di chilometri in giro per l’Italia. Diverse segnalazioni anonime arrivate alla famiglia Bergamini suggeriscono che le cause della morte sarebbero da ricercare in un traffico di droga, per il quale sarebbe stata usata proprio la Maserati.

  • 2 novembre 2011

    Dopo 22 anni la Procura di Castrovillari (Cosenza), ha riaperto le indagini sulla morte di Denis Bergamini, per il reato è omicidio volontario, al momento contro ignoti. A due anni dall`appello di “Chi l`ha visto?”, quando la sorella del calciatore portò in studio la collanina, l`orologio e le scarpe che lui indossava quando morì, gli inquirenti hanno sequestrato quegli oggetti assieme alla Maserati bianca cabriolet. Da una serie di fotografie a colori rimaste finora inedite, scattate il 18 novembre 1989 dal brigadiere dei carabinieri Francesco Barbuscio e inviate tardivamente alla Procura di Castrovillari, si nota che le scarpe di Bergamini erano ancora calzate e pulite, i calzini erano tirati su, il gilet di raso era praticamente intatto, la camicia sembrava stirata, i capelli erano ancora pettinati. Giuseppe Maltese, all`epoca massaggiatore sportivo del Cosenza Calcio, ha ricordato il pomeriggio di quel 18 novembre al Motel Agip di Rende, dove la squadra era in ritiro pre-partita, quando entrò nelle camere dei calciatori per radunarli e portarli al cinema Garden. Quando entrò in quella di Michele Padovano e Denis Bergamini, notò che questi era visibilmente preoccupato perché aveva appena ricevuto una telefonata che lo aveva impensierito, ma non ne parlò. L`ex massaggiatore ha ricordato anche che Bergamini, contrariamente al solito, per andare al cinema prese la Maserati. Giunti in sala, poco prima dell`inizio del film, Bergamini chiese della toilette. “Ne restai meravigliato”, ha ricordato Maltese, “perché lo sapeva meglio di me”. Per la prima volta nella sua carriera, Bergamini lasciò il ritiro. Poche ore dopo morì sulla statale 106 jonica. Michele Padovano, il giovane attaccante del Cosenza Calcio che ha militato poi nelle fila di squadre come Napoli, Genoa e Juventus, è finito di recente sotto processo a Torino. Il 28 ottobre il pubblico ministero Antonio Rinaudo ha chiesto per lui 24 anni e mezzo di carcere per associazione a delinquere e traffico di stupefacenti. In studio, il legale della famiglia Bergamini, avv. Eugenio Gallerani, che ha richiesto e ottenuto la riapertura del caso, ha precisato che il calciatore non si sarebbe mai potuto imbarcare da Taranto perché in quel porto non si effettua nessuno scalo passeggeri.
    Contrariamente a quanto riportato nel verbale redatto dal brigadiere Barbuscio, il proprietario del bar dove l`ex fidanzata di Denis Bergamini si recò per telefonare, ha dichiarato di non aver mai visto arrivare la Maserati del calciatore, ma un`utilitaria. La ragazza venne accompagnata da un uomo che aveva fretta poiché in auto – disse al ristoratore - l`aspettava la moglie incinta. “Ho dato alla ragazza dieci gettoni. Non so a chi telefonò. Mi chiese della toilette e, all`uscita, il brigadiere Barbuscio, appena arrivato, la portò con sé alla stazione dei carabinieri.

  • 22 febbraio 2012

    Donato Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza deceduto il 18 novembre 1989, era già morto quando fu investito da un camion. E' questo il risultato a cui sono giunti i carabinieri del Ris di Messina che hanno depositato la loro perizia alla procura della Repubblica di Castrovillari. Secondo le indiscrezioni trapelate dallo stretto riserbo della Procura e degli investigatori, Bergamini sarebbe stato ucciso e non si è suicidato buttandosi sotto le ruote del camion, così come aveva stabilito la prima inchiesta riaperta ora sulla base della documentazione presentata dalla famiglia del calciatore. Nella perizia del Ris si affermerebbe anche che è impossibile che le scarpe, l'orologio ed una catenina che il calciatore indossava al momento della morte non abbiano subito danni nel trascinamento del corpo.

  • 23 aprile 2012

    “Chi l’ha visto?” pubblica integralmente la perizia medico legale redatta nel 1990 dal prof. Francesco Maria Avato, al centro delle rivelazioni del “Quotidiano della Calabria”, secondo le quali Denis Bergamini fu evirato e morì dissanguato. In merito il Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Franco Giacomantonio, ha dichiarato all’Ansa: ''Il calciatore Bergamini ha subito una devastazione di tutta la zona del bacino. La perizia fatta a suo tempo non ha dimostrato che le lesioni subite dal giocatore, che sono quelle descritte, siano state provocate volontariamente, ma sono piuttosto la conseguenza di uno schiacciamento della zona del bacino da parte delle ruote di un mezzo pesante”.

    [Leggi la perizia integrale del prof. Francesco Maria Avato]

  • 9 ottobre 2012

    “Sono, delusa, amareggiata”. Così la sorella di Denis Bergamini ha reagito alla notizia del trasferimento dal nucleo investigativo di Cosenza dei quattro carabinieri del cosiddetto “Gruppo Zeta”, che ha dato un importante impulso alle nuove indagini per omicidio avviate un anno fa dalla magistratura. “Chi li ha trasferiti era a conoscenza che stavano lavorando su un caso unico in Italia, la riapertura come omicidio di un caso chiuso 23 anni fa come suicidio?”, si è chiesta Donata Bergamini, auspicando che “si tratti di un errore involontario di chi ha emesso tale provvedimento”.

  • 16 ottobre 2012

    ''In merito al noto caso della morte del calciatore Denis Bergamini abbiamo appreso dalla stampa che il personale specializzato del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Cosenza che stava indagando per individuare i mandanti dell'omicidio, è stato trasferito in altre sedi cessando di fatto la preziosa attivita' investigativa. Chiediamo al ministro della Difesa un chiarimento a questo proposito''. Inizia così l’interrogazione che hanno presentato i deputati Alessandro Bratti e Francesco Laratta del Partito Democratico al Ministro della Difesa per chiedere le motivazioni del trasferimento. ''Non sono chiari i motivi per cui - proseguono - se questo personale era destinato ad essere trasferito, ad esso sono state affidate le importanti indagini sul caso. Si chiede inoltre se questo trasferimento non costituisca un rallentamento delle indagini e se questi investigatori, che presentano una carriera di tutto rispetto, sono stati in qualche modo interpellati riguardo al  loro trasferimento. Non vorremmo che a distanza di 23 anni da una vicenda poco chiara che era stata archiviata come suicidio e che l'anno scorso e' stata riaperta in quanto le prove hanno evidenziato che si trattava di omicidio, si creassero situazioni ambientali che ancora una volta impediscano di giungere alla verità''.

  • 18 novembre 2013

    L'ex fidanzata Isabella Internò era attesa oggi presso la compagnia dei carabinieri di Castrovillari per essere sentita dal procuratore Giacomantonio e dal sostituto Maria Grazia Anastasia. In caserma si sono presentati i suoi legali, usciti poco dopo senza rilasciare dichiarazioni. Raffaele Pisano, il camionista indagato per false dichiarazioni al pubblico ministero e favoreggiamento, davanti ai magistrati si è avvalso della facoltà di non rispondere. "Non conosciamo ancora tutti gli atti dell'inchiesta”, ha spiegato il suo avvocato.

  • 23 dicembre 2014

    La Procura di Castrovillari ha chiesto l'archiviazione per i due indagati, l'ex fidanzata di Bergamini, accusata di concorso in omicidio, e il camionista, accusato di favoreggiamento e false dichiarazioni.

  • 6 aprile 2018

    Quasi un anno dopo la riapertura dell'inchiesta sulla morte di Donato - Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza Calcio originario di Argenta (Ferrara), anche il marito di Isabella Internò è stato iscritto nel registro degli indagati. Per Luciano Conte, agente della Polizia di Stato e attuale consorte della ex fidanzata di Bergamini, l'accusa è di concorso in favoreggiamento personale. Con l'ipotesi di omicidio con l'aggravante della premeditazione, il nuovo capo della procura, Eugenio Facciolla, aveva notificato un avviso di garanzia a Isabella Internò e al camionista Raffaele Pisano. Già nel corso della precedente inchiesta era emerso che il calciatore era almeno in fin di vita, se non già morto, quando venne investito dal camion guidato da Pisano la sera del 18 novembre 1989, sulla statale ionica 106 all’altezza di Roseto Capo Spulico.

  • 1 marzo 2021

     La procura ha reso noto con un comunicato stampa di avere notificato a Isabella Internò e al suo difensore la chiusura delle indagini "per il reato previsto e punito dagli artt. 11, 575, - 577, comma 1, nn 2,3,4 in relazione alla morte di Donato Bergamini, avvenuta a Roseto Capo Spulico in data 18 novembre 1989”. La nota non menziona le altre due persone che risultavano finora indagate, il marito della donna Luciano Conte e il camionista Raffaele Pisano, le cui posizioni sarebbero quindi state archiviate. “Non sappiamo che fine abbiano fatto gli altri indagati. Sappiamo comunque che Isabella Internò resta indagata con l’accusa di omicidio pluriaggravato, punibile con l’ergastolo e quindi non soggetta a prescrizione”, ha dichiarato il legale della famiglia Bergamini, avvocato Fabio Anselmo, in un post su Facebook. “Ci auguriamo - ha aggiunto - di poter conoscere il contenuto degli atti di indagine e del fascicolo. Abbiamo già inoltrato via pec una richiesta di accesso. La famiglia ne ha pieno diritto, così come avrebbe avuto diritto di conoscerne gli esiti in altro modo”.

  • 19 aprile 2021

    La procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Isabella Internò, per l'omicidio dell'ex fidanzato, il calciatore del Cosenza Donato "Denis" Bergamini, morto il 18 novembre 1989 sulla statale 106 all'altezza di Roseto Capo Spulico. L'udienza davanti al gup è fissata per il 2 settembre. La donna è accusata di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili "in concorso con altre persone rimaste ignote". Archiviate le posizioni dell'autista del Tir, già assolto in passato dall'accusa di omicidio colposo, e quella del marito della donna, che era stato indagato per favoreggiamento. Dopo l’ultima archiviazione come suicidio, l’inchiesta è stata riaperta sei anni fa da Eugenio Facciolla, all’epoca procuratore di Castrovillari, dopo un’istanza della sorella del calciatore Donata e della madre Maria assistite dall'avv. Fabio Anselmo, ed è stata poi proseguita e chiusa dal pm Luca Primicerio.

  • 2 settembre 2021

    Aggiornata al 17 e 20 settembre, con gli interventi delle parti, l'udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura nei confronti di Isabella Internò, accusata dell'omicidio dell'allora ex fidanzato, il calciatore del Cosenza Donato "Denis" Bergamini, morto il 18 novembre 1989 sulla statale 106 all'altezza di Roseto Capo Spulico. Lo ha deciso il gup poco dopo l’inizio dell’udienza questa mattina, alla quale non hanno assistito l’imputata e la sorella calciatore. Internò è accusata di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili. Secondo la ricostruzione dell'accusa, la donna avrebbe, "in concorso con altre persone rimaste ignote", narcotizzato Bergamini poi asfissiato meccanicamente e quindi adagiato, già morto, sulla statale per farlo investire da uno dei mezzi in transito. Il corpo di Bergamini fu travolto da un camion, il cui conducente è stato assolto dall'accusa di omicidio colposo quando la morte fu attribuita a un suicidio. "Siamo fiduciosi - ha detto all'uscita l'avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Bergamini -, credo che ci siano tutti i presupposti per arrivare a riconoscere giudiziariamente ciò che la famiglia sa perfettamente da trent'anni, cioè che Denis Bergamini non ha avuto un incidente, non si è suicidato, ma è stato barbaramente ucciso". Non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione l'avvocato dell'imputata.

  • 20 settembre 2021

    Il gup di Castrovillari Fabio Lelio Festa, accogliendo la richiesta del pm Luca Primicerio, ha rinviato a giudizio Isabella Internò per l'omicidio dell'ex fidanzato, il calciatore del Cosenza Donato "Denis" Bergamini, morto il 18 novembre 1989 sulla statale 106 all'altezza di Roseto Capo Spulico. La donna risponderà di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai motivi futili. Dopo l’ultima archiviazione come suicidio, l’inchiesta è stata riaperta sei anni fa da Eugenio Facciolla, all’epoca procuratore di Castrovillari, dopo un’istanza della sorella del calciatore Donata e della madre Maria assistite dall'avv. Fabio Anselmo. Facciolla fece riesumare il corpo e gli esami evidenziarono "incongruenze" con l'autopsia effettuata all'epoca della morte. Una perizia disposta dai pm stabilì poi che Bergamini era morto "per soffocamento".

  • 8 ottobre 2021

    Fissata al 25 ottobre al Tribunale di Castrovillari la prima udienza del processo all’ex fidanzata Isabella Internò. E’ stata rinviata a giudizio per omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi.

  • 25 ottobre 2021

    Ammessi 200 testimoni e la trascrizione delle intercettazioni più rilevanti alla prima udienza del processo per l’omicidio del calciatore Denis Bergamini. Presente in aula l’ex fidanzata Isabella Internò, accusata di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Nessun commento da parte sua o del suo difensore. “La verità la conosciamo tutti”, ha detto il legale della famiglia, avvocato Fabio Anselmo, accompagnato dal nipote del calciatore. Anselmo si è detto molto soddisfatto e ha citato una analogia con il caso di Stefano Cucchi: “In quel processo avevamo trovato un radiologo di fama internazionale che poi è diventato un teste della procura, come oggi Fineschi”. Prossima udienza il 25 gennaio.

  • 30 novembre 2021

    "Il Ris di Messina concluse che il corpo era stato sormontato in posizione supina". Lo ha riferito l'ispettore di Polizia Ornella Quintieri al processo per omicidio a Isabella Internò, l’ex fidanzata del calciatore del Cosenza Calcio. "Su portafogli, orologio, catenina e scarpe non c'era alcun segno di trascinamento". Acquisite le immagini girate dalla Rai il 19 novembre 1989. Udienza aggiornata al 16 dicembre.

  • 14 gennaio 2022

    “Ero io la sua fidanzata, mi aveva chiesto di sposarlo ma non voleva che si sapesse”. In aula al processo la donna che nel 1989 scrisse alla famiglia del calciatore. “Mi parlò di persone che gli volevano male e che subiva quello che oggi si chiamerebbe stalking”. Roberta Alleati racconta dell'ultima telefonata con lui, due giorni prima della morte e che non ha mai creduto a un suicidio. Prossima udienza l'8 febbraio.

  • 26 maggio 2022

    Processo Bergamini: “Non l’ho scritto io”, all’udienza il medico Antonio Raimondi nega il verbale che porta il suo nome. Il maresciallo dei Carabinieri Antonio Carbone conferma invece di aver ricevuto da lui le informazioni riportate nel documento. La Corte d’Assise di Cosenza ordina di sentire oggi stesso l’ex pm Ottavio Abbate, previsto l’accompagnamento coatto nel caso non sia disponibile. “Nella sala mortuaria di sicuro c’era Denis Bergamini…alla fine l’autopsia non fu disposta”, gli avvocati della famiglia, Fabio Anselmo e Alessandra Pisa, a “Chi l’ha visto?”.

  • 2 giugno 2022

    Scontro in aula al processo all’ex fidanzata di Denis Bergamini, Isabella Internò. Il medico Antonio Raimondi, ha negato il verbale che porta il suo nome, mentre il maresciallo dei Carabinieri Antonio Carbone ha confermato di aver ricevuto da lui le informazioni riportate. L’ex pm dell’epoca, Ottavio Abbate, convocato d’urgenza dalla Corte d’Assise di Cosenza, ha ribadito la genuinità del documento. “Troppi errori”, commenta l’avvocato della famiglia, Fabio Anselmo. Cosa è successo davvero quel giorno nella camera mortuaria?

  • 8 giugno 2022

    Udienza di oggi saltata per assenza di tre giudici popolari. “Anche quattro testimoni su sette assenti per motivi di salute”, scrive su Facebook l'avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia del calciatore. Unica imputata è la ex fidanzata, Isabella Internò, accusata di omicidio volontario, in concorso con ignoti. Testi riconvocati per l'8 luglio prossimo.

  • 2 febbraio 2023

    Ex calciatore Michele Padovano assolto dopo 17 anni dall’accusa di traffico internazionale di droga. Era stato compagno di squadra di Denis Bergamini a Cosenza, una delle ultime persone a vederlo. “Ho dato a mio figlio il suo nome. Rimasi molto colpito dalla sua morte, era un ragazzo straordinario. Di una cosa, sono certo: Denis era un ragazzo pieno di vita, non si è suicidato”.

  • 23 marzo 2023

    "Aspettavo da anni questo momento", la sorella di Donata prima della sua deposizione al processo, prevista nell’udienza di oggi. Unica imputata è la ex fidanzata, Isabella Internò, accusata di omicidio volontario, in concorso con ignoti.

  • 5 luglio 2023

    Indagato dal 2021 per concorso in omicidio volontario Dino Pippo Internò, cugino di Isabella, l’ex fidanzata del calciatore Cosenza Calcio a processo per omicidio premeditato. La circostanza è emersa nel corso dell’ultima udienza, prima della sua deposizione come testimone, che è stata rinviata.

  • 18 settembre 2023

    Isabella Internò non testimonierà in aula ma farà una dichiarazione spontanea prima della fine del processo. Lo hanno comunicato alla Corte d'assise di Cosenza i legali dell’ex fidanzata, imputata con l'accusa di omicidio volontario. “Ti lamenti delle decine di anni che ci sono voluti per arrivare alla verità che tu neghi spudoratamente? Dovrei lamentarmene io”, post della sorella Donata nel giorno del suo compleanno. “Sarà comunque per sempre nel nostro cuore e di tutti coloro che gli vogliono bene”.

  • 10 gennaio 2024

    In aula al processo a Cosenza il professor Avato, medico legale che eseguì la prima autopsia. “Dal mio esame era evidente un’importante lesione alla vena iliaca, compatibile con lo schiacciamento”. Nel 2017 il test positivo su una proteina nei globuli rossi, la glicoforina, aveva confermato lesioni alla laringe, come da soffocamento.