Quindi, ancora una volta quale è il limite di Marc Marquez? Al momento pare non averne, gestisce la moto come meglio crede, come se fosse un giocattolo, la piega al suo volere. Una prerogativa di pochi, oggi e sempre.
Ci è piaciuto Andrea Iannone, migliore delle Ducati, combattivo e attento fino a quando gli pneumatici glielo hanno consentito. Mi piacerebbe vederlo sopra una Honda, magari potrebbe essere uno che a Marquez dà del filo da torcere come avveniva in Moto2 quando si fronteggiavano senza esclusione di colpi. La Ducati ha indubbiamente fatto dei progressi, ma il cammino è ancora lungo, per le moto ufficiali e per quelle ufficiose. La scelta open ha mitigato alcuni problemi, ma altri ne sono rimasti.
Per la seconda volta in questa stagione abbiamo rivisto Fenati sul podio, stavolta sul gradino più alto e nonostante l’inno francese, è una bella vittoria italiana. Il segreto sta sia nella moto(KTM), certamente più consona allo stile e alle caratteristiche del marchigiano, sia nel rapporto costruito con Valentino Rossi, proprietario della squadra per cui gareggia. Da tempo il giovane Fenati è un frequentatore del Ranch, la pista privata di Rossi dove si radunano molti dei giovani (e dei vecchi) piloti italiani, il che consente di maneggiare una moto anche al di fuori delle gare e di poter assorbire la maestria del dottore.
Forse i suoi consigli, la sua vicinanza hanno fatto fare a Romano Fenati quel salto di qualità caratteriale che segna il confine tra la maturità e l’immaturità agonistica. In Moto3 oggi appare più sicuro, il secondo ed il primo posto conquistati sono importanti per il modo con cui li ha ottenuti: con una grinta e una determinazione che già conoscevamo, unita ad un aspetto di lucidità che invece rappresenta una bella novità.
Domenica prossima si corre in Spagna, a Jerez dove il ragazzo di Ascoli Piceno conquistò nel 2012 la sua prima vittoria e dove ci aspettiamo una conferma della sua evoluzione.