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Gennaro Ventura fu ucciso per aver fatto il suo dovere di carabiniere

Catanzaro, 23/6/2016 - “Sono riusciti a trovarmi”. Pensarono tutti a questa frase, detta al fratello qualche tempo prima, quando il fotografo Gennaro Ventura sparì da Lametia Terme il 16 dicembre 1996. Cercando un movente per la scomparsa, a “Chi l’ha visto?” i familiari collegarono quelle parole al caso che lui aveva contribuito a risolvere quando era carabiniere ausiliario a Tivoli (Roma). Nel 1991 aveva permesso di arrestare e condannare un conterraneo per una violenta rapina di stupefacenti in custodia a un perito del Tribunale di Roma. Otto anni dopo il ritrovamento dei resti di Ventura, per gli inquirenti il suo omicidio fu la vendetta per aver fatto il suo dovere di carabiniere. In una conferenza stampa il procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri, insieme ai vertici locali di DDA e polizia, ha reso noto la notifica in carcere di un ordine di arresto per omicidio aggravato dal metodo mafioso nei confronti di Domenico Antonio Cannizzaro, 50 anni, dell’omonima cosca di Lamezia Terme. Ad accusarlo di essere il mandante del delitto, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, secondo gli inquirenti esecutore materiale del delitto e il cliente che aveva fissato l’appuntamento con Gennaro Ventura il giorno della sua scomparsa.

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