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Scomparso

Figli contesi: Antonio D’Anna cerca la figlia

Data messa in onda:07/12/2009

Antonio D’Anna ha 31 anni, vive a Campo Felice di Roccella, in provincia di Palermo, e fa il pizzaiolo. Dal 4 settembre 2009 non vede la figlia di 6 anni, che la moglie ha portato via con sé lasciando una lettera d'addio. Ma cosa è accaduto? Nella lettera di sua moglie gli dice: "Quando leggerai questa lettera sarò già andata via… Non ce la faccio più, mi hai rovinato la vita e non permetterò mai al mondo di rovinarla a mia figlia. Sì, perché non l’hai mai considerata tale. Tu non sai fare il padre. Non vuoi lavorare e neanche fai lavorare a me. (…) Ci trattavi coi piedi ed eravamo un peso per te". Si sentiva in carcere scrive la moglie di Antonio, e così dicono anche i parenti di lei. Lui nega ogni accusa. La sera prima della scomparsa erano stati a fare un passeggiata in paese e tutto sembrava normale, come normale era da otto anni, anche se quella sera la donna pareva assente, dice D'Anna. L'avvocato della moglie ha chiamato dicendo che lei vuole la separazione e che non sta bene. Antonio D'Anna viene quindi a sapere, con grande sorpresa, che la moglie è ospite di un centro antiviolenza con la figlia e si reca dal giudice. I servizi sociali hanno chiesto di internare madre e figlia, su richiesta della madre che aveva già individuato la struttura dove voleva essere assegnata. Il giudice ha accolto la richiesta dei servizi sociali ma Antonio D'Anna nel frattempo non è mai stato contattato da loro che pure avrebbero dovuto garantire incontri protetti tra padre e figlia. Il Tribunale dei minori ha quindi disposto urgentemente gli incontri in "uno spazio neutro". Ancora non sappiamo quel sia la verità dietro la vicenda di Antonio D'Anna, che continua a gridare la sua innocenza. L'avvocato della moglie si trincera dietro il più stretto riserbo. Ma un fatto è acclarato: il giudice ha disposto per ben due volte che con urgenza Antonio veda sua figlia. Al provvedimento, depositato il 4 novembre 2009, gli assistenti sociali di Termini Imerese hanno replicato di non avere uno "spazio neutro". Il Tribunale ha allora disposto che a occuparsene siano i servizi sociali di Campofelice, che tuttavia, in un inutile rimpallo di responsabilità, hanno dato la stessa risposta. Così questo padre non riesce a ottenere quello che quello che è senza dubbio un suo diritto, un incontro con la figlia che non vede ormai da ben quattro mesi.

  • 8 settembre 2010

    Si e' felicemente conclusa la vicenda di Antonio D'Anna, il pizzaiolo di Campo Felice di Roccella (Palermo) che non vedeva più la figlia di sei anni dal settembre 2009, da quando cioè i servizi sociali avevano internato la bambina e la madre in un centro antiviolenza. L'uomo ha vinto il ricorso, i giudici hanno ritenuto infatti che non ci fossero più i presupposti alla legge 403, che autorizza i servizi sociali a internare un minore. Dallo scorso maggio padre e figlia si sono riabbracciati e il prossimo 10 ottobre è stata fissata l'udienza per la separazione consensuale dei genitori, che dovrebbe prevedere un affido condiviso. "Ora su Facebook ho molti contatti con genitori che vivono esperienze simili alla mia - dice Antonio D'Anna, che nel suo profilo ha oltre mille "amici" - alcuni di loro hanno commesso errori e io cerco di scoraggiarli a non andare mai contro una sentenza, ma combattere con gli strumenti della legge. Con mia moglie sono riuscito ad avere un rapporto civile. Farlo è fondamentale, perché l'unica cosa che conta è un benessere dei nostri figli".