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Scomparso

Tre omicidi di donne cinesi in Sicilia

Edizione:2004/2005
Data pubblicazione:10/01/2005

Nella notte fra il 28 e il 29 novembre 2004 una ragazza ventenne è stata ritrovata morta alle porte di Siracusa. Aveva i pantaloni sporchi di sabbia, e risultava essere stata colpita poche ora prima. Era vestita a strati: tre paia di pantaloni e diversi capi di abbigliamento intimo. Sarebbe stata aggredita sulla spiaggia.

Una settimana dopo a 40 km da Siracusa, a 4 miglia dalla costa in località Vendicari, è stato ripescato in mare il corpo di un'altra ragazza che, secondo gli inquirenti, potrebbe essere deceduta lo stesso giorno della prima e trasportata via dalla corrente.

L'8 dicembre, nelle campagne di Vizzini (Catania), c'è stato un terzo ritrovamento, quello di una giovane di circa vent'anni con il collo spezzato e diverse ecchimosi in volto.

Le tre donne, prive di documenti ma di evidente origine cinese, presentavano ferite dello stello tipo, inferte probabilmente con un pugno di ferro. Secondo gli inquirenti, sarebbero state assassinate in luoghi differenti da quelli in cui sono state poi ritrovate. I tre omicidi potrebbero essere riconducibili ai drammatici esiti di uno sbarco di immigrati clandestini. Dal settembre del 2004, infatti, gli immigrati provenienti dalla Cina hanno cominciato ad usare una nuova rotta che passa dall'isola di Malta, raggiunta con voli diretti da Pechino, per raggiungere poi la Sicilia orientale con due ore di navigazione.

Nella prima decade del dicembre 2004 altri due cinesi sono stati trovati morti su una scogliera presso Donnalucata (Ragusa). Le indagini si sono allargate al mondo della comunità cinese in Sicilia, attiva soprattutto nel campo della ristorazione e dell'abbigliamento. Potrebbero essere coinvolte negli omicidi sia la mafia cinese che quella locale.

  • 18 aprile 2005

    Il 24 marzo scorso, nelle acque del canale di Sicilia, due uomini che trasportavano immigrati clandestini cinesi sul loro motoscafo hanno costretto quindici persone a gettarsi di notte in mare aperto, a circa quindici chilometri dalle coste di Ragusa. Il bilancio è stato di tre dispersi e sei morti accertati, tra i quali una ragazza che presentava segni di percosse e fratture. Una superstite ha riferito che verso le 3 gli scafisti avrebbero minacciato i passeggeri con una pistola obbligandoli a saltare in acqua. La ragazza ha raccontato anche che sei mesi prima, dopo aver ottenuto un permesso di soggiorno per motivi di studio dall'ambasciata maltese di Pechino, ha preso un volo per Malta. Qui, dopo aver frequentato un corso di inglese, avrebbe pagato 1800 euro per ottenere un posto a bordo di un motoscafo veloce verso le coste siciliane. La notte del 23 marzo è salpata insieme ad altri 14 connazionali.
    La ragazza avrebbe confermato l'esistenza di una rete che controlla l'emigrazione clandestina tra la Cina, Malta e l'Italia. Grazie agli identikit realizzati dalla polizia di Ragusa, sarebbero stati individuati i due scafisti, sulle cui imbarcazioni sarebbero state rinvenute alcune impronte digitali dei sei cinesi sopravvissuti. Gli omicidi di donne cinesi degli scorsi mesi di novembre e dicembre potrebbero essere in qualche modo legati a questo traffico.