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Elena Ceste: Per il Riesame il marito può uccidere ancora. Ecco perché esclusa la premeditazione

Torino, 27/2/2015 - Il 21 febbraio scorso Michele Buoninconti non è stato scarcerato da Tribunale del Riesame di Torino perché potrebbe uccidere ancora: "Sussiste un concreto ed elevato pericolo - hanno scritto i giudici nelle motivazioni dell’ordinanza - che l'indagato, qualora in libertà, possa commettere ulteriori reati della stessa specie". Il marito di Elena Ceste sarebbe pericoloso perché "a prescindere dall'individuazione puntuale di quello che può essere stato l'incipit che ha scatenato" l'omicidio, vi è stata "una aggressione di violenza inaudita, contro una donna indifesa, da parte di chi, più di ogni altro avrebbe dovuto offrirle garanzie di cura e protezione". Inoltre, "ciò che imprime decisiva gravità al fatto è l'avere ucciso la propria moglie, madre dei propri figli, deprivati con tale condotta della loro primaria figura genitoriale".

Quanto alla premeditazione, - si legge ancora nelle motivazioni - è da escludere innanzitutto perché quella di Buoninconti è stata "un'azione impulsivamente rivolta verso la persona offesa, una reazione improvvisa e violenta piuttosto che un'ideazione criminosa rimasta ferma e irrevocabile da una sua pretesa pregressa insorgenza, di cui non v'è traccia". Michele Buoninconti per i giudici ha agito per "una reazione improvvisa, immediata, la cui riuscita è dipesa solamente dalla disparità di forze tra la vittima e il suo aggressore e non dal ricorso a strumenti utili a garantire un evento letale previamente programmato". Ulteriori elementi indicativi di mancata premeditazione sono il fatto di non avere usato veleno o armi e le sue stesse "contraddizioni nelle varie versioni”che “non sono certamente una circostanza sintomatica di un piano criminoso programmato nel tempo". Oltre al fatto che, secondo i giudici, "la coppia non appariva in conflitto", "Buoninconti ha trascurato di assumere un comportamento fin dall'inizio coerente rispetto al cellulare della vittima, per poi cercare di spiegare tale anomalia con l'asserzione, falsa, di essere stato in possesso del presente apparecchio”. Infine, per quanto riguarda gli abiti della moglie, per i giudici Buoninconti “non ha predisposto nessun espediente” per nasconderli e glieli avrebbe tolti “non tanto per accreditare una versione, inverosimile, che la stessa si fosse allontanata nuda in preda a un delirio, quanto per favorire la decomposizione del cadavere".

[Video - Il caso nella puntata del 25 febbrraio 2015]