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"Se il caso di Emanuela Orlandi è chiuso ditemi dov'è o dove è sepolta", la madre Maria risponde al Vaticano


26/6/2017 - “Eccellenza, dopo avere letto le Sue dichiarazioni, voglio condividere con Lei il dolore che pulsa nel cuore di una madre ormai anziana. Risiedo in Vaticano, stavo ancora bevendo un caffè con il mio avvocato, quando le agenzie di stampa si sono scatenate con le sue durissime parole: ‘Per noi il caso è chiuso’. Non era passata neanche un’ora da quando la mia famiglia aveva rivolto formalmente al Segretario di Stato la richiesta di vedere il fascicolo che riguarda Emanuela e il caso era già chiuso”. Comincia così la lettera aperta sul “Corriere della Sera” di Maria Pezzano Orlandi, la mamma di Emanuela, in risposta alle dichiarazioni rilasciate il 19 giugno scorso dal sostituto alla Segreteria di Stato della Santa Sede, monsignor Angelo Becciu. “Abbiamo già dato tutti i chiarimenti che ci sono stati richiesti. Non so se la magistratura italiana ha nuovi elementi, da parte nostra non c’è nulla da dire in più rispetto a quanto detto”, aveva affermato Becciu. “Le ricordo, Eccellenza, - continua la lettera - che i casi degli scomparsi si chiudono solo in due modi: o con il ritrovamento in vita di chi è sparito o con l’accertamento della sua morte”. “Mi dica dove si trova mia figlia, Eccellenza, se Lei sa che è viva. Mi dica dov’è adesso, perché voglio andare subito a riabbracciarla”, chiede Maria. “Se invece Lei sa che Emanuela non c’è più, allora, Eccellenza, mi dica dove sono i suoi resti. Mi dica dove posso trovare la tomba della mia bambina”, chiede ancora la mamma della cittadina vaticana scomparsa. “Se invece Lei sa che Emanuela non c’è più, allora, Eccellenza, mi dica dove sono i suoi resti”, “ogni giorno, vorrei ricoprirla di fiori”, continua Maria. “Ma se non ha risposte da darmi, allora, Eccellenza, il caso non è affatto chiuso; è ancora aperto”, conclude Maria: “Emanuela Orlandi non è un ‘caso chiuso’, è mia figlia. E io la cercherò finché il Signore mi terrà in vita”.

[La lettera integrale sul "Corriere della Sera"]